
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Andiamo male, gli italiani non si allacciano le cinture di sicurezza, non si mettono il casco, muoiono più di prima, gli effetti della patente a punti sono finiti...
• Tutti gli italiani?
Specialmente i meridionali. C’è un’inchiesta commissionata dal Ministero dei Trasporti e dall’Istituto Superiore di Sanità – e intitolata Ulisse 2007 – che dice quest un italiano su tre quando sale in macchina non allaccia la cintura di sicurezza; più esattamente: il 64,6% della popolazione. Questo 64,6 è una media. Andando a scorporare il dato si vede che: al Nord si mettono la cintura di sicurezza l’82% degli automobilisti; al Centro il 65,6; al Sud il 46,3. Tendenza in peggiorament la media precedente, verificata nel 2007 e riferita al 2006, era del 71,6. Peggiorativa pure quella: la media del 2005 era del 72,5.
• Ho due domande subito. Prima domanda: perché peggioriamo?
Peggioriamo perché siamo pressoché certi dell’impunità. E abbiamo ragione: non è possibile determinare la percentuale di quelli che non s’allacciano la cintura e poi la fanno franca, ma sappiamo tutti che è altissima. Inoltre c’è questa opinione diffusa e del tutto falsa: la cintura di sicurezza serve in autostrada ed è inutile in città. vero esattamente il contrari a 200 all’ora non c’è cintura di sicurezza che tenga. A 50, la velocità urbana, se vai a sbattere puoi farti molto male, ma la cintura di sicurezza può farti uscire illeso da un impatto che potrebbe costarti la pelle. Essere pescati in città, data la massa enorme di macchine in circolazione, è naturalmente più difficile. Ci metta anche questa: non siamo poi troppo convinti, nel nostro intimo, dell’utilità di queste bardature. Cioè, non siamo educati. E si capisce: in Svezia le cinture sono obbligatorie dagli anni Sessanta, da noi solo dal 2002.
• Seconda domanda: perché il Sud fa sempre peggio del Nord?
Perché – e dispiace dirlo – c’è minore tensione civile, minore abitudine al rispetto delle regole e una diffusa mentalità anti-Stato. Guardi che questi fenomeni di sciatteria comportamentale sono gli stessi che rendono più facile la diffusione della malavita organizzata, che c’è anche al Nord, ma ha al Sud il suo terreno di coltura e la sua matrice ideologica (l’anti-Stato, appunto). Sa che se si facesse una guerra seria per costringere tutti a indossare le cinture di sicurezza, si intaccherebbe anche l’autorità della camorra? Era la filosofia di Giuliani quando faceva il sindaco a New York e i risultati si sono visti.
• Che si può fare?
Non lo so. Pensi che l’obiettivo da raggiungere sarebbe del 95%, una percentuale ideale da cui sono lontani tutti gli italiani, senza eccezioni. Questo rapporto Ulisse 2007 scrive che se il 95% di noi indossasse le cinture, il numero degli incidenti calerebbe in modo tale da farci risparmiare un miliardo e trecento milioni di euro. Il fatto è che vige, dentro ogni italiano, la regola di Superman: sì, salire in macchina senza allacciare le cinture – o montare sul motorino senza mettere il casco – sarà pure pericoloso, ma vuoi che ’sta cosa capiti proprio a me? Sa che Muhammad Alì, il vecchio Cassius Clay, aveva preso l’aereo e, quando sentì la voce che invitava i passeggeri ad allacciarsi le cinture, esclamò: «Superman non ha mica bisogno delle cinture». Al che un’assistente di volo lo fulminò: «Superman non ha mica bisogno dell’aereo».
• Poi c’è questa storia della patente a punti che avrebbe perso ogni efficacia.
Sì, il rapporto fa vedere che, appena introdotto il sistema, mettevano la cintura di sicurezza l’83,5% degli italiani. Il fatto di perdere punti sulla patente e, al limite, la paura del ritiro della patente con la conseguente impossibilità di guidare per due o più mesi avevano raggiunto il loro scopo. Però, per tener desto questo utile sentimento di paura, ci vuole la certezza della pena: non ti metti la cintura e io, 90 volte su cento, ti becco e ti sanziono. Invece la stragrande maggioranza delle volte la facciamo franca. Ma non vede quanta gente guida e parla al telefonino? In piena città e sotto gli occhi dei vigili? Questi fenomeni sono prodotti da molte ragioni e una di queste è certamente la quasi-certezza dell’impunità. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/3/2008]
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