varie, 22 marzo 2008
BELLINI
BELLINI Alex Aprica (Sondrio) 15 settembre 1979. Canottiere. Nel 2008 tentò la traversata dell’Oceano Pacifico in canoa (dal Perù all’Australia, si arrese dopo 295 giorni a 65 miglia dalla costa, quando fu imbarcato da un rimorchiatore neozelandese) • «[...] Più di tutto teme ”le coste e le altre navi”. Curioso. Chiunque di noi, se navigasse nel mezzo dell’oceano su di una barchetta in vetroresina lunga meno di 8 metri, priva di vela e motore, cercherebbe soprattutto di raggiungere i navigli più prossimi e il modo più rapido per arrivare a terra. Ma non Alex Bellini, navigatore solitario valtellinese [...] ”Con le mie vogate posso cercare di imprimere una direzione alla navigazione, con una velocità che non supera mediamente i 4 chilometri all’ora, per un totale al momento di 13 ore di attività fisica quotidiana. Ma la barca pesa oltre una tonnellata. In caso di correnti, mareggiate, o venti forti non potrò fare nulla per evitare di venire buttato sulle scogliere. E la notte temo di essere speronato dalle petroliere giganti” [...] Oltre 10 mila miglia (circa 18 mila chilometri) di mare aperto, dalle coste del Perù all’Australia, in totale autosufficienza, con un paio di desalinizzatori a bordo azionati dal movimento del seggiolino durante la vogata per procurarsi gli 8-10 litri d’acqua potabile necessari quotidianamente. Tempo previsto? Almeno 10 mesi di vogate, tentando di restare più o meno parallelo all’Equatore pochi gradi a Sud, sempre che l’imprevisto non lo faccia scarrocciare fuori rotta. La sua barca, costruita in modo che possa auto-raddrizzarsi in caso di cappottamento, è quasi per nulla manovrabile, galleggia in balia della natura. Nel dicembre 2004 si infranse sugli scogli delle Baleari durante il suo primo tentativo di attraversamento dell’Atlantico con partenza da Genova. L’impresa gli riuscì l’anno dopo, con 226 giorni di navigazione e rischiando di morire di fame, se non fosse stato provvidenzialmente assistito dalle navi di passaggio. Aveva pianificato una rotta di 4 mila miglia, ne percorse ben più di 6 mila. ”Ho calcolato che faccio 20 vogate al minuto, una media di 18 mila al giorno. Comincio alla 6 e mezza di mattina, ogni ora mi fermo 5 minuti per idratarmi e buttar giù una barretta energetica. Colazione a base di muesli, biscotti e miele, poi parmigiano reggiano, biscotti salati, liofilizzati di ogni tipo per pranzo, assieme ad una pasta speciale in grado di garantirmi il minimo di 3.500 calorie quotidiane” [...] La barca di Bellini è costruita sugli standard super-sofisticati delle nuove ocean rowing boats, le barche a remi oceaniche. La semplicità spartana dello scafo è accompagnata dalla leggerezza del carbonio, delle nuove fibre di vetro, e da un raffinato sistema elettrico alimentato da pannelli solari che permettono il funzionamento del Gps, dei telefoni satellitari, dei congegni di allarme e segnalazione alle navi più vicine in caso di difficoltà. Lui si è portato 25 chili di libri, la possibilità di scriverne egli stesso un secondo (il primo l’ha titolato Mi chiamavano montanaro, a sottolineare il paradosso del suo passato da aspirante guida alpina). Non mancano i polemici tra gli oltre 8.000 visitatori settimanali del suo sito web. ”Egocentrico, esibizionista”, gli scrive qualcuno. In tanti dicono di ammirarlo per il suo spirito di libertà. E lui risponde: ”C’è poco da essere liberi in questi pochi metri di barca, prigionieri in mezzo al mare” [...]» (Lorenzo Cremonesi, ”Corriere della Sera” 22/3/2008).