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 2008  marzo 22 Sabato calendario

Donne? In pensione dopo i maschi. Italiaoggi 22 marzo 2008. Quattordici anni «di bipolarismo e inciuci affaristici hanno portato l’Italia sull’orlo del collasso»

Donne? In pensione dopo i maschi. Italiaoggi 22 marzo 2008. Quattordici anni «di bipolarismo e inciuci affaristici hanno portato l’Italia sull’orlo del collasso». Altro che semplificazione politica come panacea di tutti i mali, come ricetta d’oro per assicurare la governabilità «qui la vera emergenza è la competizione, innanzitutto tra i partiti, che manca e che ha distrutto il paese. Niente contrapposizione politica, niente riforme». L’Italia si sta impoverendo, cresce meno dei partner europei, gli scandali dilagano, la spazzatura sommerge la Campania, e i politici che fanno? «Hanno pensato solo a difendersi come casta. Noi siamo l’alternativa». Savino Pezzotta, ex segretario della Cisl, uomo molto vicino alla Chiesa, passato alla politica fondando il partito centrista della Rosa bianca per l’Italia, oggi si presenta alle elezioni politiche in alleanza con l’Udc di Pierferdinando Casini. Arrembante, davanti ai proclami del leader del Pd, Walter Veltroni, e del numero uno del Pdl, Silvio Berlusconi, contro l’inutilità dei voti dati fuori dai due poli, dice: «Ne vedremo delle belle dopo le elezioni del 13 e 14 aprile, l’assetto politico non è affatto definito». Domanda. Pensate a prendere a bordo qualcun altro? Risposta. Ora puntiamo a fare il miglior risultato alle prossime politiche. Poi vedremo, noi vogliamo costruire nel medio periodo un grande partito di centro, per dare risposte a quegli italiani che non potranno essere soddisfatti dalla politica né del Pd né del Pdl. D. Cosa avete di diverso rispetto ai centristi di Berlusconi e di Veltroni? R. Loro mica sono centristi, lì dentro non hanno nessuna identità! Stanno in partiti che non sono di centro. D. Vi proponete come il partito dei cattolici. Oggi ha ancora senso esserlo? R. Non siamo un partito dei cattolici, ma ci ispiriamo alla tradizione e ai valori cristiani dell’Italia. D. Allora parliamo di famiglia. Sia Berlusconi che Veltroni promettono deduzioni e detrazioni per favorirla. Voi come rilanciate? R. In Italia nessuno più parla della povertà. Sempre più famiglie diventano povere, perché i mutui crescono, gli affitti pure, c’è scarsità di alloggi, i prezzi dei beni al consumo crescono e il lavoro è sempre più precario. Serve un piano ampio, di cui la rivisitazione del sistema fiscale è solo una parte. D. Partiamo intanto dal piano fiscale. R. Abbiamo già pronto un disegno di legge che prevede che ai fini della determinazione dell’imposta siano riconosciute le spese sostenute per asili nido, istruzione, sport, cure mediche, acquisto di farmaci, anche del latte in polvere e di tutto ciò che serve per l’igiene dei bambini. Prevediamo anche un quoziente familiare minimo di reddito, al di sotto del quale facciano seguito interventi di sostegno da parte delle amministrazioni pubbliche ma anche crediti di imposta. D. Pd e Pdl non hanno ricette dissimili dalle vostre. Che fate, le voterete? R. In parlamento saremo un’opposizione costruttiva, per fare per davvero le riforme che servono. Non saremo una forza ballerina tra schieramenti, ma veramente indipendenti. D. Le donne sono un terreno molto battuto in campagna elettorale. Immagino abbiate anche voi un piano di aiuti per l’affermazione femminile. R. I tempi del lavoro e della famiglia vanno conciliati diversamente, perché è cambiata la vita, sono cambiati i ritmi delle città. Non solo per le donne, anche per gli uomini vanno previsti tempi diversi, che consentano di conciliare lavoro e vita affettiva. D. Per esempio? R. Per esempio, i tempi di apertura degli uffici pubblici dovrebbero essere più flessibili, così come quelli dei negozi. E poi, se una donna ha bisogno di un periodo di vacatio dal lavoro per dedicarsi ai figli, deve poterlo fare, magari recuperando dopo gli anni di lavoro e andando in pensione più tardi. Serve maggiore flessibilità, e vorrei che ci abituassimo all’idea, anche gli imprenditori devono farlo, che flessibilità non può essere solo precarietà. D. A proposito di impresa, ha visto la crisi Alitalia? La compagnia di bandiera rischia di finire in mano ai francesi per pochi soldi o di finire in tribunale, per il fallimento. R. L’offerta Air France pretende un prezzo alto da Alitalia, sia in termini di tagli al personale che di riduzione degli scali. Ma dove sono stati in questo frattempo gli imprenditori italiani? Un’offerta seria non c’è stata. Quella dell’ingegnere Toto di Air One non era una valida alternativa. Nel caso Alitalia, il sistema imprenditoriale italiano ha dimostrato il suo disinteresse. Salvo non ci siano novità... D. Pezzotta, lei ha guidato la Cisl per molti anni. I sindacati non hanno nessuna responsabilità nella crisi? R. I sindacati fanno il loro mestiere, cioè difendere i lavoratori. Gli altri dovevano fare il loro. D. Ha smesso di studiare a 12 anni per lavorare, ha preso la licenza media che era ventenne. Favorevole o contrario all’obbligo scolastico uguale per tutti fino ai 18 anni? R. I tempi sono cambiati rispetto a quando ero ragazzo io. In Italia oggi uno dei problemi è proprio il basso tasso di istruzione. Ma credo che sia stata inutilmente e negativamente demonizzata la formazione professionale. Una formazione fatta bene, che assecondi da un alto le attitudini dei ragazzi e dall’altro le richieste del mondo del lavoro, servirebbe a dare più chance ai giovani. Mica è detto che solo la scuola, intesa in senso tradizionale, possa servire come molla sociale. Alessandra Ricciardi