varie, 22 marzo 2008
D’ANGELI Flavia
D’ANGELI Flavia Algeri (Algeria) 10 luglio 1973. Politico. Nel 2008 candidato premier di Sinistra Critica. «[...] insegnante precaria di italiano, storia e geografia, mamma di due gemelli e compagna di un deputato, Salvatore Cannavò, conosciuto nel ’90 ai tempi delle occupazioni della Pantera [...] “[...] I miei genitori appartenevano alla generazione sessantottina. Mio papà era medico psichiatra d’impronta basagliana, mia mamma insegnante di psicologia e pedagogia alle magistrali: entrambi progressisti e antirazzisti [...]”» (Elsa Muschella, “Corriere della Sera” 10/4/2008). «[...] In polemica con Rifondazione, che ha “ingoiato rospi” a colpi di “compromessi al ribasso nei due anni di governo Prodi”, la prima preoccupazione di Sinistra Critica è quella di “garantire ai lavoratori un salario minimo legale di 1.300 euro”. Obiettivo a cui si aggiunge quello della reintroduzione di un calmiere sugli affitti e della liberalizzazione delle droghe leggere (“La marijuana? Sui balconi come la mentuccia”). [...] “Le attese? Più dello 0% è già un buon obiettivo”» (Cristina Argento, “Corriere della Sera” 22/3/2008). «[...] “Al di fuori del Prc si costruisce così una sinistra indipendente, anticapitalista, femminista, ecologista, internazionalista che sia legata alle mobilitazioni sociali e si opponga radicalmente all’offensiva delle destre e del padronato”. “Entrare in parlamento sarà difficile, ma questo è il tempo della semina. Molta gente ci dice: se non ci foste voi non andrei a votare”[...] Dalle aule delle periferie romane agli studi di Bruno Vespa: “Dicono che in tv funziono, ma io preferisco parlare nelle piazze”. Intanto è stata la più vista dei candidati premier a Uno mattina. Fa politica dai tempi dei liceo: la Pantera, i gruppi femministi, dirigente dei Giovani Comunisti, responsabile precarietà nella direzione nazionale di Rifondazione, prima della scissione, in polemica con il governo Prodi. I figli la vedono poco e “infatti quando sto a casa mi stanno appiccati”. Sacrificio compensato dall’emozione di fare un comizio alla mitica Porta 2 di Mirafiori. [...]» (Concetto Vecchio, “la Repubblica” 7/4/2008).