varie, 22 marzo 2008
Tags : Georges-Marc Benamou
Benamou GeorgesMarc
• Saïda (Algeria) 30 marzo 1957. Giornalista. «Nicolas Sarkozy voleva liberarsi del suo consigliere culturale, capace di litigare con tutti, dal ministro della Cultura al presidente della tv, e conosciuto anche per le sue piazzate, riportate dalla stampa, in alberghi e ristoranti. E l’interessato ha trovato una via d’uscita più che onorevole, autonominandosi direttore di Villa Medici, uno degli incarichi più prestigiosi nel mondo culturale francese. Così gran parte del mondo della cultura transalpino descrive la nomina di Georges-Marc Benamou ai vertici dell’Accademia di Francia a Roma, occupati in passato da personaggi di primissimo piano, come Ingres nell’Ottocento e Balthus tra il 1960 e il 1977. Come se non bastasse, Benamou ha fatto sapere che verrà a Roma “per tornare alle sue attività originarie di scrittura e di cinema”, in particolare per preparare la sceneggiatura di un film di Milos Forman tratto da un suo libro. Quanto basta per suscitare un putiferio nell’ovattato mondo culturale parigino. Benamou è un personaggio poco amato Oltralpe. Cortigiano di François Mitterrand, è passato con armi e bagagli nel campo di Sarkozy: “Ci sono fenomeni di cortigianeria che superano l’immaginabile”, sibila uno dei più fedeli amici del presidente socialista. [...] numerosi intellettuali [...] hanno firmato un appello a Sarkozy, pubblicato su Le Monde: Jacqueline Risset, Jean-Noel Schifano, Jane Birkin, Alain Finkielkraut, Patrice Chéreau, Pascal Dusapin, Bruno Mantovani, solo per citarne alcuni. Il testo è virulento con Benamou: “Siamo chiari: nessuno avrebbe pensato a lui per questo incarico”, se non per trovargli un posto e toglierselo di torno. Ma questa nomina, aggiungono, “sarebbe sprezzante per i nostri vicini italiani, per l’Accademia di Francia a Roma, per tutti i creatori, in particolare quelli che hanno meritato la sua ospitalità, e tutti i cittadini che vogliono preservare l’indipendenza della cultura di fronte ai poteri politici”. [...] Villa Medici è da sempre uno dei fari della politica culturale francese. Non si tratta soltanto di una vetrina offerta agli artisti grazie all’attività pubblica di mostre, concerti e convegni. È anche un luogo di riflessione e di maturazione per gli scrittori, i pittori, gli scultori, i compositori che riescono ad ottenere un soggiorno di un anno sul Pincio [...]» (Giampiero Martinotti, “la Repubblica” 22/3/2008).