varie, 22 marzo 2008
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Bernard Alain
• Aubagne (Francia) 1 maggio 1983. Nuotatore. Medaglia d’oro sui 100 stile libero alle Olimpiadi di Pechino (argento con la 4x100 sl, bronzo nei 50 sl) • «[...] un colosso di 196 centimetri e quasi 90 chili [...] gli piace da pazzi prepararsi in acqua e soprattutto fuori, come i muscoli ben rotondi dei bicipiti dimostrano (ha messo su più 10 chili in un anno). [...] Lo allena da quando aveva 17 anni Denis Auguin e prende consigli da Franck Esposito. Bernard perse i Giochi di Atene per una mononucleosi- toxoplasmosi [...]» (Stefano Arcobelli, ”La Gazzetta dello Sport” 22/3/2008) • «Denis Auguin prima di essere un allenatore è un filosofo. La sua visione del nuoto ha due fondamenti. Il primo: l’acqua non è un ambiente adatto all’uomo nato per stare dritto e guardare avanti. Un nuotatore invece sta disteso e guarda di lato. E quindi ”va contro la natura umana”. Il secondo: per nuotare veloce bisogna ruotare le braccia come un mulinello e sbattere forte le gambe. E quindi ”uno sprinter va costrui to nel tempo”. Due anni. Questo il periodo impiegato per far transitare Alain Bernard, 88 kg per 1,96 metri, 2,05 metri di apertura delle braccia, dal gigante smarrito nei momenti decisivi all’uomo più veloce del mondo, il primo a scendere sotto il muro dei 47’’ nei 100 sl. Alain Bernard è l’uomo che è andato contro natura due volte. Contro quella fisica e contro quella tecnologica. Da Pechino in poi, dall’oro nei 100, le tappe si incendiano per il ragazzo di Aubagne, vicino a Marsiglia, cresciuto dal padre, durante le vacanze sulle Alpi, a petto d’anatra, patate fritte e labbra bagnate da acquavite di pere. Due anni. Perché il valore c’era, ma mancava l’equilibrio. Un po’ co me quella vecchia pubblicità: ”la potenza è nulla senza controllo”. Alain sembrava appartenere al club dei grandi atleti incapaci di ghermire l’attimo giusto. Veloce, ma non quando contava. Però aveva coraggio e idee prossime a quelle del suo tecnico: ”Il nuoto mi permette di evolvermi nella vita di tutti i giorni e di spostare i miei limiti”. Per diventare quello che è, un impasto di im presesportive e benedizioni degli sponsor, si è affidato, a differenza di Laure Manaudou, allo staff giusto. Niente capricci, ma un gruppo di persone giovani e determinate. Ol tre all’allenatore filosofo, i fratelli Leroux, l’avvocato Patrick e il pr Ro bert. Nell’estate 2007 hanno costitu ito la AB Shark, la società che cura interessi, investimenti e immagine di Alain Bernard che, appunto, in Francia chiamano ”requin”, squalo. Squalo solo in acqua. Nella vita è un ragazzo simpatico, semplice, tutto casa, piscina, fidanzata nuotatrice, amici, patatine, Lost alla tv, chitarra e, durante le vacanze, surf. Normale al punto di credere in se stesso e non a un pezzo di poliuretano da 500 euro. [...] quando divenne campione d’Europa con il record del mondo (che lui e l’australiano Eamon Sullivan si rimpallano da allora), fu proprio la sua performance con ”lo Speedo dei primati” a scatenare la guerra dei costumi. Così, tutti corsero ai ripari e la Federnuo to italiana (Filippo Magnini in testa nonostante il contratto appena firmato) scaricò l’Arena prima del l’Olimpiade. [...]» (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 24/4/2009).