
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I figli di Berlusconi sono pronti a comprarsi Alitalia...
• Ma che sta dicendo?
Agenzia delle 10.50 di ieri. Berlusconi grida contro la svendita di Alitalia ai francesi. Dice che il piano di monsieur Spinetta è irricevibile. Aggiunge che a queste condizioni è impossibile non preferire Toto e una cordata di imprenditori nostri che lo sostengano. «Banca Intesa è già pronta, mi risulta convocato un cda per domattina». Gli chiedon «Quali sarebbero questi imprenditori?». Lui dice: «Se è necessario, i miei figli faranno il loro dovere». Una volta tanto nessuno pensa che sia una mossa del Berlusconi-caimano per pigliarsi a quattro soldi un’azienda succulenta. Alitalia è infatti un guaio dalla prima all’ultima riga di bilancio. E tuttavia il titolo in Borsa, che aveva già rimontato mercoledì, schizza verso l’alto. Se s’accende una lotta per la compagnia...
• E i francesi se ne andrebbero a casa dopo essere quasi arrivati al traguardo?
Ascolti: non esiste nessuna cordata alternativa. Banca Intesa ha smentito dopo mezz’ora. Prodi e Padoa-Schioppa hanno subito detto alle agenzie: «Se c’è qualcuno che ha un’offerta migliore di quella di Air France si faccia avanti». Berlusconi ha telefonato a Prodi e Prodi gli ha detto che se vuole Alitalia – lui o chi per lui – non c’è problema. Il punto è che non ci può essere offerta in questo momento da parte di nessuno, perché i conti di Alitalia li conoscono solo i francesi e non esiste al mondo un amministratore che faccia un’offerta non avendo visto i conti.
• A dicembre Air One non aveva visto i conti? Come si chiama? Due diligence?
La due diligence, cioè l’esame dei conti, fatto a dicembre, non conta niente. Dicembre, in una faccenda come questa, è preistoria. A dicembre Air France offriva 30 centesimi per azione e adesso non arriva a 10. Quindi l’ipotesi più probabile è il commissariamento o addirittura il fallimento.
• Perché? Se Berlusconi scherzava o faceva solo campagna elettorale...
Monsieur Spinetta – un tipaccio che ci sta dando una lezione severissima – vuole un taglio di settemila dipendenti su 18 mila, la chiusura dei cargo, l’asse della compagnia a Fiumicino e non a Malpensa, la riduzione progressiva e la sostituzione degli aerei. Manterrà logo e livrea, tornerà all’utile nel 2009, si accollerà un miliardo di debiti e metterà un altro miliardo nel capitale. Pagherà infine agli azionisti 140 milioni, più o meno il valore del pacchetto di azioni Air France detenute da Alitalia e che così torneranno a casa. Non vuole pagare il miliardo e 125 milioni di danni chiesti per Malpensa e perciò o il Comune di Milano ritira la causa o lo Stato si impegna a pagar lui in caso di sconfitta (ma è faccenda che arriverà a sentenza minimo tra dieci anni), vuole che queste condizioni siano accettate dal cda Alitalia e dal governo (già fatto) e dai sindacati entro il 31 marzo (i sindacati stanno dicendo di no, ci sarà un incontro il 25). Vuole infine l’assenso pieno anche del governo che verrà fuori dalle elezioni. Dice che se il prossimo governo dirà “no”, se ne tornerà a Parigi senza protestare, cioè senza pretendere penali. L’intemerata di Berlusconi, probabile vincitore delle elezioni, annuncia quindi il “no” del prossimo governo. Perciò Alitalia o fallirà o sarà commissariata.
• Berlusconi non potrebbe essere in bluff?
Potrebbe, sì. Repubblica ieri ha scritto che in privato implora i suoi nemici di sinistra di chiudere la partita, di non lasciargli questa gatta da pelare. certo che gli strilli di ieri sono dovuti alla Lega, che non vuole lo smantellamento di Malpensa. In ogni caso, prima dell’ostacolo Berlusconi c’è l’ostacolo sindacati. Devono dire di sì entro il 31 marzo tutti e nove o dieci, quanti sono. E ieri hanno sparato a zero sul piano. Non solo perché il piano è durissimo, ma anche perché le linee della ristrutturazione abbozzate da Spinetta mostrano che nella nuova azienda non ci sarà posto per tutte quelle sigle. Si annuncia una perdita di potere reale, anzi una sparizione dalla scena per tanti sindacalisti. E d’altra parte tutta questa partita è piena di sottintesi. Il Financial Times dice che Padoa-Schioppa vuole andare alla Banca europea di investimenti e che si sta muovendo con i francesi in quel modo per avere il loro appoggio (quello tedesco ce l’avrebbe già, per via di un favore già fatto). Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, dice invece che Padoa-Schioppa ha spinto i francesi a un piano impossibile per far saltare tutto e riportare in scena gli americani, che poi lo compenserebbo con un incarico al Fondo Monetario. Pensi un po’ che questa partita era cominciata con Epifani che diceva: «Chi vuole Alitalia, non deve desiderarla per denaro». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/3/2008]
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