Repubblica 21 marzo 2008, ELENA DUSI, 21 marzo 2008
Uccelli. Repubblica 21 marzo 2008. La luce accende il canto degli uccelli. per questo che in primavera, quando l´alba inizia ad arretrare, il risveglio degli uomini si accompagna ai duetti fra i rami
Uccelli. Repubblica 21 marzo 2008. La luce accende il canto degli uccelli. per questo che in primavera, quando l´alba inizia ad arretrare, il risveglio degli uomini si accompagna ai duetti fra i rami. E se in passato conoscere la lingua degli uccelli era sinonimo di sapienza perfetta, oggi gli scienziati hanno ambizioni più circoscritte. Come per esempio capire perché le giornate di primavera si annuncino con il canto che addolcisce il dormiveglia. E individuare cos´è che dà il "la" alle varie specie, facendo iniziare i duetti in perfetta sincronia a tutte le latitudini del mondo. La luce è la risposta alla domanda. Ma dagli occhi alla lingua il percorso è più tortuoso di quanto si pensi. Lo ha svelato con uno studio sul canto delle quaglie una ricerca inglese e giapponese, condotta nelle due nazioni che forse amano più di ogni altra puntare occhi e orecchie verso il cielo. Takashi Yoshimura dell´università di Nagoya e Peter Sharp del Roslin Institute di Edimburgo (dove è stata clonata la pecora Dolly) hanno ricostruito un meccanismo fatto di neuroni, geni e ormoni che viene innescato dall´arrivo della primavera. Tra le giornate che si allungano e il cinguettio che inizia c´è prima di tutto un gruppo di cellule del cervello deputate a registrare l´intensità e la durata della luce all´interno di una giornata. Lo stesso nucleo di neuroni è presente anche nell´uomo e potrebbe avere un ruolo nelle depressioni invernali tipiche dei paesi nordici. Questa "centralina delle stagioni" sa cogliere ogni minima variazione della distanza fra alba e tramonto. Le giornate che si allungano vengono registrate dal cervello delle quaglie - spiegano i ricercatori sulla rivista "Nature" - e attivano una serie di geni all´interno dei neuroni. Individuare i singoli geni è stato lo sforzo principale per gli scienziati amanti dei volatili, che hanno setacciato a uno a uno 28mila frammenti di Dna fino a trovare quelli che si attivano esclusivamente all´inizio della primavera. I geni innescati dalla luce registrata dai neuroni a loro volta producono un ormone (il nome è tirotrofina) che ha fra gli altri compiti (a prescindere dalla stagione dell´anno) quelli di regolare il metabolismo e la crescita. Questa molecola parte dal cervello, entra in circolo nell´organismo e trova il suo bersaglio nella tiroide. L´effetto finale della catena di cause ed effetti è l´ingrossamento dei testicoli dei maschi di quaglia. Che per ricoprire con un tocco di romanticismo la loro voglia di riprodursi usano lo stratagemma del canto. Più articolata e fantasiosa suonerà la melodia, più la femmina si sentirà indotta a rispondere al richiamo avvicinandosi al corteggiatore. La nascita dei piccoli, grazie a questo meccanismo, avviene sempre nella stagione più tiepida e ricca di cibo. Un ritmo regolato con tanta precisione si trova però a fronteggiare il cambiamento del clima. Se la progressione delle ore di luce rimane costante man mano che la primavera avanza, non altrettanto avviene per la temperatura e i cicli biologici degli altri animali e piante. Uno studio diffuso da Coldiretti denuncia le anomalie della primavera che inizia oggi, con le prime rondini approdate in Italia all´inizio di marzo (mentre in genere sono attese in questi giorni), orsi svegliati in anticipo dal loro letargo (mamma e piccolo avvistati sulle piste da sci di Madonna di Campiglio), mandorli e peschi già in fiore con i futuri frutti messi a repentaglio dal freddo di questi giorni. Piselli e fave - tradizionalmente associati alla festa del primo maggio - sono già sui banchi dei mercati. L´inverno del 2008 è al 15esimo posto fra le stagioni più calde degli ultimi due secoli e rispetto alla media 1961-1990 ha fatto registrare un calo di pioggia e neve del 27 per cento. Lo ha registrato l´Istituto di scienze dell´atmosfera e del clima del Cnr di Bologna. La Lipu intanto ha fatto il censimento delle specie che sono in volo dall´Africa verso l´Italia (357 in tutto). Solo fra le rondini in viaggio ci sono 16 milioni di coppie. Coprono il tragitto sul Mediterraneo a tappe forzate di 300 chilometri al giorno. Sulla stessa rotta anche 4 milioni di coppie di cuculi, 7 milioni di rondoni e 100mila coppie di cicogne bianche. Il prossimo obiettivo per gli scienziati di Edimburgo e Nagoya sarà proprio capire se, oltre alle quaglie giapponesi, anche le altre specie di uccelli hanno il canto regolato dal processo ormonale appena scoperto. «Anche nell´uomo - spiegano i ricercatori nel loro articolo - il cervello dispone di un gruppo di neuroni sensibili alla durata della giornata. Questo meccanismo potrebbe aiutarci a spiegare alcuni casi di infertilità». Ma il ponte fra uomini e uccelli non finisce qui. Una ricerca pubblicata a dicembre dell´anno scorso sulla rivista "Public Library of Science" ha dimostrato per esempio che lo stesso gene che negli uomini sovrintende alla capacità di articolare il linguaggio (si chiama FoxP2) permette ai piccoli degli uccelli di imitare le melodie cantate dagli adulti. Disattivandolo, i pulcini diventano incapaci di articolare una strofa tutta intera, limitandosi a balbettare pigolii isolati. E a dimostrazione che il sonno ha tra l´altro la funzione di rafforzare i ricordi importanti che si sono formati durante il giorno, uno studio dell´università di Chicago pubblicato su "Science" nel 2000 ha osservato che di notte nel cervello dei fringuelli si riattivavano gli stessi neuroni impegnati durante il giorno in una performance canora. Dimostrazione che nel sonno gli uccelli "ripassano" la canzone da cantare alla loro bella la mattina successiva. ELENA DUSI