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 2018  marzo 22 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Paolo Gentiloni
Il Ministro dell’ Interno è Marco Minniti
Il Ministro degli Affari Esteri è Angelino Alfano
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Valeria Fedeli
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Paolo Gentiloni (interim)
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Anna Finocchiaro (senza portafoglio)
Il Ministro dello Sport è Luca Lotti (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno è Claudio De Vincenti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Donald Trump
Il Presidente del Federal Reserve System è Jerome Powell
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Emmanuel Macron
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Édouard Philippe
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Ram Nath Kovind
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

La Camera al M5s, il Senato a Forza Italia

Con l’insediamento dei nuovi parlamentari domani inizia ufficialmente la XVIII legislatura. E il primo passo sarà l’elezione dei presidenti di Camera e Senato.  

E sappiamo già chi saranno?
No, ma da ieri sappiamo come saranno spartite le poltrone: ai Cinque Stelle quella di Montecitorio e al centro-destra quella di Palazzo Madama. Un accordo frutto di lunghe trattative all’interno del centrodestra, dove la situazione è parecchio tesa. Forza Italia, uscita indebolita dal voto del 4 marzo, teme che Salvini rompa il patto per andare al governo, anche perché è lo stesso Salvini che da giorni lascia intendere pubblicamente che potrebbe aprire a un possibile governo con il M5s. Inoltre sembra sia in atto al Sud una campagna acquisti condotta sottotraccia dalla Lega. Il Carroccio, in queste ore, sta imbarcando personale politico utile a rafforzare la leadership di coalizione conquistata con il voto politico.  

Quindi il centro-destra sta per rompersi?
Per il momento no. Anzi, ieri a Palazzo Grazioli Berlusconi, Salvini e Meloni si sono incontrati, hanno pranzato e, dopo oltre due ore, hanno annunciato che «il centrodestra propone ai capigruppi parlamentari un comune percorso istituzionale che consenta alla coalizione vincente (il centro-destra) di esprimere il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare M5s il presidente della Camera». La nota invitava poi le altre forze politiche a un incontro congiunto per la definizione dell’accordo, invito a cui il Pd ha subito detto no («Non partecipiamo a incontri i cui esiti sono già scritti»). Il candidato del centro-destra per la presidenza del Senato dovrebbe essere Paolo Romani di Forza Italia, o in alternativa Anna Maria Bernini, anche lei forzista. Un punto per Berlusconi, che però ha dovuto cedere a Salvini sulla candidatura in Friuli Venezia Giulia, dove si voterà per scegliere il presidente della regione il prossimo 29 aprile. Correrà Massimo Fedriga, fedelissimo del leader leghista, e non il berlusconiano Renzo Tondo.   • Per la Camera invece?
Il M5s punta su Riccardo Fraccaro, che nella passata legislatura s’è battuto per l’abolizione dei vitalizi. Oppure su Roberto Fico, che finora s’è dichiarato poco disposto ai compromessi e difensore della purezza iniziale del Movimento, e sarebbe quindi sostenuto dallo stesso Beppe Grillo. Ma mentre al Senato dalla terza votazione basta la maggioranza semplice per eleggere il presidente, Di Maio a Montecitorio avrà bisogno del 50%+1 dei voti, e non è detto che sia così semplice ottenerlo. A guidare le votazioni a Montecitorio sarà Roberto Giachetti del Pd, vicepresidente della Camera nella scorsa legislatura, mentre a Palazzo Madama toccherà a Giorgio Napolitano in qualità di senatore più anziano. A margine del totonomi, è doveroso ricordare che fare il presidente di una delle due Camere è un lavoro difficile e impegnativo. Come ha scritto Antonio Polito sul Corriere della Sera «un presidente deve garantire pari dignità e accesso a tutti i parlamentari. Si svolge sulla base di regolamenti lunghissimi e dettagliatissimi, con alle spalle uffici competentissimi e potentissimi. A una matricola riesce difficile imparare il mestiere in pochi anni, figuriamoci in pochi mesi. Ci sarà una ragione se Laura Boldrini e Pietro Grasso, assoluti principianti del Parlamento cinque anni fa, non sono mai stati percepiti come super partes nel corso della legislatura; e meno che mai nel finale di legislatura, quando hanno scelto di fondare e guidare un partito».  

E
quando cominciano le consultazioni al Quirinale? 
Prima bisogna eleggere i capigruppo che, con i leader dei partiti, andranno al Colle. Dopo Pasqua, il 3 aprile, avranno inizio le consultazioni: Mattarella ascolterà le forze politiche e poi, probabilmente il 9 aprile, deciderà a chi dare l’incarico per formare il governo. L’incarico potrà essere esplorativo, se la situazione è incerta come appare adesso. Altrimenti si tratterà di un mandato pieno.  

Si è mosso qualcosa sul fronte delle alleanze di governo?
Nonostante l’accordo per l’elezione dei presidenti delle camere, il resto rimane bloccato. La notizia principale degli ultimi giorni è che Berlusconi sarebbe disposto a favorire la nascita di un governo a guida grillina pur di non tornare subito al voto. «Noi non abbiamo preclusioni nei confronti del Movimento e pensiamo si possa trovare un’intesa su un governo di programma», ha fatto trapelare il Cavaliere ai giornali. L’ipotesi è stata confermata ieri da Giovanni Toti («Un governo con i 5 stelle? È una soluzione»). Il problema è che l’offerta è irricevibile per quelli del M5s che perderebbero la faccia con i loro sostenitori facendo un governo con Berlusconi, per Grillo e i suoi «il male assoluto». E poi chi dovrebbe guidare questo governo formato da M5s, Forza Italia e Lega? Il Movimento finora è stato intransigente su questo punto: l’unico governo possibile per loro è quello con Di Maio premier. E Salvini non sembra disponibile a un ruolo di secondo piano. Ci aspettano giorni di tattiche, indiscrezioni e trattative per lo più inutili. A chi ipotizza un governo del Presidente con arruolamento di parlamentari a destra e sinistra, dal Colle hanno già fatto sapere che «non esiste alcun partito di Mattarella». (leggi)

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