Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  marzo 22 Giovedì calendario

Wolff, team principal Mercedes: «Hamilton come Schumacher. Per noi è più di un pilota»

Un polso immobilizzato dopo un incidente sugli sci: l’unico problema della Mercedes è la frattura che obbliga il team principal Toto Wolff a indossare un tutore. «Colpa di un principiante», racconta durante una giornata a Villastellone, vicino a Torino, all’inaugurazione del nuovo centro ricerche Petronas. Ultima tappa prima della partenza per Melbourne.
Dopo i test di Barcellona si sente di nuovo davanti alla concorrenza?
«Io non mi sento mai “davanti alla concorrenza” (lo dice in italiano, ndr), perché sarebbe l’inizio della fine. Sono sempre prudente, moderatamente ottimista perché i test sono andati bene. Abbiamo fatto le prove generali, aspettiamo la prima».
Il rivale più pericoloso: Red Bull o Ferrari?
«Entrambe».
Nei test non avete provato le qualifiche: siete convinti di avere ancora un vantaggio?
«Le nuove mescole iper soft non saranno utilizzate a Melbourne e sono buone per uno, al massimo due giri, mentre noi volevamo raccogliere più dati possibile sulle gomme».
Un pronostico sul Gp di domenica?
«Non sono bravo nelle previsioni. E preferisco non rivelare le mie aspettative».
Hamilton spera di fare un annuncio a breve. Parla del contratto?
«Lewis vuole stare con noi e noi vogliamo che lui resti. Si tratta solo di sedersi intorno a un tavolo e di discutere i dettagli. Non abbiamo fretta: può essere tra due giorni come tra due mesi».
L’anno scorso abbiamo visto probabilmente il miglior Hamilton della carriera: che cos’è cambiato nel vostro rapporto? Può raggiungere il record dei 7 Mondiali di Schumacher?
«Il 2016, con la vittoria di Rosberg, è stato pesante per lui. Ci siamo seduti intorno a un tavolo e abbiamo tirato fuori tutto, gli alti e bassi, le frustrazioni, le arrabbiature. Così è cominciato un nuovo rapporto. Da un anno e mezzo Lewis è sempre più parte del team. È un piacere lavorare con lui. Il segreto del successo di Michael Schumacher è stato proprio questo: lui per la Ferrari era più che un pilota velocissimo: faceva strutturalmente parte del team».
Che cosa deve fare Bottas per meritare il rinnovo?
«Ha corso delle belle gare, ora deve consolidare i risultati. Se continua a reggere la sfida con Lewis e ad andare forte è a posto».
Qual è la chiave per vincere il campionato?
«Non esiste una formula magica: devi avere insieme affidabilità e prestazioni, integrare power unit e telaio, capire le gomme e farle funzionare al meglio. Alla fine serve il pilota che ottenga il risultato».
Cosa aveva la Mercedes 2017 più della Ferrari?
«Alla Ferrari sono costati cari l’incidente di Singapore e il ritiro in Malesia, oltre che il risultato di Monza. Quando la sfida è così serrata, non puoi permetterti tre giornate no».
Il giro d’onore in parata a Monza, la Ferrari non ve l’ha perdonato. Chi l’ha deciso?
«Abbiamo un grande rispetto per la Ferrari. Non c’era nulla di organizzato, è stata una manovra spontanea dei due piloti. Non voleva certo essere un gesto provocatorio».
Marchionne ha minacciato di abbandonare la F1 nel 2021 se con le nuove regole sarà snaturato il Dna delle corse.
«Siamo d’accordo al cento per cento. Abbiamo tutti una visione chiara di ciò che la Formula 1 rappresenta, anche se noi ci esprimiamo in termini diversi. Non dobbiamo manipolare il Dna delle corse».
Un altro tecnico ha lasciato la Fia per andare in un team.
«Sì, Laurent Mekies sarà alla Ferrari da settembre. Lo sapevamo, Maurizio Arrivabene ci aveva informati. Per noi non è un problema».
Andrea Kimi Antonelli, 11 anni, è un vostro pilota: dove l’avete scovato?
«Ce l’ha presentato Giancarlo Minardi a Monza. A me piace tornare alle radici delle corse. La F1 è business esasperato, al punto che a volte dimentico come ci sono arrivato. Andrea Kimi è ancora agli inizi, ma ha già dimostrato un enorme talento. Non dovremmo mettergli troppa pressione raccontando che è un pilota Mercedes...».