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 2018  marzo 22 Giovedì calendario

Se gli algoritmi colgono il «sentiment» del mercato. Il boom delle Social media analytics

Creare intelligenza dal caos. È questo lo scopo delle società che lavorano nel campo della Sma, la Social media analytics. Un settore nuovo, alimentato negli ultimi anni dall’esplosione dei social network. Ormai – stando ai dati elaborati dall’osservatorio Global digital Statshot – il 40% della popolazione mondiale è attiva sui social. Una massa critica di 3 miliardi di persone probabilmente destinata a crescere a giudicare dall’arrivo di nuovi social (non ci sono infatti solo Facebook, Twitter, Instagram). In poche parole, se gli abitanti dei social network fossero uno Stato, questo Stato avrebbe una popolazione superiore a quella che oggi contano i tre più popolosi Stati del pianeta, nell’ordine Cina, India e Stati Uniti.
È quindi evidente che i mercati finanziari non possono ignorare questo fenomeno. In alcuni casi lo subiscono attraverso forme di manipolazione (si veda articolo in alto); in altri casi, un’analisi accurata dell’enorme mole di dati sfornata ogni giorno dall’universo dei social può essere un valore aggiunto per chi cerca dal trading, ma anche da una strategia di investimento orientata più nel lungo periodo, la possibilità di accrescere il proprio patrimonio finanziario. Un esempio arriva da iSentium, una startup fondata nel 2008 negli Stati Uniti che in questi anni ha fatto molta strada sviluppando algoritmi d’intelligenza artificiale che scandagliano continuamente le conversazioni in rete. Queste, poi, creano un punteggio compreso nella forchetta da -100 fino a +100. Valori che, alla fine, vengono uniti e sfruttati per creare la strategia di trading. 
Una strategia che paga: secondo quanto dichiara la stessa società sfruttando gli algoritmi sul sentiment riferiti all’S&P500, la società tra inizio 2014 e luglio 2016 ha generato un ritorno cumulato del 67,23% (rispetto al +23,33% di una tradizionale strategia «buy and hold» sullo stesso indice).
Riuscire attraverso sofisticati algortimi a cogliere il “sentiment” di mercato può offrire un indubbio vantaggio competitivo. Ecco perché nel 2017 gli investimenti diretti delle società finanziarie nell’Artificial intelligence (Ai) sono stati circa 1,5 miliardi di dollari. Nel 2021 dovrebbero raggiungere quota 2,8 miliardi (dati Opimas). Inoltre, non è un caso che il Financial stability board (Fsb) sottolinei come i fondi quantitativi, che gestiscono circa 1.000 miliardi di dollari, facciano ampio uso dell’Ai. Il numero delle società attive nel comparto è in rapida ascesa. Tra queste si segnala anche la statunitense Portware che, analizzando volatilità e anomalie nel flusso degli ordini, sceglie autonomamente la migliore strategia d’investimento.
Anche BlackRock, la più grande società di investimento al mondo che gestisce un patrimonio superiore ai 5mila miliardi di dollari, sta sviluppando un nuovo sistema pubblicitario che utilizza l’analisi del “sentiment” ricavato dai messaggi su Twitter e altri fonti digitali per determinare quando pubblicizzare fondi specifici nella sua vasta gamma di prodotti negoziati in Borsa. Non sarà in questo caso intelligenza, ma dal caos si può anche ricavare pubblicità.