La Gazzetta dello Sport, 22 marzo 2018
L’inchiesta sul Milan, un fascicolo riemerso dopo le elezioni. Si segue la pista dei soldi
Tanto tuonò che piovve. Già a gennaio si era ipotizzato di una possibile inchiesta sulla vendita del Milan (lo scrissero Stampa e Secolo XIX), ma solo ieri si è avuta la conferma del fascicolo aperto in Procura a Milano con al centro i flussi finanziari che hanno portato il club rossonero dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle dell’imprenditore cinese Li Yonghong per 740 milioni di euro. Al momento è quasi un atto dovuto, tanto che il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale ha utilizzato il «modello 45»: senza ipotesi di reato e, ovviamente, senza indagati.
RISCALDAMENTO In realtà siamo solo all’antipasto di quella che potrebbe diventare un’indagine corposa a caccia di possibili fondi offshore. Inchiesta complicata perché porta in sentieri inesplorati (su tutti la Cina) dove la giustizia italiana potrebbe fare un buco nell’acqua anche in presenza di rogatorie. Ma seguire i soldi è l’unica traccia possibile. Del resto tutto nasce dalle tre segnalazioni di «operazioni sospette» fatte dall’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia e trasmesse al Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Milano. La relazione, una decina di pagine, delle Fiamme gialle era approdata in Procura a fine dicembre. Un paio di settimane dopo ecco la fuga di notizia sull’inchiesta e la smentita di Francesco Greco: «Allo stato non esistono procedimenti penali sulla compravendita del Milan. Per vicende di questo tipo così fumose e complicate, dove non si sa quali siano le parti in causa, non si procede subito alle iscrizioni», aveva spiegato il procuratore capo di Milano. Proprio quel passaggio «allo stato» aveva fatto drizzare le antenne ai cronisti. La sensazione, più di una sensazione, era che i magistrati non volessero aprire un fronte giudiziario delicato che in qualche modo potesse essere strumentalizzato contro Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale. Ecco perché la notizia di ieri non ha meravigliato nessuno. Era attesa.
SVILUPPI Ora toccherà al dipartimento «Affari internazionali-Reati economici transnazionali» guidato da De Pasquale valutare se i sospetti avanzati dalla Finanza (riciclaggio in primis) siano meritevoli di approfondimenti. In questo caso il fascicolo passerà a modello 44 (con ipotesi di reato) e la caccia, seguendo la scia dei soldi, punterà alle persone fisiche. Dalle parti della Fininvest, però, questo scenario non toglierà il sonno. Nei mesi scorsi più volte l’avvocato Niccolò Ghedini, storico difensore di Berlusconi, e Salvatore Pino, legale di Fininvest, erano stati in Procura da Greco per informare la Procura «passo dopo passo» sull’operazione Milan. Ecco perché, nel caso le indagini portassero a scoprire delle irregolarità nei soldi utilizzati da Li per acquistare il club rossonero, Fininvest si riterrebbe parte lesa.