Il Sole 24 Ore, 22 marzo 2018
Il Milan ha debiti per 577 milioni
L’Ac Milan a caccia di soldi a Londra. L’a.d. del club, Marco Fassone, oggi e domani illustrerà il business plan a potenziali finanziatori nella city. Secondo indiscrezioni, punta a raccogliere 350-400 milioni di euro.
Fassone cerca i soldi per coprire le esigenze di gestione e per sostituire il prestito di 303 milioni concesso dal fondo Elliott per chiudere la cessione del 99,93% del club dalla Fininvest a Yonghong Li, il misterioso cinese di Hong Kong ufficialmente considerato il proprietario del Milan. Ma la proprietà è opaca.
Merrill Lynch ha un incarico fino a metà aprile per trovare finanziatori che forniscano la provvista per rimborsare sia i 123 milioni prestati da Elliott alla squadra di calcio (al tasso del 7,7% annuo) sia i 180 milioni prestati (all’11,5%) alla società creata per rilevare il Milan, la Rossoneri Sport Investment Luxembourg Sàrl. La proprietà di questa società viene attribuita a Mr. Li. Ma dai dati disponibili risulta che, attraverso altre due società via Lussemburgo e Hong Kong, la proprietà è al 100% della Rossoneri Advanced Company Ltd. delle British Virgin Islands, un paradiso fiscale. Chi c’è dietro questo schermo?
Sia le azioni del Milan sia le quote della Rossoneri lussemburghese sono in pegno a Elliott. Se i debiti, più circa 70 milioni di interessi, non venissero rimborsati entro il 15 ottobre, il Milan – spiega una fonte autorevole – verrebbe messo all’asta. Elliott come creditore pignoratizio potrebbe prendersi il Milan, a meno che qualcuno non si presenti a saldare il debito.
I conti rimangono in profondo rosso e i debiti aumentano. Il Milan “cinese” ha spostato la fine dell’esercizio al 30 giugno, non più l’anno solare. Il bilancio di sei mesi, al 30 giugno 2017, mostra che i ricavi consolidati (escluse le plusvalenze) sono pari a 102,7 milioni, inferiori ai 118,7 milioni del corrispondente periodo 2016.
Il bilancio semestrale 2017 ha una perdita netta consolidata di 32,6 milioni, poco meno dei -34,2 milioni del semestre 2016. Se si facesse un bilancio pro forma di 12 mesi, al 30 giugno 2017, il Milan avrebbe una perdita di 73,3 milioni, la più alta della serie A (l’Inter ha dichiarato una perdita consolidata di 24,6 milioni, l’As Roma di 42 milioni).
I debiti totali lordi del Milan sono saliti dai 309,4 milioni di fine 2016 a 377,3 milioni, di cui 140 milioni di debiti finanziari netti. A questi si aggiungono i 180 milioni di debiti della scatola lussemburghese. Tutto il “sistema Milan” quindi al 30 giugno aveva 557 milioni di debiti lordi.
Il patrimonio netto consolidato è passato da un negativo di 50,4 milioni a fine 2016 a un positivo di quasi 30 milioni. Questo è avvenuto contabilizzando tutto l’aumento di capitale di 60 milioni deliberato dall’assemblea il 18 maggio 2017, che è stato però versato solo dopo la chiusura dell’esercizio.
Il Milan “cinese” non ha rispettato il business plan che prevedeva per la stagione in corso un aumento dei ricavi del 32% a 273 milioni. La spinta doveva venire da 90 milioni di ricavi dalla Cina. Ma i ricavi cinesi sono quasi a zero.