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 2018  marzo 22 Giovedì calendario

Africa, storico accordo fra 44 Paesi. Nasce la zona di libero scambio

Il progetto godrà sicuramente della simpatia di tutto il mondo e suscita grandi speranza, se poi arriveranno anche i risultati economici vedremo, comunque la notizia è che 44 Paesi africani hanno deciso di unirsi in un accordo di libero scambio, primo passo verso un auspicato Mercato Unico africano come quello che abbiamo realizzato in Europa. Le firme sono state apposte durante un vertice dell’Unione africana a Kigali, in Ruanda, completando tre anni di processo negoziale.
Fino a poco tempo fa un evento del genere sarebbe stato poco significativo, per due motivi: primo, le singole economie africane erano gracili; secondo, scambiavano pochi prodotti fra loro, mentre il modello del loro commercio estero seguiva il tipico paradigma centro-periferia. In parole povere quello che i singoli Paesi africani importavano e esportavano aveva come terminale l’Europa e gli Stati Uniti (di recente anche la Cina) mentre i Paesi africani quasi si ignoravano fra loro. In queste condizioni abbattere le barriere tariffarie sarebbe servito a poco.
Ultimamente però le cose sono cambiare in meglio. Pur senza essere diventata ricca (ci vorrà ancora parecchio) l’Africa ormai è cresciuta fino a un prodotto lordo consistente: la somma di tutti gli Stati è compresa (a seconda delle stime) fra i 2100 e i 2800 miliardi di euro (e stiamo parlando proprio di miliardi, non è un refuso per milioni). In secondo luogo, gli scambi commerciali inter-africani non sono più irrilevanti: sono qualcosa su cui si può lavorare, abbattendo le barriere tariffarie.
Però l’accordo non è unanime: i Paesi africani sono 55 ma 11 si sono defilati, perché temono le conseguenze sociali della liberalizzazione delle economie che comporta la fine dei dazi. E fra chi non ci sta spicca la Nigeria, proprio la maggiore economia africana. Chissà, magari ha ragione di preoccuparsi chi vuol tenersi le barriere; però l’unione commerciale africana sembra un bell’esperimento.