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 2016  agosto 29 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Parlando di ricostruzione, abbiamo già qualche numero. Il terremoto del 24 agosto dovrebbe costarci una decina di miliardi, forse 15. La messa in sicurezza delle scuole italiane, per metà a rischio, pretende uno stanziamento di una quarantina, o forse una cinquantina, di miliardi. La ristrutturazione di tutto il patrimonio pubblico italiano, 80-100 miliardi: il 70% del patrimonio pubblico italiano è fuori norma.

Se si volesse sistemare tutto, pubblico e privato?
Se si volesse sistemare tutto - pubblico e privato - bisognerebbe procurarsi 360 miliardi, cifra confermata l’altro giorno dal ministro Delrio. Sembrano numeri enormi, ma in cinquant’anni, senza minimamente risolvere il problema, abbiamo speso per interventi post-terremoto 190 miliardi (stime Ania). Se ci mettiamo le altre catastrofi, tipo le alluvioni, i miliardi diventano 250. Si tratta di decidere se è meglio intervenire dopo, senza aver risolto il problema, o prima, risolvendolo.  

È giusto aiutare i privati a mettere in sicurezza la propria casa?
I privati sono un problema a parte. Le norme di adesso escludono dagli aiuti le seconde case, che è un assurdo. Le norme di adesso, come abbiamo già scritto, sono un guazzabuglio di regole e avvertenze, in cui, per esempio, si perdono una novantina di pagine per stabilire che cosa deve intendersi per «edificio». Ci vuole un pensiero normativo di tipo nuovo, e anche una lingua di tipo nuovo con cui scrivere le leggi, ad oggi volutamente incomprensibili anche a un cittadino di cultura medio-alta. Poche pagine, poche parole essenziali e chiare, che permettano di muoversi agevolmente su un terreno che è drammatico: abbiamo la certezza di una sequenza di terremoti da 6-7 gradi della Scala Richter, che si susseguiranno implacabilmente nei prossimi anni, distruggendo e uccidendo, se non faremo niente. Non sappiamo esattamente il dove e il quando, ma sappiamo che arriveranno, al ritmo di uno ogni quattro-cinque anni.  

Queste misure, lo ha detto lei, non portano voti.
Forse a questo punto è maturata una sensibilità generale, e potrebbe darsi che questa sensibilità generale renda fruttifero anche dal punto di vista del consenso il far qualcosa. E senza troppi magnatori di professione, e senza troppi politici amici dei magnatori di professione. In Irpinia si passò dai 99 comuni disastrati dichiarati subito dopo il sisma, ai 643 riconosciuti dal governo Forlani, e ai 687 finali. Cioè mettiamoci in testa che non solo la nostra classe politica è fatta di imbroglioni, è il popolo italiano stesso, colpevole al pari dei politici anche se su internet si indigna, a imbrogliare ogni volta che è possibile.  

In Giappone la previsione non è di un terremoto del sesto grado ogni quattro-cinque anni, ma di duemila terremoti all’anno superiori ai tre gradi della scala Richter, e soprattutto di un grande sisma che al 70% colpirà Tokyo entro trent’anni, provocando 300 mila morti.
Lo scorso aprile una sciame da un migliaio di scosse, due delle quali di magnitudo 6,2 e 7, colpirono la prefettura di Kumamoto, due milioni di abitanti, e 800 mila concentrati nel capoluogo Kumamoto. I morti sono stati soltanto 49. Nell’area di Tokyo - un agglomerato di 35 milioni di abitanti - basterebbe un terremoto del 7° grado per uccidere 23 mila persone. «Uno scenario altamente imminente» secondo gli esperti di laggiù. Questa consapevolezza ha fatto sì che il popolo giapponese sia educato al rischio terremoto fin dall’infanzia. Da ultimo è uscito un manuale di 300 pagine, distribuito a tutti, con le istruzioni del pupazzetto Mamoru, chiarissime. Se volessimo fare qualcosa di simile dovremmo bombardare di messaggi terroristici i nostri programmi tv, introdurre lo studio della normativa sulla sicurezza nella scuola, preparare gli insegnanti, organizzare simulazioni periodiche, una volta l’anno o due, e intanto procedere negli investimenti. Non so, mi immagino che i sindacati si opporrebbero (impedirono una volta un’esercitazione sul Vesuvio), gli insegnanti chiederebbero soldi, ci sarebbero scioperi, e le solite contumelie in rete. Ma forse ho torto. I giapponesi, comunque, spendono moltissimo per minimizzare i danni da sisma. E nel dubbio buttano giù le case e ricostruiscono.  

Non si potrebbe cominciare con un sistema di assicurazioni? So che fanno così in Francia, Belgio, Spagna, Germania, Inghilterra.
Ho letto che basterebbero cento-cinquanta euro l’anno per assicurare un appartamento. Il problema è che le assicurazioni potrebbero farsi carico del problema solo se tutti fossero obbligati a stipulare una polizza, anche quelli che hanno un rischio bassissimo. Mentre se si assicurassero solo quelli a rischio alto, le compagnie andrebbero rapidamente in malora. Si tratta di movimenti finanziari enormi: e infatti, secondo gli studi che sono stati fatti finora, le compagnie interrverrebbero consorziandosi e vendendo poi una parte del rischio al resto del mondo, in modo da attutire il più possibile l’impatto di un evento davvero catastrofrico. Che può sempre capitare. (leggi)

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