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 2016  agosto 29 Lunedì calendario

Ecco dove (non) sono andati i turisti in vacanza

Nel corso dell’ultimo anno il terrorismo islamico è riuscito a cambiare alcune delle principali rotte turistiche internazionali. Francia e Turchia, duramente colpite dagli attacchi, hanno visto diminuire in maniera sensibile i flussi di viaggiatori. Egitto e Tunisia, colpite soprattutto l’anno scorso, hanno subito danni ancora più gravi, con l’arrivo di turisti che nel primo Paese si è quasi dimezzato. Ma il settore dei viaggi ha anche dimostrato la sua resilienza agli attentati: nonostante l’incremento degli attacchi, il numero di viaggiatori complessivamente continua a crescere. Secondo alcune società di ricerca specializzate, come il World Travel and Tourism Council (WTTC), la spesa per viaggi nel 2016 aumenterà nel mondo del 3,1%, più della crescita globale, ferma al 2,3%. E mentre alcuni Paesi soffrono per gli attacchi, altri, come Italia e persino Bulgaria, hanno visto arrivi di turisti stranieri più massicci delle aspettative.
LA CRISI DI PARIGI
Il Paese più vicino a noi ad aver subito un calo nel numero dei visitatori è la Francia, dove tra novembre e luglio più di 200 persone sono morte in una serie di attacchi terroristici. In tutto, dal gennaio 2015, ci sono stati 11 attentati nel Paese, ai quali si sono aggiunti scioperi, manifestazioni contro la legge sul lavoro e controlli meticolosi che spesso hanno contribuito a spaventare i visitatori. Lo scorso 23 agosto, il ministro degli Esteri e del Turismo francese, Marc Ayrault, ha detto che gli arrivi di turisti stranieri sono calati del 7% nei primi sette mesi dell’anno. La regione più colpita è quella di Parigi, con un calo dell’11,4 % nelle prenotazioni degli alberghi e la perdita di un miliardo di euro. Le principali attrazioni turistiche della città hanno registrato dei veri e propri crolli nelle visite: il Grand Palais ha perso il 43,9% dei turisti, l’Arco di Trionfo il 34,8% e Versailles il 16,3%. La paura degli attacchi ha colpito soprattutto i visitatori orientali, con un calo del 46,2% negli arrivi dal Giappone. Il calo del 35% negli arrivi dei russi è invece imputato alla cattiva situazione economica del Paese. Anche gli arrivi degli italiani sono calati del 27%, confermando in parte i sondaggi che mostrano come il terrorismo sia una delle principali preoccupazioni dei nostri connazionali (nonostante nel nostro Paese non ci sia stato fino a questo momento nemmeno un morto a causa del terrorismo islamico). La Francia è il Paese al mondo con più visitatori e con il 9 per cento di Pil dovuto al settore turistico è uno dei Paesi europei che rischia di essere più danneggiato da questo tipo di attacchi. Ma per quanto possa essere grave la situazione per gli operatori turistici francesi, nella parte orientale e meridionale del Mediterraneo le cose vanno molto peggio.
NON SOLO ISIS
Per la Turchia il turismo rappresenta circa il 12% dell’economia, un terzo più di quanto pesi lo stesso settore in Francia. I turisti sono importanti anche perché ogni anno portano nel Paese quasi 30 miliardi di valute estere pregiate, come dollari ed euro, che forniscono un aiuto prezioso a un Paese che ha una moneta molto debole come la lira turca (la valuta che nel 2015 è andata peggio al mondo). La Turchia è stata duramente colpita a partire dall’estate scorsa da una serie di attentanti, alcuni compiuti dagli estremisti islamici dell’Isis, altri dagli indipendentisti curdi. Solo una minoranza degli attacchi ha preso di mira strutture o aree turistiche, mentre la gran parte si sono concentrati contro obbiettivi politici, come manifestazioni e caserme della polizia. Ma l’impatto sul turismo è stato ugualmente devastante. Nel 2015 gli arrivi sono calati del 10%, mentre nei primi sei mesi del 2016 c’è stato un altro calo, superiore al 40%. Si tratta di dati che non tengono conto degli effetti del tentato colpo di Stato dello scorso luglio, che probabilmente spaventerà ulteriormente i visitatori. Il turismo è altrettanto importante per l’economia tunisina, dove conta per circa il 12,6% del Pil e occupa l’11,5% dei lavoratori. In Tunisia, i terroristi si sono concentrati nel prendere di mira i visitatori stranieri, nel tentativo di causare una crisi economica in grado di rovesciare il governo, ancora oggi l’unico governo democratico al potere in un Paese arabo. Gli attacchi sono avvenuti soprattutto nel corso del 2015: a marzo, con l’attacco al Museo del Bardo, e a giugno, con l’attacco alla spiaggia di Sousse. I visitatori sono scesi da 7 a 5,5 milioni e il fatturato del settore si è più che dimezzato, passando da 3,5 miliardi di dollari a 1,5. Nei primi tre mesi dell’anno, i visitatori sono scesi del 18% e un calo ancora più pronunciato è atteso nel secondo trimestre. La Tunisia, dicono le società di ricerca, potrebbe essere salvata dall’arrivo dei turisti russi, che hanno modificato le loro destinazioni dopo che l’abbattimento di un aereo militare russo da parte dell’aviazione turca ha spinto il presidente Vladimir Putin a mettere una serie di ostacoli e sanzioni sulla Turchia, una destinazione un tempo molto popolare per i turisti russi. L’Egitto è probabilmente il Paese a essere stato più colpito quest’anno. Soltanto nei primi tre mesi del 2016, il calo degli arrivi è stato superiore al 40%, e questo in un Paese che dal turismo dipendente tanto quanto la Tunisia: 11,4% del Pil e 10,5% dei lavoratori. Il crollo degli arrivi è cominciato con l’abbattimento lo scorso ottobre del volo Metrojet diretto da Sharm el Sheik a San Pietroburgo: 219 delle 224 vittime erano cittadini russi. Da allora, diverse compagnie aeree, tra cui British Airways, hanno sospeso i voli diretti nella penisola del Sinai, una delle principali località turistiche del Paese. Se i turisti russi possono essere la salvezza per la Tunisia, la loro fuga da Sharm el Sheik è un segnale inquietante per l’Egitto.
IL BOOM DI VARNA
Ma dove c’è chi perde, c’è anche chi ci guadagna. I cali dei flussi verso Francia e paesi della sponda sud del Mediterraneo hanno significato un aumento di arrivi in Spagna, Portogallo, Italia e Bulgaria – con arrivi che entro la fine dell’anno potrebbero crescere fino al 20%, secondo il World Travel & Tourism Council. In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi ad agosto da Federturismo Confindustria, gli arrivi sono aumentati del 10%, soprattutto grazie ai maggiori arrivi di francesi, tedeschi e britannici. Ancora meglio è andata alla Spagna, con un incremento del 16,5% nei primi sei mesi dell’anno. Ma la sorpresa principale è probabilmente la Bulgaria, una meta fino a pochi anni fa poco frequentata dai turisti occidentali. Nei primi sei mesi del 2015, l’incremento degli stranieri è stato del 15%, con gli arrivi dei tedeschi che sono schizzati addirittura a più 62%. La Bulgaria è apprezzata soprattutto per i suoi resort sul Mar Nero, dove il clima continua a essere mite anche quando la tradizionale stagione turistica è finita. Se dovete ancora organizzare le ferie, a Varna, la principale località turistica bulgara, si prevede un settembre di sole, con una temperatura media di 25 gradi...