
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi vuole sospendere per un anno i processi per i reati minori in modo che la magistratura si concentri sui delitti più gravi: omicidi, mafia, terrorismo, stragi, contrabbando, rapine, morti bianche, traffico di droga, riduzione in schiavitù. Tutte pene, insomma, che prevedono condanne superiori ai dieci di anni di carcere.
• E’ una buona idea?
E’ senz’altro una buona idea. Oltre tutto le aule dei tribunali (stiamo parlando delle cause penali) sono intasate da processi assolutamente inutili, perché l’eventuale condannato, grazie all’indulto votato ai tempi di Prodi, tornerà subito libero. La sospensione dei processi verrà inserita nel decreto sicurezza adesso in discussione al Senato, approvazione prevista per martedì prossimo. Una sospensione dei dibattimenti meno importanti e più vecchi era stata proposta anche in altri momenti, per esempio c’è’ stato un protocollo del procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, che a suo tempo ricevette il plauso del Consiglio superiore della magistratura.
• Se è una buona idea, perché sento da tutte le parti gridare allo scandalo, frasi come «il dialogo è finito» oppure «Berlusconi è sempre Berlusconi e pensa solo a salvare se stesso»?
Perché tra i processi che verrebbero sospesi c’è anche quello relativo all’avvocato Mills e che vede imputato, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, lo stesso Berlusconi. L’accusa dice che Berlusconi avrebbe pagato 600 mila dollari a questo avvocato Mills per persuaderlo ad addolcire la testimonianza nel processo per la corruzione della Guardia di Finanza (dove Berlusconi è già stato assolto) e per quello relativo al finanziamento illecito di Craxi (assoluzione e prescrizione). Berlusconi non vuole correre rischi in questo affare Mills, anche se c’è un testimone, il banchiere svizzero Paolo Del Bue, che non si presenta e la sta mandando alle calende greche e dunque la prescrizione è molto probabile. C’è pure la possibilità che il premier sia assolto (anche se Repubblica giura di no), ma in ogni caso anche una condanna mite per corruzione in atti giudiziari potrebbe essere pregiudizievole per il Cavaliere sia a livello internazionale che nazionale, vedi eventuale elezione alla presidenza della Repubblica nel 2013. Quindi è vero che Berlusconi non ne vuol sentir parlare: ha anche annunciato l’intenzione di ricusare il giudice del processo Mills, dottoressa Nicoletta Gandus.
• Ah. E si può fare?
Si può fare. Tu puoi sostenere che il giudice che ti deve giudicare non è sereno ed è prevenuto nei tuoi confronti. Chiedi dunque che il processo sia spostato in un’altra sede. Si tratta - intendiamoci bene - di ricominciare tutto daccapo. Cioè: prescrizione garantita, se la ricusazione viene ammessa. La giudice Gandus, un leader di Magistratura democratica, ha firmato certi appelli in cui si sostiene che nella legislatura 2001-2006 Berlusconi ha varato leggi ad personam. il guaio dei magistrati italiani e del loro far politica: se fanno politica, quando vogliono processare i politici sono sospetti. Esattamente come i politici quando, con l’aria di varare provvedimenti opportuni, ottengono di fatto l’accantonamento dei propri guai.
• Il casino per una faccenda simile non è esagerato?
No, perché Lega e An sono d’accordo fino a un certo punto. Hanno detto al premier: su questa cosa, per favore, la faccia ce la metti tu. Berlusconi non si è fatto pregare e ha dovuto assumersi la paternità dell’emendamento scrivendo una lettera ufficiale al presidente del Senato in cui annuncia il suo appoggio incondizionato agli emendamenti e la sua intenzione di ricusare la Gandus. Nella lettera vi sono frasi pesantissime relative al processo Mills: «Ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria». Schifani ha letto la lettera in aula. Il conflitto istituzionale è in atto.
• Sarebbe?
Il capo del governo attacca la Magistratura. Questo attacco è pronunciato in Senato attraverso la bocca del suo presidente, che è la seconda carica dello Stato. Il presidente della Repubblica, che aveva firmato un certo decreto sulla sicurezza, si vede ora modificare quel decreto in corso d’opera e, al momento della conversione, dovrà controfirmare norme che non ha condiviso. Il presidente della Repubblica è anche presidente del Csm, cioè è il capo dei giudici. Si dice, nei palazzi della politica, non solo che è furibondo ma che, nonostante ieri sera abbia avuto un colloquio di due ore con Berlusconi, stia seriamente pensando di respingere il decreto alle Camere. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/6/2008]
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