
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Merkel perde vincendo ed è nei guai

Merkel continuerà la sua carriera di Kanzlerin per altri quattro anni, ma di fatto ha perso le elezioni: il suo partito, la Democrazia cristiana tedesca o Cdu, alleata con i bavaresi della Csu, aveva il 41% nel 2013 e si trova adesso - più o meno - al 33,2 (lo spoglio è in corso). Hanno perso malamente anche i socialdemocratici, alleati di governo di Angela nella legislatura appena chiusa. Avevano il 25,7 e hanno chiuso questa partita al 20,8. Questi smottamenti sono andati a vantaggio di tutti gli altri. La sinistra Die Linke passa dall’8,2 all’8,9. I Verdi erano al 7,3 e stanno ora al 9,3. I liberali del Freie Demokratische Partei (Fdp) l’altra volta non era entrati in Parlamento per via dello sbarramento al 5% (avevano preso il 4,8) e adesso avranno invece una sessantina di deputati grazie a un bel 10,1. Soprattutto hanno vinto le elezioni e risultano adesso il terzo partito, e il primo di quelli che stanno all’opposizione, i paranazisti dell’Alternative für Deutschland (Afd) che hanno raccolto una percentuale di consenso superiore anche a quella che gli era stata accreditata alla vigilia: il 13,2% contro l’11 dei sondaggi e il 4,7 del 2013. I veri vincitori sono loro. Entreranno in parlamento con una novantina di seggi.
• Facciamo il giochino destra-sinistra. La Germania sta più a sinistra o più a destra?
Mettendo Angela al centro, la sinistra resta sempre più forte. Socialdemocratici + Verdi + Linke fanno quasi il 40%. A destra, sommando Afd e i liberali non arriviamo neanche al 25. Sono però discorsi astratti perché né l’Fdp né nessun altro si alleerebbe mai con i paranazisti. A sinistra le differenze tra Linke e socialdemocratici sono abissali e non sono nemmeno sicuro che i Verdi tedeschi vadano messi senz’altro a sinistra, nonostante siano entrati sempre in governi a guida socialdemocratica. Nel 2001 il loro ministro Jürgen Trittin fece approvare un piano di riduzione progressiva dell’energia nucleare, a cui Angela ha rinunciato del tutto dopo Fukushima. Si dice che, anche grazie a questo, potrebbero entrare nel prossimo governo della Merkel. La avverto però che le divisioni destra/sinistra non hanno più senso né in Germania né in Italia, dove il ministro democratico Minniti va alla festa di Fratelli d’Italia, Grillo risulta incollocabile e all’orizzonte si profila un’alleanza tra Renzi e Berlusconi.
• Parliamo del prossimo governo della Merkel.
Per ora è un mistero. Angela ha cominciato dicendo: «Non si può fare nessun governo senza di noi» che, se vogliamo, è un’affermazione di debolezza. Ha aggiunto: «Certo, speravamo in un risultato migliore». Poi, sul seccesso dell’Afd: «Lavoreremo perché i loro elettori tornino a noi», frase che annuncia una svolta a destra piuttosto seria. La Bild ha ricordato che quello del 2017 è il risultato peggiore dei democristiani tedeschi dal 1949. Per la Spd - i socialdemocratici - questo, scrive sempre la Bild sul suo sito, è invece il risultato peggiore di sempre. I socialdemocratici, che sono stati al governo con la Cancelliera in quest’ultima legislatura, hanno annunciato il loro passaggio all’opposizione. Una scelta che, al momento, sembra irreversibile. Manuela Schwesig, dell’Spd ha anche aggiunto: «La leadership di Martin Schulz (il candidato che la Spd ha opposto alla Merkel) non è in discussione. Non siamo riusciti a essere baluardo contro i nazisti. Ma combatteremo ancora per la tolleranza e il rispetto di uomini e donne». In queste condizioni l’unica coalizione di governo possibile sembrerebbe quella che viene chiamata “Giamaica” perché formata dagli stessi colori della bandiera di quel Paese: il nero, il giallo e il verde di democristiani, liberali e verdi. Non sarà facile. Catrin Göring-Eckardt ha detto: «Ci saranno colloqui difficili, faremo solo quello in cui crediamo». Wolfgang Kubicki, vice leader dei liberali: «Non potete costringere i Verdi e noi a fare una coalizione solo perché la Spd si tira indietro». Sono prese di posizione che annunciano un prezzo da pagare piuttosto alto.
• C’è il rischio che si debba tornare alle urne?
La Cdu-Csu dovrebbe avere 220 seggi. Si tratta di trovarne un’altra ottantina. Verdi e liberali, con le loro percentuali, dovrebbero metterne insieme almeno una sessantina a testa. In teoria i seggi per formare una maggioranza ci sono. Escluderei un nuovo ritorno alle urne, punterei piuttosto sulla svolta a destra.
• Conseguenze per l’Europa?
Ci saranno problemi sugli immigrati e le aperture di Angela a siriani e iracheni. Christian Lindner, capo dei liberali, in un’intervista alla Bild ha detto che i rifugiati presenti sul suolo tedesco dovrebbero tornare a casa. «La rotta del Mediterraneo va chiusa». È prevedibile anche un rigore ancora maggiore sui conti pubblici. Per le allegrie italiane si annunciano tempi duri. • Commenti di quelli dell’Afd?
La segretaria del partito, Alice Weidel: «Milioni di elettori ci hanno affidato il compito di portare avanti un lavoro costruttivo di opposizione in Parlamento». L’altro leader dell’Afd, Alexander Gauland: «Siamo nel parlamento tedesco e cambieremo questo paese. Combatteremo contro Merkel o chiunque sarà alla guida del governo». Sono arrivati anche i complimenti della Marine Le Pen, dalla Francia: «Chapeau ai i nostri alleati dell’Afd per il suo successo storico! Questo è un nuovo sintomo del risveglio dei popoli europei».
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