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 2017  settembre 25 Lunedì calendario

Siamo il Paese più buono del mondo

È ufficiale. Siamo un popolo di piagnoni, siamo i campioni mondiali di autocalunnia, spargiamo nel mondo l’immagine dell’Italia come se fosse il Paese dove invece di latte e miele scorrono sangue e stupri. Invece siamo al 170esimo posto nel mondo per omicidi (trentesimi in Europa). Quanto a femminicidi se ne commettono, senza doverci sollazzare per questo, molti meno che in Svizzera, Norvegia nonché Finlandia. Sugli stupri e gli abusi sessuali, siamo, nelle mappe colorate in rapporto alle percentuali per 100mila abitanti tra quelli che tendono al candore, anche se lo sappiamo bene che per le vittime la statistica non è una consolazione. 
Non sono opinioni, ma dati, fatti, statistiche. Le abbiamo tratte dall’agenzia specializzata in numeri dell’Onu (Unodc). L’Italia è, secondo dati aggiornati al marzo 2016, al 74 ̊ posto in fatto di violenze sessuali. Non solo: stiamo persino migliorando con gli anni. Filippo Facci ne ha scritto su Libero. Adesso lo sostiene anche il Corriere della Sera, che pubblica una serie di tabelle che lo dimostrano, anche se pare vergognarsene un po’. 
Mostrando con le cifre che la percezione di insicurezza è un fenomeno di umori indotti, più che di sostanza delle cose, non crediamo affatto favorisca la sinistra. E perché mai? Non è che i valori cambiano obbedendo alle sensazioni. Non crediamo affatto che sia di destra esasperare la percezione delle violenze per invocare la legge: questa sarebbe propaganda idiota, controproducente. Legge e ordine valgono come imperativi politici e morali a prescindere dall’ampiezza del fonomeno criminale. Non è che se esistesse un solo criminale, allora usi la mano morbida. La tolleranza zero è a prescindere. Nessun cedimento. Semmai ci pare tipico della sinistra salottiera e dell’intellighenzia dominante martellare i calli del popolo italiano convincendolo di essere un poco di buono, per di più arresosi alla criminalità organizzata. Non bastasse, convincono della medesima cosa i corrispondenti del New York Times nonché dello Spiegel, di Le Monde e della Cnn. Passiamo per il Paese europeo dove se esci di casa come minimo ti rapinano, e tua moglie subisce uno stupro. 
Siamo oppressi dalle mafie? Certo. Guai a noi limare i dogmi proclamati da Roberto Saviano. Siamo consapevoli che ’Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra, Sacra Corona Unita, Stidda sono bande di orche assassine che non si accontentano di uccidere ma infestano con ogni tipo di crimine l’Italia. Ma allora perché le statistiche dicono il contrario? E l’Italia, rispetto non solo al Messico e alla Colombia, ma persino paragonata a Finlandia e Gran Bretagna, un territorio tra i meno violenti del mondo? Complotto anti-italiano? Più probabilmente: non siamo molto criminali, ma siamo assai stupidi. 
Vediamo i dati sugli omicidi. Nel mondo il primo posto tocca all’Honduras: 84,30 ammazzati ogni 100mila residenti. Lo Stato meno violento del mondo? San Marino, con 0 omicidi. In Europa? Lasciamo perdere Lettonia, Bielorussia e Moldavia dove i coltelli volano e i kalashnikov mitragliano. Veniamo ai nostri Grandi Maestri di civiltà, che ci fanno la lezioncina ogni dì. In Francia si uccide il 50% più che da noi: il tasso è di 1,20 ogni 100mila contro il nostro 0.80 (dati Onu). Il Regno Unito, con tutta quella prosopopea, ci batte come scannatoio con una produzione omicidiaria superiore del 25%. Così ci danno cappotto in versamenti di sangue pro capite Svezia, Norvegia e Irlanda. Questi so
no dati Onu, riferiti a indagini di un paio d’anni fa. Il Corriere pubblica quelli del Viminale, recentissimi. Ebbene, recita la tabella, “gli omicidi volontari consumati in Italia” sono stati, nel 2014, 487, di cui 153 hanno avuto vittime femminili (femminicidi); nel 2015, calano del 3,29%, di cui 143 hanno per vittime le donne (6,54%); nel 2016 gli omicidi italiani crollano sul mercato mondiale del killeraggio: -15,07%, e calano a 400, di cui 149 femminicidi. Questi ultimi si riducono “vistosamente” tra il 1 ̊ gennaio e il 15 settembre del 2017: sono 59 con un calo del 17, 29%. 
Sui femminicidi va così. Oggi l’enfasi è posta sugli stupri e gli abusi sessuali. Nel 2014 sono stati 4257 e sono scesi a 4046 nel 2017. Quelli denunciati (è bene scrivere così) nei primi otto mesi e mezzo di quest’anno sono 2.855 contro un dato del 2016 di 2.936 casi. È il tipo di delitto che, pur essendo in calando, rallenta meno degli altri. 
Se però paragoniamo le statistiche internazionali, appaiamo essere tra i Paesi europeo con il minor rischio di violenza sessuale. In Europa, la Svezia ha un tasso di stupri annui di 64.10 ogni 100mila abitanti. Sarebbe come se in Italia invece di circa 4000 l’anno si perpetrassero 38.500 violenze sessuali. Al secondo posto ecco il Belgio, quindi l’Islanda, la Norvegia e la Finlandia. E allora perché da noi si parla di emergenza stupri, se questo dato è contraddetto dalle statistiche? Chiariamo: l’emergenza stupro dovrebbe esserci anche in presenza di una sola violenza. Ma adesso siamo al panico sparso a piene mani. Ovvio: la paura è giusta, tiene desta la vigilanza, e l’allarme mette paura agli infami. Ma applichiamo la ragione invece dell’emozione terrorizzante. 
Conosciamo l’osservazione. In Italia gli stupri risultano assai di meno della realtà perché in Italia c’è una cultura portata a colpevolizzare le vittime, che ricaverebbero dalla denuncia l’accusa di essersela cercata e la vergogna di processi umilianti. Tutto vero. Si scontra però con un altro numero che depotenzia la pericolosità italiana. Si riferisce al dato sugli omicidi in generale e sui femminicidi in particolare: se uno stupro o una molestia possono sparire sotto il manto osceno dell’omertà, i cadaveri sono assai meno occultabili, per cui, anche quanto a femmicidi, le statistiche non possono risentire del clima. 
Apprendiamo così che in Europa la percentuale di donne tra le vittime di omicidio vede al primo posto la Svizzera (51 %), al terzo posto la Norvegia (49), al quarto la Germania (48). Noi siamo considerati uno strano Paese. Con pessima fama, ma anche negli omicidi femminili siamo più forti a chiacchiere, per fortuna. Qui, pur essendoci un tasso di omicidi molto basso, è ancora più bassa quella delle donne ammazzate (25 per cento del totale). Conclusione. Questa classifica internazionale che vede l’Italia tra i Paesi meno criminali del mondo non ci consola. Per tre motivi. Primo: anche un omicidio e uno stupro sono troppi. Secondo: ma che cosa cavolo scriviamo tutti i giorni sul giornali e sostengono politici e sapientoni nei talk show? Scriviamo e diciamo balle. Terzo: il nostro popolo è costituito, specie tra le classi intellettuali, da gente pronta a tutto pur di sparlare del proprio Paese. E in questo campo siamo i primi al mondo.