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 2017  settembre 25 Lunedì calendario

Merkel perde vincendo ed è nei guai

Merkel continuerà la sua carriera di Kanzlerin per altri quattro anni, ma di fatto ha perso le elezioni: il suo partito, la Democrazia cristiana tedesca o Cdu, alleata con i bavaresi della Csu, aveva il 41% nel 2013 e si trova adesso - più o meno - al 33,2 (lo spoglio è in corso). Hanno perso malamente anche i socialdemocratici, alleati di governo di Angela nella legislatura appena chiusa. Avevano il 25,7 e hanno chiuso questa partita al 20,8. Questi smottamenti sono andati a vantaggio di tutti gli altri. La sinistra Die Linke passa dall’8,2 all’8,9. I Verdi erano al 7,3 e stanno ora al 9,3. I liberali del Freie Demokratische Partei (Fdp) l’altra volta non era entrati in Parlamento per via dello sbarramento al 5% (avevano preso il 4,8) e adesso avranno invece una sessantina di deputati grazie a un bel 10,1. Soprattutto hanno vinto le elezioni e risultano adesso il terzo partito, e il primo di quelli che stanno all’opposizione, i paranazisti dell’Alternative für Deutschland (Afd) che hanno raccolto una percentuale di consenso superiore anche a quella che gli era stata accreditata alla vigilia: il 13,2% contro l’11 dei sondaggi e il 4,7 del 2013. I veri vincitori sono loro. Entreranno in parlamento con una novantina di seggi.  

Facciamo il giochino destra-sinistra. La Germania sta più a sinistra o più a destra?
Mettendo Angela al centro, la sinistra resta sempre più forte. Socialdemocratici + Verdi + Linke fanno quasi il 40%. A destra, sommando Afd e i liberali non arriviamo neanche al 25. Sono però discorsi astratti perché né l’Fdp né nessun altro si alleerebbe mai con i paranazisti. A sinistra le differenze tra Linke e socialdemocratici sono abissali e non sono nemmeno sicuro che i Verdi tedeschi vadano messi senz’altro a sinistra, nonostante siano entrati sempre in governi a guida socialdemocratica. Nel 2001 il loro ministro Jürgen Trittin fece approvare un piano di riduzione progressiva dell’energia nucleare, a cui Angela ha rinunciato del tutto dopo Fukushima. Si dice che, anche grazie a questo, potrebbero entrare nel prossimo governo della Merkel. La avverto però che le divisioni destra/sinistra non hanno più senso né in Germania né in Italia, dove il ministro democratico Minniti va alla festa di Fratelli d’Italia, Grillo risulta incollocabile e all’orizzonte si profila un’alleanza tra Renzi e Berlusconi.  

Parliamo del prossimo governo della Merkel.
Per ora è un mistero. Angela ha cominciato dicendo: «Non si può fare nessun governo senza di noi» che, se vogliamo, è un’affermazione di debolezza. Ha aggiunto: «Certo, speravamo in un risultato migliore». Poi, sul seccesso dell’Afd: «Lavoreremo perché i loro elettori tornino a noi», frase che annuncia una svolta a destra piuttosto seria. La Bild ha ricordato che quello del 2017 è il risultato peggiore dei democristiani tedeschi dal 1949. Per la Spd - i socialdemocratici - questo, scrive sempre la Bild sul suo sito, è invece il risultato peggiore di sempre. I socialdemocratici, che sono stati al governo con la Cancelliera in quest’ultima legislatura, hanno annunciato il loro passaggio all’opposizione. Una scelta che, al momento, sembra irreversibile. Manuela Schwesig, dell’Spd ha anche aggiunto: «La leadership di Martin Schulz (il candidato che la Spd ha opposto alla Merkel) non è in discussione. Non siamo riusciti a essere baluardo contro i nazisti. Ma combatteremo ancora per la tolleranza e il rispetto di uomini e donne». In queste condizioni l’unica coalizione di governo possibile sembrerebbe quella che viene chiamata “Giamaica” perché formata dagli stessi colori della bandiera di quel Paese: il nero, il giallo e il verde di democristiani, liberali e verdi. Non sarà facile. Catrin Göring-Eckardt ha detto: «Ci saranno colloqui difficili, faremo solo quello in cui crediamo». Wolfgang Kubicki, vice leader dei liberali: «Non potete costringere i Verdi e noi a fare una coalizione solo perché la Spd si tira indietro». Sono prese di posizione che annunciano un prezzo da pagare piuttosto alto.  

C’è il rischio che si debba tornare alle urne?
La Cdu-Csu dovrebbe avere 220 seggi. Si tratta di trovarne un’altra ottantina. Verdi e liberali, con le loro percentuali, dovrebbero metterne insieme almeno una sessantina a testa. In teoria i seggi per formare una maggioranza ci sono. Escluderei un nuovo ritorno alle urne, punterei piuttosto sulla svolta a destra.  

Conseguenze per l’Europa?
Ci saranno problemi sugli immigrati e le aperture di Angela a siriani e iracheni. Christian Lindner, capo dei liberali, in un’intervista alla Bild ha detto che i rifugiati presenti sul suolo tedesco dovrebbero tornare a casa. «La rotta del Mediterraneo va chiusa». È prevedibile anche un rigore ancora maggiore sui conti pubblici. Per le allegrie italiane si annunciano tempi duri.   • Commenti di quelli dell’Afd?
La segretaria del partito, Alice Weidel: «Milioni di elettori ci hanno affidato il compito di portare avanti un lavoro costruttivo di opposizione in Parlamento». L’altro leader dell’Afd, Alexander Gauland: «Siamo nel parlamento tedesco e cambieremo questo paese. Combatteremo contro Merkel o chiunque sarà alla guida del governo». Sono arrivati anche i complimenti della Marine Le Pen, dalla Francia: «Chapeau ai i nostri alleati dell’Afd per il suo successo storico! Questo è un nuovo sintomo del risveglio dei popoli europei».