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 2013  settembre 08 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

L’imponente veglia con digiuno voluta da papa Bergoglio ha oscurato, ieri, le notizie relative alla Siria e all’incessante sferruzzare dei mediatori per arrivare da qualche parte.

Ma intanto io le domando: questa iniziativa pacifista di Francesco non si pone di fatto contro Obama e gli Stati Uniti, che ad Assad vogliono sparargli?
In Vaticano si affannano a spiegare che non è così, che le responsabilità di Assad e dei carnefici della guerra chimica sono ben chiare al pontefice e alla diplomazia vaticana. Tuttavia, un qualche fondamento nella sua domanda esiste. Altrimenti perché Putin, nel G20 di San Pietroburgo chusosi l’altro giorno, si sarebbe baloccato con questa iniziativa di Bergoglio, definendola «molto importante», eccetera? Quasi tutte le mosse degli ultimi giorni vanno lette nella chiave della «guerra delle opinioni pubbliche». Obama ha bisogno del sì del Congresso, assai incerto se si sta dietro agli ultimi calcoli, e non ci sarà nessun sì se l’opinione pubblica americana non sarà convinta della necessità di un raid. Come convincere l’opinione pubblica americana? Ci sono i discorsi (il presidente parlerà al suo popolo martedì), poi ci sono i documenti e le prese di posizione di quelli che possono in qualche modo influenzare gli elettori. I delegati americani si sono fatti in quattro per convincere un gruppetto di membri del G20 a firmare un documento di condanna di Assad (hanno sottoscritto in dodici, Germania compresa, tra cui Enrico Letta, forse mettendo in qualche imbarazzo la Bonino). Ieri, la Ashton, ministro degli Esteri della Ue, ha parlato della necessità di una risposta forte all’attacco chimico del 21 agosto. Quindi Obama, anche se nessuno gli andrà dietro armi in pugno, un minimo di consenso dagli alleati è riuscito a strapparlo. Ma quanto alla Chiesa, no: la Chiesa, pur condannando Assad e la guerra chimica, non vuole l’intervento punitivo dei B2 e dei B52. Lo giudica un’estensione del conflitto e un pericoloso innesco per una guerra più grande.   Putin ha detto di voler difendere Assad.
Proprio così. Quindi, per quanto riguarda Bergoglio, che lo ha ripetuto su twitter, basta guerra e che esploda la pace. Altre parole d’ordine non sono ammesse.   Parliamo di questo digiuno.
Intanto si è trattato di un digiuno secondo la regola cattolica. Un solo pasto nelle 24 ore, ammesse due piccole infrazioni, esenti anziani e malati. I varchi di San Pietro sono stati aperti alle 16.30, la piazza era piena di sedie dove far accomodare i fedeli, intorno alle 18 era già tutto esaurito. Erano a disposizione dei credenti anche 50 confessori, pronti a impartire il sacramento. Alle 19 è cominciata la veglia, è apparso il Papa che ha camminato a piedi in mezzo alla gente. La processione con partenza dall’obelisco ha proceduto all’intronizzazione della Madonna salus populi romani
, poi è stato letto l’appello con cui Francesco  ha lanciato la veglia, domenica scorsa: «L’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace! Chiedo a tutte le chiese particolari che, oltre a vivere questo giorno di digiuno, organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione». E infatti, anche se a distanza, hanno aderito episcopati, missionari, credenti di Europa, Africa, Asia, Stati Uniti, Australia. Il gran muftì di Siria, Ahmad Badreddin Hassou, leader spirituale dell’islam sunnita, doveva essere presente, ma all’ultimo non è potuto venire e ha comunque aderito alla veglia. Hanno partecipato alla preghiera anche molti musulmani.   Poi c’erano le adesioni italiane.
Sì, i ministri degli Esteri, Emma Bonino, della Difesa, Mario Mauro, dei Trasporti, Maurizio Lupi, della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, per l’Integrazione Cécile Kyenge. S’è visto in piazza anche Casini, mentre non ci sono arrivate notizie di Berlusconi, impegnato in un ricorso a Brescia perché il processo Mediaset sia rifatto. Molti uomini di spettacolo. Tra questi Gianni Morandi, Claudia Mori, Adriano Celentano, Flavio Insinna.   Di fatto, la veglia ha reso più solo Obama.
I nemici dell’America stanno attraversando un’astuta fase morbida. Il nuovo presidente iraniano, Rohani, ha mandato gli auguri a tutti gli ebrei del mondo, in occasione del nuovo anno ebraico. Da Teheran, con dichiarazioni mezzo smentite, fanno capire che anche secondo loro Assad non è uno stinco di santo. Anche la finanza americana s’è messa di traverso: JP Morgan, una delle più importanti banche d’affari, ha prodotto un dossier sulle guerre civili nella storia e sulla parte avuta dagli americani in ciascuna. Risulta che gli Stati Uniti si sono del tutto disinteressati di conflitti molto più gravi di quello siriano. Sottinteso: e allora perché intervenire adesso? (leggi)

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