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 2013  agosto 12 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Il presidente del Consiglio ieri era a Baku, capitale dell’Azerbaijan, dove ha incontrato i leader locali per la questione del metanodotto Tap, un tubo importantissimo per le nostre forniture future, attraverso il quale si spera di abbassare l’improbo costo dell’energia italiano. E tuttavia, essendosi forzatamente tenuta una conferenza stampa, i giornalisti italiani hanno cominciato a bombardare sull’Imu e sulla questione Berlusconi, e Letta ha così pronunciato la frase di cui si sono subito impossessate le agenzie e che oggi, presumibilmente, campeggerà sulle prime pagine di tutti i giornali.

Quale frase?
«Se non ci fossero un governo e un Parlamento, gli italiani pagherebbero la rata dell’Imu di settembre». Poi ha aggiunto (perché gli chiedevano di Berlusconi e della sua sorte): «Il governo è impegnato ad affrontare il problema degli italiani e nulla mi distoglierà da questo».  

Per capir bene la frase sull’Imu bisogna ricostruire la faccenda fin dall’inizio.
Berlusconi ha fatto campagna elettorale promettendo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Letta, sostenuto anche dal centro-destra, rimandò il pagamento di giugno della prima rata di questa Imu, dicendo che entro Ferragosto si sarebbe rimodulata la tassa in modo da far pagare meno o non far pagare affatto i meno abbienti, secondo anche una raccomandazione europea. Se quindi non ci sarà una rimodulazione della tassa, se cioè le cose resteranno così come sono, a settembre dovremo pagare la prima rata, che a giugno è stata solo rinviata. Un governo messo in crisi da Berlusconi non interverrà evidentemente sulla materia e lascerà anche che l’Iva salga al 22 per cento. Quindi, Berlusconi ha una sola possibilità che l’Imu venga rimodulata, secondo le sue promesse: non far cadere il governo.  

D’altra parte, l’altro giorno, Letta aveva detto che il governo era molto più solido di quello che scrivevano i giornali. Già pensava forse a quello che ha detto ieri.
Sia nel Pd che nel Pdl ci sono due ali che vogliono la fine delle larghe intese. I cosiddetti falchi. I falchi hanno però parecchi problemi. Intanto l’impossibilità di andare al voto con la presente legge elettorale, già proclamata mezza incostituzionale dalla Corte. Quagliariello, colomba Pdl, ha detto che prima del 3 dicembre è impossibile andare al voto: quel giorno ci sarà la pronuncia definitiva della Consulta. Inoltre: Berlusconi vuole la riabilitazione e l’agibilità politica, ha forse una tenuissima speranza di ottenere qualcosa se resta in campo. A governo caduto, che capacità di trattare avrebbe? È persino possibile che a una crisi provocata dal centrodestra, Napolitano risponda dimettendosi. E se al Quirinale arrivasse un nemico come Prodi? Per il Popolo della Libertà è persino troppo sgradevole pensarci. Il passo indietro di Marina, registrato sabato da Daniele Manca sul “Corriere”, significa soprattutto che la prospettiva elettorale non è per il momento all’ordine del giorno.  

Neanche per il Pd sarà facile far cadere Letta.
Significherebbe rimettere in circolazione in modo definitivo Renzi. Renzi non chiede di meglio: che qualcun altro faccia quello che lui vuole assolutamente (e non può): togliergli di mezzo l’attuale premier.  

Che cos’è questa storia della Tap?
La sigla Tap significa “Trans-Adriatic Pipeline”, qualcosa come Tubo Transadriatico. È un immenso gasdotto che porterà il gas naturale del Caspio (Turkmenistan, Iraq e paesi ancora più a Oriente) in Europa. Partenza dal gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum, arrivo nel Salento, da cui poi verrà distribuito in tutta l’Europa sud-orientale, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia, Bulgaria, Serbia, Romania, Ungheria. Si sta anche studiando di costituire depositi di gas sotterranei nella regione di Dumre, in Albania. Badi che è un progetto dal forte significato politico: prescinde dalle forniture russe e ci libera un po’ dalla dipendenza di Putin. Anche per questo gli Stati Uniti ci hanno fortemente incoraggiato ad aderire. Cominceremo a vedere i benefici di questa operazione, con forti risparmi sul prezzo dell’energia, nel 2017. Sono dieci miliardi di metri cubi di gas all’anno. Ieri, riferendosi a tutto questo, Letta ha detto: « Qui prendiamo decisioni che avranno un’influenza fondamentale per l’Italia dei prossimi decenni. Quando questi accordi diventeranno fatti, io non sarò neanche più primo ministro, ma ho seguito questo obiettivo fin dall’inizio del mandato ricevuto da Napolitano e confermato dalla fiducia del Parlamento. Paghiamo un prezzo troppo alto per l’energia e non possiamo continuare così. Dobbiamo avere una situazione diversa per quanto riguarda i costi. I costi dell’energia sono brutte sorprese che si rilevano anni dopo le decisioni prese. Oggi è un momento importante perchè gli italiani abbiano buone sorprese nei prossimi anni».   (leggi)

Dai giornali