Rassegna, 12 agosto 2013
Morto il giornalista Nello Ajello
• Il giornalista e saggista Nello Ajello è morto ieri a Roma stroncato da un tumore, aveva 82 anni. Il 25 luglio scorso se n’era andata sua moglie Giulia, compagna di una vita. Nato a Napoli, Ajello aveva lavorato all’Olivetti per poi dedicarsi al giornalismo. Condirettore dell’Espresso con Livio Zanetti, era poi diventato una delle firme di punta di Repubblica. I suoi saggi più noti, tutti editi da Laterza, sono dedicati al rapporto tra il Pci e l’intellighenzia (Intellettuali e Pci, 1979, Il lungo addio, 1997).
• «È stato, Ajello, un giornalista culturale. Ha fatto cioè un lavoro in cui, diceva scherzando ma non troppo, si rischia sempre di stare in bilico tra il professore che non sa scrivere e il dilettante che magari sa scrivere, ma non sa. Non è caduto in nessuna di queste due trappole. Sapeva, e sapeva anche scrivere. Tenendo sapientemente insieme l’“alto” della storia delle idee e il (presunto, molto presunto) “basso” delle vicende umane, con tutte le debolezze, le miserie, i tic, e sovente l’involontaria comicità che queste, nel loro divenire, si portano inevitabilmente appresso. Perché, sosteneva, “quelli che si usa chiamare gli intellettuali, hanno facce, abitudini, ossessioni, languori come qualunque altro cittadino”, ed è quindi possibile “raccontarne senza sussiego gli atti e i pensieri”, e pure “rubargli aneddoti, indiscrezioni, malignità, affetti, sorrisi”. Senza cadere nella banalità del gossip. Ma facendo, piuttosto, del giornalismo, del buon giornalismo: “Un giornale è per definizione quanto di più pragmatico e di meno protocollare esista, anche quando ospita temi culturali”». [Franchi, Cds]
• Ricorda Mauri su Rep: «Il potere e la cultura, il potere e gli scrittori era stato un campo di indagine ben preciso per Ajello, fin da quando aveva firmato, sempre per Laterza, un libro-inchiesta intitolato Lo scrittore e il potere (1974) dove si andava dai fasti e nefasti della vecchia terza pagina all’epoca del bestseller, dei rotocalchi e della RaiTv: protagonisti, prima, Ojetti, Pancrazi, Baldini e Cecchi e poi Moravia, Levi, Bassani, Cassola, Sanguineti e Fortini. Nel ’78, Ajello firma anche una Intervista sullo scrittore scomodo sempre per Laterza: lo scrittore è Alberto Moravia che racconta la sua vita, i suoi viaggi, il suo rapporto con il sesso e con la politica. Moravia scriveva all’epoca per il Corriere della Sera ma anche per L’Espresso dove si occupava di cinema. Erano esilaranti e poi divenuti proverbiali i resoconti di Nello sul Moravia spettatore che, essendo un po’ sordo, faticava a capire quel che dicevano gli attori sullo schermo e doveva ricorrere a chi lo accompagnava per seguire la trama, così come era esilarante la storia di una sua visita ad un altro scrittore italiano fatta insieme a Livio Zanetti, allora direttore dell’Espresso. Invitati a cena non fu loro offerto praticamente nulla e avendo chiesto un golf per ripararsi dal freddo improvviso se lo videro chiedere indietro il giorno dopo con un perentorio telegramma che più o meno suonava: “Restituitemi le mie poche lane”».