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 2013  agosto 12 Lunedì calendario

TAR, DECIDE SU TUTTO E COSTA MILIONI

Da una parte la necessità di veder tutelato un diritto privato contro la pubblica amministrazione, dall’altra quella di far viaggiare l’economia senza che il sistema giustizia finisca per rappresentare un freno. Il giorno dopo il dibattito aperto dall’ex premier Romano Prodi e dall’ex guardasigilli Paola Severino sugli ambiti di competenza sconfinati di Tar e Consiglio di Stato, si analizzano i dati e l’attività appare subito enorme. Non c’è praticamente argomento sul quale la giustizia amministrativa non sia stata chiamata a pronunciarsi. Tra le decisioni più note emergono ricorsi per ottenere il blocco di appalti, quelli per tentare di avere la meglio su multe giudicate ingiuste, quelli per trovare una soluzione a una bocciatura scolastica che proprio non ci voleva. E perché no? Anche quelli di contrastare un provvedimento che costringe una squadra di calcio alla retrocessione. Poi c’è il capitolo costi. Che per l’anno 2013 prevede per il funzionamento della “macchina” una spesa di 230 milioni di euro, di cui 173 destinati agli stipendi dei magistrati.
IL COLOSSEO
Solo per citare quelli che hanno avuto più reazioni e strascichi polemici, basti pensare a uno dei casi più recenti sul quale si sono espressi i giudici amministrativi: la sponsorizzazione del Colosseo da parte del marchio Tod’s. Una battaglia legale sollevata dal Codacons, che contestava anche i diritti di sfruttamento accordati a Della Valle per 20 anni. A fine luglio, il Consiglio di Stato ha deciso di respingere il ricorso non riconoscendo all’Associazione dei consumatori la legittimazione a ricorrere. L’Anfiteatro Flavio potrà dunque essere restaurato e i lavori, per un valore di circa 25 milioni di euro, potranno iniziare.
Il ruolo politico del Tribunale amministrativo si è fatto sentire, invece, in periodo elettorale, quando la Regione Lazio e il suo governatore dell’epoca tardarono a fissare la data per il voto. A Renata Polverini, all’epoca presidente, i giudici intimarono di decidere entro cinque giorni. Tanto che lei ha commentato: «È una sentenza un po’ strana, perché smentisce una serie di altre sentenze». Molte altre volte i giudici sono dovuti intervenire su riconteggi di schede elettorali, su candidature contestate, su liste e simboli presentati.
C’è stato poi il fronte sportivo. E chissà se questi Tribunali, che ne hanno viste di tutti i colori, avrebbero mai immaginato che una sentenza scatenasse così tante reazioni nel mondo del calcio e della tifoseria.
LA PARTITA
La valutazione era sull’opportunità o meno di far giocare la partita Catania-Roma a porte aperte, dopo quanto era successo il 2 febbraio del 2010, quando incidenti fuori dallo stadio costarono la vita all’ispettore Filippo Raciti. La sentenza del Tar ha concluso per l’ammissione dei tifosi sugli spalti: sarebbe stato più facile controllare la reazione degli ultrà. Più di recente il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Cagliari calcio contro lo 0-3 a tavolino con la Roma per la gara non disputata del 23 settembre scorso.
CHIESA E IMU
E ancora i giudici di Palazzo Spada, a ottobre dello scorso anno, hanno bocciato il decreto del Tesoro per l’applicazione dell’Imu sugli enti non commerciali, e quindi anche sulla Chiesa. Mentre nel 2006 avevano respinto il ricorso di una cittadina finlandese che chiedeva la rimozione del crocifisso dalla scuola media frequentata dai suoi figli. «Deve restare nelle aule perché - secondo i giudici - è un simbolo idoneo a esprimere l’elevato fondamento dei valori civili».