Giornali vari, 12 agosto 2013
Anno X – Quattrocentoottantottesima settimanaDal 5 al 12 agosto 2013Vi hanno dettoLe donne non riusciranno maia liberarsi dei mariti violentiVolevano direCi vorrebbe una norma che entrasse in vigore subitoE adesso c’è: giovedì 8 agosto il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto su femicidio e stalking, dodici articoli che integrano le norme della legge Carfagna del 2009
Anno X – Quattrocentoottantottesima settimana
Dal 5 al 12 agosto 2013
Vi hanno detto
Le donne non riusciranno mai
a liberarsi dei mariti violenti
Volevano dire
Ci vorrebbe una norma che entrasse in vigore subito
E adesso c’è: giovedì 8 agosto il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto su femicidio e stalking, dodici articoli che integrano le norme della legge Carfagna del 2009. Le pene sono state rese più severe, e saranno aumentate di un terzo se alle violenze assiste un minore o se la donna è incinta. La polizia potrà buttar fuori di casa il coniuge prevaricatore e impedirgli di avvicinarsi alla sua vittima o al luogo dove vive. Altro punto chiave: la querela sarà irrevocabile. Le vittime di stalking, le mogli malmenate venivano spesso costrette, con nuova violenza, a ritirare la loro denuncia. Adesso questo non sarà più possibile. Il ministro Alfano ha spiegato: «Le norme hanno tre obiettivi: prevenire violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime».
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Vi hanno detto
Berlusconi andrà alle elezioni
e sua figlia Marina scenderà in campo
Volevano dire
Berlusconi pretende di essere riabilitato, e pagare una multa invece di andare ai domiciliari o addirittura in galera. E soprattutto, qualunque cosa accada, vuol continuare a fare politica. Napolitano invece gli ha spiegato che la grazia è quasi impossibile, ma che comunque un provvedimento di clemenza può anche essere preso in considerazione ma solo se Berlusconi lo chiederà in prima persona, se si dimetterà spontaneamente da senatore, se si ritirerà in buon ordine a vita privata, facendo persino mostra di un qualche ravvedimento (è quello che anche la legge si aspetta dal condannato che vuol essere perdonato). Tutte cose impossibili per l’uomo di Arcore, che per questo si agita e minaccia le elezioni, prendendo da ultimo a pretesto l’Imu e le nove ipotesi di rimodulazione messe in rete dal ministro Saccomanni: non c’è niente da rimodulare, ha gridato Berlusconi, l’Imu sulla prima casa va tolta e basta. Il "delinquente" (come lo chiama ogni giorno Il Fatto) spera anche che la sentenza della Cassazione si possa rivedere dopo un’improvvida intervista al "Mattino" del giudice Antonio Esposito, il presidente di Cassazione che l’ha condannato, il quale ha anticipato in napoletano stretto le motivazioni della condanna. Fuoco e fiamme si direbbe: senonché sabato scorso Marina ha fatto sapere che di candidarsi non ha nessuna voglia. «Il mio posto è nelle aziende». Significato vero: le elezioni sono molto più lontane di quanto si creda.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Vi hanno detto
La crisi ha allontanato gli immigrati
Di sbarchi a Lampedusa ce ne sono molto meno
Volevano dire
Adesso i disperati del mare seguono nuove rotte e puntano su Catania, Porto Palo, Pozzallo. A Catania un piccolo motopeschereccio con 98 persone a bordo (comprese le donne e 17 bambini) provenienti da Siria, Egitto, Somalia, Etiopia, Libia ha scaricato i suoi infelici passeggeri a una trentina di metri dal bagnasciuga dello stabilimeto Lido Verde, sulla Playa. Solo che in quel punto c’è una depressione e tra quelli che s’illudevano di raggiungere la riva camminando nell’acqua ce n’erano sei che non sapevano nuotare e sono annegati. I loro corpi, tirati a riva, sono stati allineati sulla spiaggia, in mezzo agli ombrelloni. Un rapporto dei servizi segreti annuncia che migliaia di profughi, in fuga soprattutto dalla Siria, dall’Egitto e dalla Libia, stanno per inondare il nostro Sud. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha dichiarato che l’Europa non può lasciare sola l’Italia ad affrontare un frangente simile.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Vi hanno detto
«Dalla crisi siamo quasi fuori
parola di Draghi e Saccomanni»
Volevano dire
La prima regola per uscire dalla crisi è credere che stiamo uscendo dalla crisi. Intendiamoci: qualche segnale c’è. Per esempio, la Borsa negli ultimi tempi è andata su, lo spread è sceso sotto 250, i mutui sulla casa sono tornati a crescere, nei porti sono riapparsi gli yacht messi a suo tempo in fuga da Monti. Però un italiano su quattro va dai compro-oro a vendere i suoi gioielli, la contrazione del credito continua (-4% in Italia, -2% in Europa), le imprese hanno tagliato gli investimenti e le famiglie i consumi. Draghi e Saccomanni fanno bene ad esaltare quel poco di positivo che comincia a emergere. Gli italiani (e gli europei) però faranno bene a non farsi troppe illusioni.