Marco Belpoliti, La Stampa 12/8/2013, 12 agosto 2013
IL DESTINO DELLE FORMICHE
Estate, tempo di formiche. In realtà ci sono tutto l’anno; tuttavia è in questa stagione che intensificano la loro attività, mentre noi viviamo di più all’aperto: ci stendiamo su prati, mangiamo sotto pergolati, apriamo finestre e porte di casa. Così vediamo dappertutto questi imenotteri aculeati. Sono grandi meno di un milionesimo di un essere umano, eppure ci contendono il ruolo di organismi dominanti sulla terra ferma; la loro biomassa pesa come tutta l’umanità. Da qualche anno le formiche hanno trovato un loro aedo: Edward O. Wilson; insieme a Bert Hölldobler si occupa di loro in ampi studi. Formiche. Storia di una esplorazione scientifica (Adelphi) è la prima pietra miliare. Le formiche sono per noi un vero e proprio fastidio, come capita ai protagonisti, marito e moglie, della Formica argentina di Italo Calvino. Ricordate la loro lotta contro le formiche, con il vicino di casa, Baudino, che è accusato di ingrassare gli imenotteri? Letto come una metafora del «male di vivere», il racconto di Calvino ha invece una sua ragione pratica: le formiche possono ossessionare per la loro pervicacia e il numero. Sembra che sia stato proprio il padre dello scrittore, Mario Calvino, agronomo, a importare nella Riviera Ligure quelle formiche, insieme alle piante che andava trapiantando dal Sudamerica nella sua casa-stazione sperimentale a Sanremo. Ora per combatterle c’è un nuovo sussidio, in vendita nei supermercati: Esca insetticida antiformiche AMP 1RB, una scatola di cartone di colore verde con scritte gialle, in vendita nella catena Carrefour. Contiene due esche cilindriche, di colore bianco, con due ingressi: una trappola con Acetamiprid, insetticida di nuova generazione della famiglia dei neo-nicotinoidi, che agisce a livello postpsinapico. Le formiche, attratte da sostanze cui sono sensibili, se ne impregnano e in breve tempo diffondono l’insetticida nella colonia che viene sterminata entro sei giorni. Una strage. Se il protagonista della Formica argentina ne fosse stato in possesso non avrebbe esitato a farne uso. Ma dopo aver letto i libri di Wilson sulle formiche come Superorganismo, diventa più difficile. Lo scienziato sostiene che il destino dell’uomo è legato a quello delle formiche: chiuse nel loro mondo chemiosensoriale, universo frattale che si misura in centimetri, sono ignare dell’esistenza dell’uomo; tuttavia se scomparissero, scrive, il pianeta inaridirebbe. Forse prima di aprire la trappola, sarà meglio rifletterci.