
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I tre di Perugia stanno nel carcere di Capanne, messi in isolamento assoluto, non possono nemmeno vedere gli avvocati...
• Lei ci ha capito qualcosa?
Poco.
• Quella che capisco di meno è la ragazza. Bellissima, all’apparenza un angelo...
Anche Sollecito, il fidanzato dell’americana in carcere, è un bellissimo ragazzo. Ieri la zia – Sara Achille – s’è fatta intervistare da Sky. Un paio di minuti di monologo per dire che il nipote è una perla, un ragazzo che si muove in punta di piedi per timore di dar fastidio, «le indagini appureranno la sua totale estraneità». Il padre di Sollecito, Franco, urologo a Bari, è arrivato a Perugia lunedì e ha detto subito che il figlio sicuramente non c’entra. Il padre, la madre e la sorella di Meredith sono già ripartiti: hanno parlato con i giornalisti, lasciato un bigliettino sulle scale del Duomo, pianto disperatamente e se ne sono andati senza portarsi dietro la salma della loro figlia e sorella: il magistrato ne ha ancora bisogno. In effetti, le uniche notizie sicure ci vengono da quel povero corp il corpo ci dice che la ragazza è stata sgozzata con un coltello non ancora trovato; il corpo ci dice che è stata forzata a far l’amore, e certi segni sulle spalle mostrano che qualcuno la teneva, mentre qualcun altro la violentava. L’accusato principale, quello che la ragazza americana indica come l’assassino, è lo zairese Lumumba Diya, sposato e con un figlio di un anno. Sollecito, boy-friend dell’americana, si sta per laureare in Ingegneria, la seduta è già stata fissata per il giorno 15. No, ci capisco poco.
• Secondo lei l’assassino è davvero questo Lumumba?
Premesso che fino a sentenza nessuno è colpevole, abbiamo versioni dei fatti diverse non solo da un soggetto all’altro, ma persino da parte delle stesse persone. Si dicono tutti e tre innocenti. L’americana – si chiama Amanda Marie Knox, ha vent’anni, faceva la pi.erre nel locale di Lumumba – ha raccontato almeno due storie diverse. Dice che nel periodo cruciale – dovrebbe essere intorno a mezzanotte – stava in cucina e ha sentito delle grida «di là», cioè nella camera da letto di Meredith. S’è tappate le orecchie – dice – e non ha fatto niente. Poi – dice – non ricorda più, sa solo che a un certo punto s’è svegliata nel letto di Sollecito. Era mattina, e sarebbe tornata a casa solo in quel momento. Mah. Ammettiamo che effettivamente l’assassino sia Lumumba e che stesse agendo da solo, ma ti pare che l’americana non corre in camera a vedere quello che sta succedendo? Le grida di una violentata che ha il coltello alla gola e che sta per essere sgozzata devono esser terribili. Meredith ha avuto secondo i medici un’agonia molto lunga. Lei ha idea della qualità di quei rantoli, mentre la gola è tagliata, il sangue fuoriesce a fiotti, la vita se ne sta andando? E l’americana non sarebbe neanche andata a vedere? Il pm Giuliano Mignini è sicuro che la ragazza dice bugie e ha annotato in calce al verbale: «Si dà atto che la Knox si porta ripetutamente le mani alla testa e la scuote».
• E Sollecito?
Pure Sollecito ha detto prima una cosa e poi un’altra. L’ultima versione – messa a verbale dopo la frase: «Chiedo scusa, ho detto un sacco di cazzate perché Amanda mi ha convinto a dare una certa versione dei fatti» – è la seguente. Sollecito sostiene di essere rimasto a casa sua con Amanda fino alle 21,30. Poi Amanda se n’è andata, e lui s’è messo a giochicchiare col computer fino alle 23.30. A quell’ora ha ricevuto, sul fisso di casa, una telefonata del padre. S’è fatto una canna. Ha continuato a giocare al computer fino all’una di notte. A quell’ora è rientrata Amanda. Hanno fatto l’amore? Non se lo ricorda. La mattina dopo sono andati tutti e due nella casa di Meredith (che era pure la casa di Amanda), lui ha cercato di sfondare la porta chiusa a chiave della camera da letto dove giaceva, coperta da un piumone, la ragazza sgozzata, poi ha chiamato sua sorella – che è tenente dei carabinieri – per sapere che fare. La sorella gli ha consigliato di telefonare al 112. Nel frattempo è arrivata la polizia postale che ha scoperto tutto. Quindi Sollecito dice di non entrarci per nulla, mentre Meredith veniva ammazzata lui stava a casa sua. La sua versione non è, fino a questo momento, incoerente. Ma il pm dice che, «in astratto», l’impronta di una scarpa trovata nella camera del delitto è compatibile con una scarpa di Sollecito. E le ferite alla gola sono – sempre «in astratto» – compatibili con un coltello a serramanico posseduto da questo laureando pugliese.
• E Lumumba?
Non l’hanno ancora interrogato. Aspettano di avere le idee più chiare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/11/2007]
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