Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Perché sono andati in Siria
Ultime notizie sul garbuglio siriano. Assad e Putin si stanno vendicando delle incursioni di sabato impedendo agli ispettori dell’Opac (Organizzazione internazionale per la Proibizione delle Armi Chimiche) di entrare a Douma e verificare l’esistenza di veleni al cloro; Macron e Trump stanno bisticciando a distanza: Macron ha detto in tv di aver convinto Trump a non ritirare i duemila soldati americani dall’area siriana, Trump ha subito fatto dire ai suoi che il presidente francese si sbaglia, l’inquilino della Casa Bianca non è abituato a farsi convincere da nessuno e i soldati americani, così come promesso anche in campagna elettorale, torneranno presto a casa; la base T4 in Siria è stata effetivamente attaccata da Israele gli scorsi 8 e 9 aprile: lo ha ammesso una fonte anonima parlando col New York Times; nel gran dramma c’è una parte anche per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: avendo appreso che il sottomarino nucleare statunitense Uss John Warner «è approdato nella rada della nostra città» ha invitato il contrammiraglio Arturo Faraone, comandante della capitaneria di porto di Napoli, «di considerare, per analoghe situazioni future, che la determinazione e la volontà menzionate nella delibera 609 sono dirette al non gradimento che navi di tale caratteristiche sostino o transitino nelle acque della nostra città».
• Che cos’è la delibera 609?
Il documento del comune con cui si dichiara Napoli città denunclearizzata. Lei capisce che questo semplice testo votato dai napoletani annulla ipso facto qualunque accordo internazionale di natura militare sia stato stipulato tra Italia e Stati Uniti. Non parliamo poi della Nato: anche se ne facciamo parte, credo che sulla base della delibera 609 a Napoli non la vogliono neppure vedere. Anche se poi la Nato ha il suo comando a un passo dalla città, a Lago Patria, frazione di Giugliano. E a Napoli c’è pure la VI flotta. Il sottomarino in questione, a parte gli scherzi, ha poi effettivamente partecipato alla missione lanciando sei missili Tomahwak, come documentato da un video e confermato dal Pentagono. Naturalmente l’ammiraglio Faraone ha risposto al sindaco che il «transito delle unità navali militari straniere nelle acque territoriali nazionali non competono all’Autorità Marittima» e meno che mai al comune.
• Che altro?
Ci sono state manifestazioni di protesta contro l’attacco sia a Firenze che a Genova: come ricorderà, da noi, sul punto, hanno espresso pareri discordanti, tra l’altro, Salvini e Berlusconi. Ancora: Gino Strada se la prende con l’Onu, sostenendo che ormai fa solo raccomandazioni, mentre il suo ruolo dovrebbe essere ben altro.
• Ci saranno altri raid sul cielo siriano?
Direi di no. L’azione di sabato è stata circoscritta non per caso. Macron, ancora nell’intervista al canale Bfm Tv contestata dagli americani, ha sottolineato che il bombardamento di sabato «non significa che abbiamo dichiarato guerra alla Siria». Trump vuole richiamare i soldati, e ieri ha aggiunto che gli europei devono contribuire con più impegno alla lotta al terrorismo, sia mettendoci uomini e mezzi che soldi. Come pensa che gli americani giudichino la Merkel, che in pratica ha detto «bravi!» agli incursori, badando bene di non partecipare all’evento in nessun modo?
• C’è il ricatto siriano: vi inondiamo di profughi.
È quello che hanno detto anche i russi, subito dopo il raid: non solo la vostra azione è inutile, ma vi siete messi a rischio di un’invasione spaventosa di migranti. E quello - dicono - sarà un problema tutto vostro, mica nostro.
• È vero che la missione è stata inutile?
Forse no. Trump ha ottenuto lo scopo di schiacciare Putin sull’alleanza con Assad e con Teheran, impedendogli cioè di tenere il piede in due scarpe. Americani, francesi e inglesi vogliono che riprendano le trattative di pace a Ginevra, che Assad ha interrotto bruscamente a febbraio, probabilmente perché pensava di ottenetre qualche vittoria sul campo e così sedersi al tavolo con maggiore forza negoziale. Di fatto, se ci pensa, è cominciata una guerra fredda di nuovo tipo. I russi e Teheran stanno con Assad, cioè quello è il lato sciita, il più deciso a questo punto a distruggere Israele (ieri, da Teheran, sono piovute contro Israele altre dichiarazioni di fuoco). Da quest’altra parte, contro Assad, ci sono gli americani e il fronte sunnita dei sauditi. Capisce? Sunniti contro sauditi, siamo sempre lì, in quella rivalità millenaria ormai è stato trascinato anche l’Occidente.
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