Libero, 17 aprile 2018
Quando Céline fece sesso a tre con Mata Hari
Un evento letterario poderoso: l’uscita di un’antologia che racconta Louis-Ferdinand Destouches, in arte Céline (nome della nonna): una miniera di testimonianze e commenti (da Saul Bellow a Henry Miller e persino Mussolini) episodi, interviste, immagini e lettere inedite dell’autore francese che Charles Bukowski definì il più grande scrittore mai esistito.
Titolo Céline Un profeta dell’Apocalisse, a cura di Andrea Lombardi (Bietti editore pp.475, euro 25). Dove ogni parola espressa sull’autore più controverso di ogni epoca, e anche medico appassionato, vale la pena di una valutazione profonda. Ci sono tocchi di una realtà cruda e spietata, ma alcuni anche molto divertenti. Frutto dell’essere stato tanti uomini in un solo, soldato, perenne seduttore, appassionato medico dei poveri e persino clochard. E un po’ avventuriero, forse visse un incontro erotico a tre con Mata Hari. La celeberrima spia gli chiese un visto per il passaporto, presso il Consolato Generale di Francia, a Londra, al quale era stato assegnato, in qualità di ufficiale distaccato, dopo essere diventato un eroe durante il primo conflitto mondiale, ferito, decorato con Croce di guerra e medaglia al valore. Come si può meglio definire questa possente raccolta, che, come dice l’editore, va dalla Grande Guerra alla Parigi dell’occupazione, dalla prigionia di Céline all’esilio degli ultimi anni? È un «viaggio nel cuore di tenebra del XX secolo». E uno specchio nel quale si riflette l’ opera più famosa, Viaggio al termine della notte.
L’AMERICANA
A proposito di questo titolo rende bene l’idea, tra le tante testimonianze, quella di una delle tante donne amate, la ballerina americana (era attratto dalla categoria) Elizabeth Craig: «Andavamo in giro per le strade notturne di un quartiere malfamato. Louis si metteva a parlare con vecchi ubriaconi e pallide prostitute. A un poveraccio che sputava i polmoni dava una ricetta per un ricovero in un dormitorio municipale. Alzava poi le spalle quando il malato stesso le strappava davanti ai suoi occhi. Dopo, teneva una conferenza sull’inutilità di aiutare la gente e descriveva con dettagli orrendi la “corte dei miracoli” che si parava davanti a noi... Per rallegrarmi, una volta mi propose di andare al Bois de Boulogne a veder sorgere il sole. Era un mattino magnifico. Parlammo pochissimo, non incontrammo anima viva sino a quando facemmo colazione in uno dei Caffè nel Parco. Non riuscivo a capire come l’insonnia non gli lasciasse segno di stanchezza, sia sul volto sia sulla sua attenzione. Quando, dopo queste avventure notturne, io tornavo a dormire all’appartamento in rue Lepic, ad attenderlo c’erano molte ore in clinica».
Ma è ovvio che la parte più succosa di questa ricca antologia siano le sue lettere, inedite, scritte da Cèline ad amici, mogli, amanti, parenti. «Cari genitori» scrive dal fronte il giovane Louis, il 4 ottobre 1914, narrando gli orrori della guerra. «Sono le due del mattino, ho appena riportato il furgone al parco dietro le linee... Non trovo più uomini ma automi abbruttiti dalla fatica, ho potuto vedere il corpo a corpo selvaggio, vero inferno dove ci si sgozza al buio, le mitragliatrici nel campanile servono per uccidere alla due i francesi e alla tre i tedeschi, la stanchezza ti culla per gettarti nella morte che si desidera quasi come un riposo finale». E ci sono quelle rivolte alle tante donne della vita, dai contenuti osèe, tra voyeurismo, sesso di gruppo e coppie aperte («Sono finito a letto con quasi tutte le donne carine che conosco», dirà), come Cillie Ambor, austriaca, appassionata di fotografia e psicanalisi. «Amore sì, amore no», le scrive il 15 ottobre 1932 «Non ha nessuna importanza».
BAGATELLE PROIBITE
Ed ecco come lo raccontava Lucette Almanzor, l’ultima moglie: «Era straordinario... A prima vista assente, molto distante. Aveva qualcosa di misterioso... Ed io...io ero molto impressionata dai movimenti e dall’espressione dei suoi occhi. Era triste, sognante». Non lo avrebbe più lasciato. Ed era con lui, la mattina del 1 luglio 1961 in cui le disse che si sentiva male, e che stava per morire. Le, con tenerezza: «Lo dici sempre». E invece era vero. Nota di cronaca: Emanuel Macron ha detto no alla pubblicazione dei suoi pamphlet antisemiti (il più noto Bagatelle per un massacro, 1937) nonostante l’editore Gallimard abbia assicurato una severa critica ed analisi storica. Anche il giovanotto presidenziale teme un passato che non esiste più.