La Stampa, 17 aprile 2018
Dietro Coachella un miliardario di ultra destra anti gay e aborto
Dietro ai concerti pazzeschi e alle modelle in bikini con simboli della pace tatuati e occhialoni a cuore c’è un miliardario di ultradestra famoso per finanziare campagne contro i diritti Lgtb e pro-armi. Il festival di Coachella è uno dei più popolari del mondo (e il più fotogenico, basta vedere Instagram in questi giorni), è quello che fa il verso ai grandi raduni hippie di una volta, e che si è appena tenuto (con replica il prossimo weekend) a Indio, in California.
È una macchina da soldi: non solo per gli incassi ma perché corteggiassimo dai brand di moda e bellezza. I riflettori però andrebbero puntati per una volta sul fondatore, Philip Anschutz, proprietario (tra l’altro) del colosso dell’intrattenimento Aeg. Originario del Colorado, cristiano conservatore, diventato ricco con il petrolio, ha pochissimo in comune con la filosofia peace & love della manifestazione. Nel 2016 il Washington Post pubblicò un’indagine che rivelava come Anschutz, 78 anni, patrimonio stimato di 12,9 miliardi di dollari, avesse donato somme enormi all’Alliance Defending Freedom per la difesa della «famiglia cristiana tradizionale», al National Christian Foundation (associazione contro l’affermazione dei diritti Lgbtq), e al Family Research Council, che sul sito pubblica frasi tipo: «Gli omosessuali sono pericolosi per la società».
Pure Greenpeace accusa Anschutz di ipocrisia: mentre il Coachella ospita diverse iniziative ecologiste, i suoi media (ha parecchi giornali, tra cui San Francisco Examiner, Weekly Standard ed examiner.com) si schierano su posizioni scettiche riguardo a temi cruciali come il surriscaldamento globale. Anschutz ha negato tutto dicendo di essersi sempre battuto per «i diritti di ogni persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale». Ma a gennaio il web magazine Pitchfork ha scritto di sue donazioni, oltre a quelle al Partito repubblicano di cui è un forte sostenitore, ad associazioni anti-aborto, per il controllo dell’immigrazione e contro la legalizzazione della marijuana.
Tra le celebrità, Cara Delevingne è stata la prima a scendere in campo (sui social, ovvio) annunciando il supporto al #NoChella e facendo i complimenti a Beyoncé, tornata con uno show applauditissimo. «Mi rifiuto di andare al festival di una persona anti-Lgbt e pro-pistole – ha scritto – sono contro quell’uomo e il suo festival ma apprezzo l’artista Beyoncé». Resta da vedere come si schiererà Queen B, che aveva salutato il pubblico con un «Coachella, grazie per avermi permesso di essere la prima donna nera a esibirsi in prima linea».