Il Sole 24 Ore, 17 aprile 2018
Calcio e tv, sospeso il bando per la Serie A
Slitta ancora l’assegnazione agli operatori tv e media di diritti della Serie A per il triennio 2018/21. La procedura è stata sospesa ieri fino al prossimo 4 maggio dal Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso urgente presentato da Sky sabato scorso per verificare l’aderenza del bando pubblicato alla vigilia di Pasqua da Mediapro alla Legge Melandri, alle indicazioni dell’Antitrust e alle linee guida della Lega di Serie A.
Secondo Sky, assistita dai legali interni e dallo studio Cleary Gottlieb Steen & Hamilton «il bando di Mediapro solleva così tante perplessità da rendere necessario verificarne la legalità prima di presentare importanti offerte».
Il termine le offerte era stato fissato dal bando al 21 aprile, cinque giorni prima che scadesse quello stabilito per Mediapro per il deposito della fideiussione da 1,2 miliardi.
I catalani hanno vinto il bando della Lega in qualità di intermediari indipendenti ottenendo per un miliardo e 50 milioni a stagione tutti i match della Serie A. Dovrebbero ora rivenderli agli operatori della comunicazione. Ma la configurazione dei pacchetti stilati all’indomani della pax televisiva siglata da Mediaset e dal gruppo Murdoch, secondo i legali dui Sky, andrebbe oltre questi limiti.
Mediapro ha infatti proposto a tutti gli operatori non solo i 90 minuti della partita, ma un vero e proprio “prodotto audiovisivo” di 270 minuti, con il commento, gli approfondimenti da studio, le interviste realizzate prima, durante e dopo le gare, le immagini salienti. Manterrebbe per sé inoltre nei pacchetti base la raccolta pubblicitaria. La possibilità di fornire pacchetti “chiavi in mano” è fondamentale per gli spagnoli per attrarre gli operatori del Web che preferiscono ricevere e ritrasmettere i match senza sobbarcarsi costi fissi di redazione.
Ma se Sky e Mediaset vogliono continuare a svolgere il loro mestiere di editore e personalizzare ciò che mandano in onda sono costrette ad acquistare i pacchetti accessori. Dal loro punto di vista Mediapro si è surrettiziamente trasformata in un editore, ruolo vietato dalla Melandri agli intermediari indipendenti.
Dubbi condivisi dai giudici di Milano che in via cautelare hanno riconosciuto «il periculum in mora connesso a un’operazione commerciale di così rilevante entità e destinata a proiettarsi in un ampio arco temporale, rispetto alla quale il paventato effetto distorsivo sarebbe del tutto idoneo a determinare gravi squilibri nel mercato e in danno dei singoli operatori».
La Lega Serie A, in una nota, si limita a osservare «che è interesse generale del calcio e dei suoi appassionati una definizione rapida di qualsivoglia controversia fra le parti». Il 4 maggio il tribunale si pronuncerà nel merito. Qualunque sia l’esito la battaglia legale potrebbe essere solo all’inizio. Non una buona notizia per i club a quattro mesi dall’inizio del nuovo campionato, né per gli abbonati alle pay tv. I tempi sono stretti anche per un eventuale piano B di Lega e Mediapro legati a un canale autonomo per i quale tra le altre cose serve il voto unanime dei club.
«L’unico che sarà danneggiato è il calcio italiano – dicono da Mediapro -, non crediamo che situazioni come questa siano buone per la sua immagine e stabilità».