La Stampa, 17 aprile 2018
Dalle Winx in Borsa alle Barbie intellettuali
Altri tempi quelli di «Bambole, non c’è una lira». Perché oggi le bambole – che non sono le ballerine di un varietà televisivo italiano ma giocattoli globali – sui soldi puntano eccome. Quelle di casa nostra, le fortunate fatine Winx create da Iginio Straffi, si preparano a volare in Borsa, mentre le Bratz, rivali della Barbie dallo stile metropolitano, a rilevare i negozi del colosso Toys «R» Us, che con 7 miliardi di dollari di debiti ha annunciato la chiusura di centinaia di negozi. La battaglia delle bambole supera così i confini delle camerette delle bambine di tutto il mondo, e delle classifiche di vendita di Natale.
Le offerte
La Rainbow, studio di animazione fondato da Straffi con 86 milioni di euro di ricavi nel 2017 e il cui maggior successo è la serie di cartoni tv «Winx Club», esportata in 100 Paesi, accarezzava da tempo l’idea di sbarcare in Borsa a Milano e l’11 aprile ha annunciato di aver presentato domanda d’ammissione alla quotazione sul mercato telematico azionario. Il collocamento sarà rivolto a «investitori qualificati in Italia e istituzionali all’estero» ed è previsto che l’operazione di Ipo (offerta pubblica iniziale) – ottenuto il via libera della Borsa e l’approvazione della Consob – «venga completata entro maggio», arrivando «fino a massimo il 40% del capitale sociale di Rainbow». La fatina Bloom e le sue cinque amiche alate – che nel fantastico mondo di Magix ricreano batticuori e sfide delle adolescenti umane – non si preparano solo a trasformarsi in titoli di Piazza Affari ma anche in eroine in carne e ossa, in una serie di Netflix.
Intanto il «papà» delle Bratz, prodotto di punta della società di giocattoli Mga Entertainment, mette gli occhi sulla catena di negozi Toys «R» Us, che – schiacciata dalla concorrenza dei rivenditori online- ha annunciato la chiusura di oltre 700 punti vendita americani (oltre a quelli di Canada, Giappone, Germania, Austria e Svizzera) e il conseguente licenziamento di gran parte dei 33.000 dipendenti. Una speranza arriva ora dalla Mga Entertainment, fondata da Isaac Larian, che attraverso la catena di negozi vende il 40% dei propri prodotti e che dopo una fallimentare raccolta fondi lanciata con l’hashtag #SaveToysRUs (puntava a un miliardo, si è fermata a 61 mila dollari), ha annunciato di aver presentato con un altro investitore un’offerta di 890 milioni di dollari, 675 per i negozi negli Usa e 215 milioni per quelli in Canada. L’idea – ha spiegato Larian al «New York Post» – è quella di trasformare ogni negozio in «una mini Disneyland per ogni quartiere». Toys «R» Us – che avrebbe ricevuto altre offerte – deciderà nei prossimi giorni se accettare.
I modelli
Insomma, è una primavera frenetica per le bambole preferite dalle bambine. Bratz e Winx si preparano a grandi «sfide» economiche, e Barbie – che compirà 60 anni nel 2019 – punta su modelli diversi da quello universalmente conosciuto (la bionda con gli occhi chiari), in omaggio a donne realmente esistite/esistenti e considerate di ispirazione per le ragazze, come Frida Kahlo, Amelia Earhart o l’italiana Sara Gama, capitana della Juventus femminile e della Nazionale, laureata, con padre congolese e madre triestina.
«Per la festa della donna – spiega Roberta Suriano, brand manager Barbie Italia – Mattel ha lanciato 17 bambole ispirate a donne reali: tre del passato, i cui modelli sono in vendita, e 14 viventi di cui è stato creato un esemplare unico. L’obiettivo era onorare donne speciali e contribuire alla campagna contro gli stereotipi femminili». Il futuro del settore? «Sempre più legato al marchio e non solo al giocattolo in sé – continua -, basta pensare che ci sono decine di categorie merceologiche dedicate alla Barbie», fra le ultime i trucchi di Sephora e i taccuini di Moleskine. «Quello che ci interessa al di là del prodotto – conclude – è diffondere il messaggio di Barbie, la prima bambola creata non perché le bambine giocassero a fare le mamme, ma perché proiettassero su di lei i propri sogni e le proprie aspirazioni. Il suo messaggio per noi è uno, che le bambine posso diventare tutto ciò che desiderano».