
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Quelli del fisco sono tutti contenti perché dalle procedure con cui si evitano i contenziosi e dal lavoro degli agenti addetti alla riscossione che fanno capo a Equitalia hanno incassato 2,3 miliardi, il 46% in più rispetto all’anno scorso. In rete, l’attacco più frequente scelto dalle agenzie per dare questa notizia, è stato: «Tempi duri per gli evasori».
• E’ vero?
Chi lo sa. La Cgil ha emesso subito un comunicato in cui si dice: « l’ennesima, grossolana mistificazione». La dichiarazione è di Carlo Podda, segretario generale della Funzione pubblica: «Chiunque sa che questi numeri sono riferiti all’attività di accertamento che l’agenzia ha effettuato nell’anno precedente. La situazione, anzi, non potrà che peggiorare, visto il forte definanziamento di tutti i principali strumenti di lotta all’evasione». Tuttavia l’Agenzia delle Entrate, e il suo direttore Attilio Befera, sembrano parlare di una cosa diversa da quella che intende Podda: per un miliardo e mezzo almeno si tratterebbe di soldi provenienti da strumenti deflativi…
• Che roba è?
«Strumenti deflativi», un’espressione per indicare quelle robe che ti permettono di evitare il tribunale. Cioè l’autotutela, l’acquiescenza, l’accertamento con adesione e la conciliazione giudiziale.
• Arabo.
Impariamo un po’ di questo arabo. L’autotutela è il fisco che ammette di aver sbagliato e accetta di buon grado di rifare correttamente qualcosa che all’inizio aveva fatto erroneamente. Questa azione degli agenti delle tasse, che si ravvedono, esiste davvero benché uno stenti a crederci: ma se il contribuente a cui è capitato di subire l’errore va in un ufficio di Equitalia, si spiega ed è convincente, quelli tornano volentieri sui loro passi. L’’acquiescenza” sei tu che dai ragione al fisco e rinunci al ricorsi: un quarto di sanzioni risparmiate. L’’accertamento con adesione” è un accordo che raggiungi col fisco prima che cominci una causa e la ”conciliazione giudiziale” è la chiusura di una causa in corso con una transazione. Cioè queste quattro procedure sono evasione già scoperta, in fondo, e quest’anno hanno fruttato all’erario un +54 per cento rispetto all’anno scorso. Non è troppo corretto lo slogan ”Tempi duri per gli evasori”. Bisognerebbe piuttosto dire: ”Rapporti migliorati tra fisco e cittadini”. Guardi, mentre glielo spiego ho dei dubbi anch’io.
• Perché?
Perché anche l’anno scorso, di questi tempi, uscì un’agenzia che annunciava un +46% di incassi da queste procedure, rispetto al 2006, stessa percentuale di quest’anno. E leggo ogni tanto sul Sole 24 Ore di altri comunicati in cui il nostro fisco dimostra di aver scovato molti più denari evasi dell’anno prima, eccetera eccetera, e questo balletto va avanti da molti anni. Sicché verrebbe da dire: non abbiamo un modo certo per avere contezza di queste cifre, per esser sicuri che non si tratti di roba manipolata per farsi belli col popolo? Perché poi i dati complessivi restano sempre quelli, l’evasione continua a essere il doppio di quella europea (un centinaio di miliardi almeno) e i soldi portati all’estero dagli italiani avrebbero raggiunto la ragguardevole cifra di 500 miliardi di euro, un terzo del nostro Pil.
• Ma Tremonti non era riuscito a far rientrare un bel po’ di quei capitali?
Solo un’ottantina di miliardi. I dati di ieri, trionfalisticamente in linea con quelli che l’Agenzia delle entrate dà regolarmente da molti anni (e dove ogni volta l’evasione accertata è più alta della volta precedente e i soldi incassati pure), risultano fastidiosi per la Cgil e per i democratici perché ai tempi di Visco si sosteneva che solo il centro-sinistra aveva ottenuto certi successi nella lotta all’evasione, mentre il centro-destra era naturalmente alleato di chi non voleva pagare le tasse. Anche Bersani ieri s’è esercitato sui numeri provenienti dall’Agenzia delle entrate, sostenendo che sono merito di Prodi-Visco: «L’accertamento non basta, perché sta calando la fedeltà fiscale. E poi aspettiamo ancora che Tremonti ci faccia conoscere i dati. I risultati nel recupero di risorse evase, infine, sono coerenti con il piano messo a punto lo scorso anno dal passato governo». La vera questione da affrontare, per qualunque governo, resta quella quello dell’eccessivo peso del fisco sulle persone e sulle imprese, specialmente artigianali. Ieri, quattrocento dipendenti del Comune di Roma si sono trovati le buste paga azzerate, tra l’altro, dai conguagli. Uno di loro si voleva ammazzare. L’hanno fermato in tempo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/12/2008]
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