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 2018  aprile 15 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Maria Elisabetta Alberti Casellati
Il Presidente della Camera è Roberto Fico
Il Presidente del Consiglio è Paolo Gentiloni
Il Ministro dell’ Interno è Marco Minniti
Il Ministro degli Affari Esteri è Angelino Alfano
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Valeria Fedeli
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Paolo Gentiloni (interim)
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Anna Finocchiaro (senza portafoglio)
Il Ministro dello Sport è Luca Lotti (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno è Claudio De Vincenti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Donald Trump
Il Presidente del Federal Reserve System è Jerome Powell
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Emmanuel Macron
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Édouard Philippe
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Ram Nath Kovind
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Trump attacca in Siria

Trump, con Macron e Theresa May, ha attaccato i centri di ricerca siriani, dove si sviluppano le cosiddette armi chimiche che poi Assad utilizzerebbe contro i ribelli (questa per lo meno è l’accusa). L’operazione non ha fatto vittime e, per quanto se ne sa fino a questo momento, non ci sono neanche feriti, anche se una fonte proclama il ricovero in ospedale di tre civili. Nelle dichiarazioni occidentali, l’attacco viene giustificato come un deterrente nei confronti di Assad e a questa posizione s’è associata anche la Turchia, finora sempre schierata dalla parte di Mosca. Putin e il suo ministro degli Esteri, Lavrov, hanno invece pronunciato parole di dura condanna. Ma forse è solo una pantomima: gli americani (anche se lo negano) gli hanno fatto sapere in anticipo che sarebbe scattata l’operazione, i piloti sono stati attenti a non invadere minimamente lo spazio controllato dai russi e a non provocare la loro contraerea, che infatti è rimasta ferma. Inviperita la reazione iraniana, che registra anche una dichiarazione di fuoco della guida suprema Khamenei («L’attacco alla Siria è un crimine»).  

Gli italiani?
Ne riferiamo a parte. In ogni caso: il premier Gentiloni è stato informato e ha solo avvertito, a operazione eseguita, che questo non deve essere l’inizio di un’escalation.  

Descriviamo bene l’operazione.
Erano le tre del mattino della notte tra venerdì e sabato (le quattro italiane), esattamente una settimana dopo l’attacco contro i ribelli a Douma da parte di Assad, quello in cui le armi chimiche avrebbero ucciso cento civili, tra uomini, donne e bambini. Per quello che s’è capito finora dovrebbero essere stati usati solo missili da crociera. Alcuni dei bersagli colpiti non dovrebbero essere troppo lontani da Damasco, dato che giornalisti accreditati nella capitale sostengono di aver sentito delle esplosioni. Il governo francese ha fatto vedere sui suoi account twitter aerei Rafale in decollo, gli inglesi hanno mosso quattro Tornado dalla base cipriota di Akrotari e sono andati a colpire dalle parti di Homs. Come si siano mossi gli americani non è ancora chiaro: come abbiamo scritto ieri, non avevano portaerei in zona. Joseph Dunford, ministro degli Esteri francese, ha detto che sono stati presi di mira un centro di ricerca scientifica nella capitale, un sito di stoccaggio per precursori di armi chimiche a Ovest di Homs, e, nella medesima area, un posto di comando.  

Ma è un’operazione sensata? Se non si trattasse in ogni caso di un atto di guerra, mi verrebbe da dire: tanto rumore per nulla.
Tutti garantiscono che la capacità del regime siriano di costruirsi armi chimiche è stata colpita seriamente. È una considerazione a cui non possiamo obiettare niente, perché non ne sappiamo niente. In altri tempi s’era diffusa la convinzione, avvalorata pure da qualche ispezione, che i depositi siriani di nervino e di sostanze analoghe fossero stati distrutti. E la cosa non è poi risultata vera. Del resto gli ispettori dell’Opac, che avrebbero dovuto certificare (o non certificare) l’uso di armi chimiche a Douma, dovevano arrivare in loco tra oggi e lunedì. Trump, con Macron e la May, ha deciso di agire prima. Un ragionamento malizioso potrebbe essere questo: per paura di essere smentiti, hanno agito in anticipo.  

È sicuramente quello che pensano e/o sosterranno i russi.
Putin ha chiesto la riunione d’emergenza del consiglio di sicurezza dell’Onu, dal quale spera di ottenere una condanna dell’azione (impossibile, dato che Stati Uniti, Francia e Regno Unito metteranno il veto). Ha poi parlato di «atto di aggressione contro un Paese, senza l’avallo del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in violazione della Carta delle Nazioni Uniti, delle norme e dei principi del diritto internazionale». Assad, naturalmente è sulla stessa linea: «L’Occidente ha agito dopo aver perso il controllo nel conflitto siriano. Gli attacchi della notte scorsa aumentano la determinazione a continuare a distruggere il terrorismo in ogni angolo della Siria». Il suo Paese, ha aggiunto, non si lascerà intimidire dai raid occidentali: «L’aggressione renderà soltanto la Siria ed il popolo siriano più determinati nel continuare a combattere». I siriani sostengono di aver intercettato, con la loro contraerea, 65 missili, i russi dicono che la contraerea siriana ne ha neutralizzati 71. Secondo gli americani, invece, i siriani hanno lanciato 40 missili di contraerea senza colpire niente.  

Mi figuro un profluvio di tweet da parte di Trump.
«Il nostro obiettivo era quello di distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano. Le nostre operazioni proseguiranno per il tempo necessario a distruggere le loro capacità. L’attacco è stato perfettamente eseguito. Grazie a Francia e Regno Unito per la loro saggezza e la potenza dei loro raffinati eserciti. Non avremmo potuto avere un risultato migliore. Missione compiuta!». Cioè: «Mission accomplished!». (leggi)

Dai giornali