Corriere della Sera, 15 aprile 2018
Nasce il Giro E, le bici a motore sulle strade della corsa rosa
Con la Formula E condivide scocca in carbonio, motore elettrico, cambio elettronico. Differenze? Peso (13 chili contro 830) e potenza: 250 watt contro 200 mila. La bici da corsa elettrica è un gioiello hi-tech (quasi) alla portata di tutti: la Nytro Pinarello con cui il ciclista Sky Gianni Moscon ha «sfida-to» ieri Giancarlo Fisichella a Roma costa 6.000 euro e si guida senza patente. È questo il mezzo con cui 5 squadre di due concorrenti si misure-ranno, a maggio, con le 18 tappe italiane del Giro poche ore prima dei professionisti. Le regole d’ingaggio? Il motore della bici – un cilindretto nascosto nel tubo obliquo – «stacca» in automatico raggiunti i 25 chilometri/ora, l’assistenza alla pedalata non supera i 250 watt a regime (400 di punta, che in salita sono tanti) modulabili in 4 step diversi. In pianura e discesa si pedala a motore spento e, per star leggeri, anche senza batteria, estraibile. L’autonomia? Superiore alle quattro ruote: a piena carica si ha energia sufficiente per salire da 0 a 1.400 metri a 25 km/ora, roba che nemmeno Nibali. Quando la carica finisce, con un battery pack nuovo (1,4 chili) si riparte a manetta. Domanda: e il ciclista cosa ci mette rispetto al pilota di Formula E? Le gambe. A parità di potenza elettrica, quella aggiunta dal «motore umano» deriva solo dall’allenamento.