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 2018  aprile 15 Domenica calendario

Alitalia, il governo tratta ma resta il nodo del prestito Riparte il confronto con Lufthansa, easyJet e Wizz Air e con i sindacati sulla cig

Riparte domani la trattativa per la vendita di Alitalia a uno dei tre potenziali acquirenti rimasti in campo. In pole position c’è Lufthansa, poi easyJet e Wizz Air. Ma il tempo stringe e sul destino della compagnia pende il pericoloso giudizio dell’Europa che ha deciso di avviare una procedura formale per aiuti di Stato.
Il prestito ponte da 900 milioni, infatti, la prossima settimana entrerà ufficialmente nel mirino dell’Ue con richieste di spiegazioni all’Italia. Si dovrà valutare con attenzione se i 900 milioni concessi lo scorso anno per il salvataggio della compagnia siano o meno un aiuto di Stato vietato dalle norme europee, come hanno denunciato nei mesi scorsi alcune compagnie, a partire da Lufthansa e Ryanair, le stesse che hanno partecipato alla fase delle manifestazioni di interesse per la compagnia. A quel punto il governo avrà una ventina di giorni per rispondere per fugare i dubbi.
È quindi importante comprendere qual è il confine tra aiuto di Stato e semplice prestito finalizzato a salvare asset importanti e posti di lavoro per un periodo limitato di tempo. Come fu fatto, ad esempio, con il prestito elargito dal governo tedesco nell’agosto scorso ad Air Berlin da 150 milioni, poi passato indenne sotto i radar della Commissione.
Innanzitutto si dovrà valutare se un prestito la cui restituzione è stata posticipata da pochi mesi a più di un anno dal governo uscente sia o meno in regola secondo le norme Ue. Verranno valutati con attenzione tutti i particolari finanziari dell’operazione. «Un prestito di queste dimensioni concesso senza troppi vincoli e con un tasso di interesse legale nemmeno troppo oneroso, se si considera che è stato elargito ad una compagnia in amministrazione straordinaria, non poteva lasciare indifferente Bruxelles. Soprattutto se la spinta all’indagine arriva da compagnie concorrenti molto potenti», chiosa Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano.
Il tasso concesso, che sfiora il 10%, a prima vista alto, in realtà potrebbe far suonare l’allarme. «Indubbiamente, prestare 900 milioni ad una società il cui futuro è molto incerto, apre la porta a diverse riflessioni. È anche vero che da quanto dicono i commissari il prestito non è stato quasi intaccato e la vita di Alitalia potrebbe proseguire senza eccessivi scossoni fino all’ingresso di un socio forte come Lufthansa», aggiunge Giuricin. «Ma qui si ragione per cassa. E il rischio reale è che una volta finita la stagione estiva, si debbano fare i conti con una situazione meno rosea rispetto a oggi».
L’occhio dell’Unione si intreccia quindi con il prestito ponte e la cessione della compagnia, mentre i tempi della politica si allungano. «Il mio suggerimento al governo che verrà è di negoziare bene con i potenziali compratori, migliorare ulteriormente le proposte e chiuderla rapidamente. L’azienda è stata ben gestita ma resta una compagnia fragile», ha detto il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda.
Da domani intanto riprende anche il dialogo e con i sindacati per definire il perimetro della cigs.