Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Moratti ha cacciato Sgarbi...
• Che è successo?
La Moratti ha cacciato Sgarbi e mi dispiace tantissimo. Sgarbi s’è messo nei guai da solo, come al solito, sbraitando a destra e a sinistra, facendo casino in televisione, prendendo per il naso la giunta, riuscendo ad avere torto anche quando aveva ragione. Come sempre, un po’ perché è così, un po’ perché deve stare sempre alla ribalta, guai se si mette in testa che se lo stanno dimenticando e guai pure, però, se vede avanzare da qualche parte la bruttezza. Ricorderà di quando disse che le eruzioni dell’Etna erano benefiche...
• Stavolta che è successo?
C’è un comunicato della Moratti, arrivato ieri sera alle nove. Guardi, è un fatto grave, abbiamo cambiato il tema della nostra conversazione all’ultimo momento a causa di questo. Dice questo comunicato che il sindaco Moratti ritira a Vittorio Sgarbi la delega di assessore alla Cultura del comune di Milano e l’assume su di sé a causa della «mancanza di rispetto per la giunta comunale [...] e quindi rottura del rapporto di fiducia con il Sindaco e con i colleghi Assessori». Continua: «Rilevato che l’assessore Vittorio Sgarbi ha assunto in varie occasioni, anche pubbliche, un atteggiamento non consono ai doveri di pubblico amministratore e considerato inoltre che lo stesso assessore ha tenuto comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del Sindaco e della Giunta incidendo negativamente sull’operato e immagine di tali organi e creando un clima di tensione interno alla maggioranza politica; ritenuto che per i sopra esposti motivi è venuta meno la fiducia del Sindaco eccetera». Buttato fuori.
• Sgarbi che dice?
«Considero irricevibili le ragioni che hanno spinto il sindaco eccetera, oltre che profondamente lesive della mia dignità». Dice che le «non-ragioni del sindaco» sono legate ad Annozero, il programma di Santoro.
• Quando ha insultato Travaglio?
Sì, la scena si vede anche su YouTube. «Pezzo di merda» e così via. Intanto, non doveva andarci perché era ovvio che lo avrebbero fatto a pezzi. Poi ha infilato una castroneria grossa così: ha detto che Biagi aveva scritto un libro su Romiti, libro che invece è di Panda. Poi non puoi pensare di demolire Travaglio e Santoro gridando e insultando. Un’esibizione - purtroppo - da dilettante. Tuttavia io non credo che le sue difficoltà nascano da questo. Ci sono stati problemi in giunta, e non piccoli. Prima di tutto - ed è secondo me la questione principale - Sgarbi s’è nettamente schierato contro le torri cosiddette sbilenche dell’ex Fiera di Milano (cioè i grattacieli di Libeskind) e contro il progetto di ristrutturazione del Lirico. La Soprintendenza gli ha dato ragione, la cordata di Longoni è andata al Tar, il capogruppo di Forza Italia in Comune gli dà torto, Berlusconi gli dà ragione ma è troppo lontano. Poi c’è stato il colpo tirato ai colleghi: ha fatto arrivare sul tavolo della giunta la delibera per il patrocinio di una rassegna teatrale intitolata: “Liberi, amori possibili”. Gli altri assessori l’hanno cortesemente approvata senza farci troppo caso e senza badare al fatto che Sgarbi era addirittura assente. Solo dopo s’è scoperto che si trattava di una rassegna di teatro gay e che la parola “omosessuale” era stata cancellata a bella posta dal titolo del piccolo festival, in modo da evitare la tempesta dell’epoca in cui Sgarbi aveva tentato di metter su una mostra gay molto forte intitolata “Vade retro” (impedita proprio dalla Moratti, battezzata per l’occasione ”suor Letizia”). Sgarbi poi ha fatto finta di cadere dalle nuvole, «ma l’omosessualità è normalità, insistere nella definizione di teatro gay avrebbe significato cercare lo scontro», ecc. I suoi amici del centro-destra non devono neanche aver dimenticato che, al momento delle primarie, Sgarbi voleva candidarsi a segretario del Partito democratico...
• Beh, come si faceva a non buttarlo fuori?
Già. Il guaio è che è stato un ottimo assessore alla Cultura. La notte bianca per scoprire quattromila opere d’arte, lo sparpagliamento per la città di Picasso, De Chirico, Casorati, Morandi, Boccioni, Kandinsky, Modigliani, adesso le mostre di Bacon, Balla e Canova. E poi il solito caos di Sgarbi, che va dappertutto ed è in ritardo ovunque, fa solo le cose che gli piacciono, gira di notte col famoso codazzo di ancelle e sicofanti, vende i quadri perché è rimasto senza soldi, impreca perché non possiede più un Tiziano. E naturalmente prima di prendere a parolacce Travaglio, s’era azzuffatto in tv con Cecchi Paone e prima ancora con la Mussolini... Insomma, è un peccato. E vedrà che alla fine la Moratti – senza dirlo a nessuno – lo rimpiangerà. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 9/5/2008]
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