9 maggio 2008
BERLUSCONI 2007-2008 PER FOGLIO DEI FOGLI 12 MAGGIO 2008. 21 novembre 2006. Su Libero esce un’intervista in cui Silvio Berlusconi mostra cenni di scoramento: «Il governo non cadrà, non ora e neppure domani
BERLUSCONI 2007-2008 PER FOGLIO DEI FOGLI 12 MAGGIO 2008. 21 novembre 2006. Su Libero esce un’intervista in cui Silvio Berlusconi mostra cenni di scoramento: «Il governo non cadrà, non ora e neppure domani. Nella sinistra manca chi è disposto a sferrare il colpo mortale». E poi: «Dobbiamo metterci il cuore in pace. Non sarò io a ritornare a Palazzo Chigi. Ho già dato, mi basta». La Stampa: «Contattato al telefono, Berlusconi ha negato tutto: ”Io? Per carità. Mai dette quelle cose”. Sì, era andato effettivamente alla cena milanese di Daniela Santanché, parlamentare di An, e lì aveva fatto il simpatico, come suo solito. Battute, barzellette, siparietti per allietare la serata. Certo, anche ragionamenti politici. D’altra parte Emilio Fede presentava l’ultima sua fatica letteraria (Fuori onda, Mondadori): come schivare i discorsi seri? Ciò che Berlusconi ignorava era la presenza tra gli ospiti di Alessandro Sallusti, direttore responsabile di Libero. Il quale ha messo tutto nero su bianco senza troppi complimenti». [1] 26 novembre 2006. Berlusconi è colto da un malore sul palco del palasport di Montecatini durante un intervento al convegno dei Circoli giovani. I primi esami fatti in ospedale, soprattutto l’elettrocardiogramma, evidenziano qualche lieve scompenso cardiaco. Umberto Scapagnini, suo medico personale, parla di «lieve ipotimia». La Repubblica: «Tradotto: un abbassamento di pressione e perdita di conoscenza. Dovuti, pare, a diversi fattori, oltre all’età: il caldo eccessivo della sala, qualche linea di febbre, una dieta in corso (a dirlo è stato il suo portavoce Paolo Bonaiuti), una cura post-operazione (al menisco il 4 novembre, ndr). Su quel palco l’ex premier era salito alle dodici e trenta con già in viso i segni della fatica. E poi, dopo mezz’ora, le parole spezzate in gola e quello svenimento». Giuseppe Papaccioli, cardiologo e sindaco uscente di Caivano, comune del napoletano: «Quando si è svegliato, mi ha detto di essersi emozionato per aver visto quel palazzetto stracolmo di ragazzi. E io gli credo, perché quando una persona sta male difficilmente dice bugie. Poi, guardandomi, ha fatto la battuta, riferendosi al mio aspetto: ”Non pensavo che per farmi fuori si fosse scomodato Bin Laden in persona”. Lì ho capito che era tornato il Berlusconi di sempre». [2] 18 dicembre 2006. Berlusconi è operato in uno dei centri clinici per la chirurgia del cuore più importanti degli Stati Uniti. Una nota di Forza Italia: «Alle 16.30 (le 10.30 del mattino negli Usa) allo ”Heart Center” di Cleveland è avvenuto l’intervento cardiochirurgico, necessario per la correzione di un disturbo del ritmo, al quale è stato sottoposto il presidente Berlusconi, dopo che sono stati completati gli accertamenti previsti. Il professor Andrea Natale, a capo dell’equipe medica, conferma che l’operazione è perfettamente riuscita e segue il normale decorso post-operatorio». [3] Mario Calabresi: «Il primo a suggerire l’intervento era stato il suo cardiologo di fiducia, Alberto Zangrillo, direttore della cardiochirurgia del San Raffaele di Milano, subito dopo il malore di Montecatini. Ma l’ex primo ministro aveva risposto con un no secco per quasi due settimane. A quel punto si racconta sia stata la famiglia ad insistere perché accettasse il ricovero». [4] La Stampa: «Prima dell’operazione, un assistente del dottor Andrea Natale aveva posto al paziente la domanda di rito: ”Soffre di allergie particolari?”. L’ex presidente del Consiglio non si era lasciato sfuggire l’occasione per la battuta: ”Sì, ai comunisti”». [5] 31 gennaio 2007. Sulla prima pagina della Repubblica viene pubblicata una lettera di Veronica Berlusconi: «[...] scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: ”... se non fossi già sposato la sposerei subito” (a Mara Carfagna, ndr) ”con te andrei ovunque”. Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l’età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente [...]». [6] Nel pomeriggio il Cavaliere risponde con una lettera diffusa dalle Agenzie: «Cara Veronica, eccoti le mie scuse. Ero recalcitrante in privato, perché sono giocoso ma anche orgoglioso. Sfidato in pubblico, la tentazione di cederti è forte. E non le resisto. Siamo insieme da una vita. Tre figli adorabili che hai preparato per l’esistenza con la cura e il rigore amoroso di quella splendida persona che sei, e che sei sempre stata per me dal giorno in cui ci siamo conosciuti e innamorati. Abbiamo fatto insieme più cose belle di quante entrambi siamo disposti a riconoscerne in un periodo di turbolenza e di affanno. Ma finirà, e finirà nella dolcezza come tutte le storie vere. [...]». [7] 17 aprile 2007. Il settimanale Oggi pubblica un reportage che ritrae l’ex premier la vigilia di Pasqua in atteggiamenti confidenziali con cinque ragazze (tre more, una castana e una rossa) nel parco di Villa Certosa, la sua residenza in Costa Smeralda. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e senatore di Forza Italia, parla di «fotografie procurate in dispregio di ogni diritto della privacy. Si è scelto di pubblicare soltanto immagini in cui l’ospite è ritratto in compagnia di invitati femminili, omettendo di evidenziare la presenza di altri invitati. lo stesso giornale che per l’attuale portavoce del governo (Silvio Sircana, ndr) ha evitato di pubblicare un servizio che aveva acquistato per 100 mila euro». [8] 24 aprile 2007. In occasione del ritorno in video di Enzo Biagi, col rotocalco Rt, il Cavaliere cerca di minimizzare la storia del cosiddetto Editto di Sofia con cui nel 2002 lo escluse dalla televisione pubblica insieme a Michele Santoro, Daniele Luttazzi ecc.: «Non ho mai detto che Biagi e gli altri non dovessero continuare in Rai. Ho detto che non avrebbero dovuto utilizzare il servizio pubblico per trasmissioni di parte». Conclude facendo gli auguri al giornalista: «Gli faccio i miei complimenti e gli auguro lunga vita e lunga permanenza in Rai». Biagi morirà il successivo 6 novembre. [9] 27 aprile 2007. Berlusconi viene assolto dall’accusa di concorso in corruzione per la vicenda Sme. Emilio Randacio: «Sull’ipotesi di aver versato 434 mila dollari su conti di Cesare Previti e poi dell’ex giudice di Roma Renato Squillante, con la formula ”per non aver commesso il fatto”. Il collegio ha infatti utilizzato la formula prevista dal codice quando è di fronte a una prova che ritiene ”insufficiente o contraddittoria”. ”Perché il fatto non sussiste”, invece, per quei 100 milioni di vecchie lire, transitati da un conto dello scomparso Pietro Barilla, finiti temporaneamente a Previti e bonificati definitivamente sempre a Squillante. Berlusconi non partecipò alla corruzione, secondo la seconda Corte d’appello milanese». L’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Piero de Petris, aveva chiesto 5 anni: l’ipotesi, nata dalle dichiarazioni rese nel 1995 da Stefania Ariosto, riteneva che per sbarrare la strada a metà degli anni 80 a Carlo De Benedetti per l’acquisto del gruppo Sme dall’Iri, Berlusconi fosse sceso in campo con tutti gli strumenti possibili. [10] Suo commento appresa la sentenza dall’avvocato Gaetano Pecorella: «Sono 11 anni che aspetto giustizia e ora, finalmente, è arrivata, anche se con così tanto ritardo. Chi mi risarcirà di tutto questo?». [11] Il 26 ottobre 2007 la VI sezione della Cassazione chiuderà definitivamente la vicenda rigettando il ricorso della procura di Milano. [12] 23 maggio 2007. Battendo 2-1 ad Atene il Liverpool con una doppietta di Pippo Inzaghi, il Milan vince la terza Champions League della gestione Berlusconi (dopo quelle del 1994 e 2003, vanno aggiunte le coppe dei Campioni del 1989 e 1990). « come quando si arriva al quinto figlio, è una felicità matura, ma non è più la stessa emozione come per il primo. Noi abbiamo vinto cinque Coppe dei Campioni, abbiamo vinto molto di più del Real Madrid, almeno se il paragone lo si fa negli ultimi 20 anni. Sono felice certo, ho una bacheca in cui i trofei non entrano più». [13] Seguiranno il successo nella Supercoppa europea (il 31 agosto a Montecarlo, 3-1 al Siviglia con gol di Inzaghi, Jankulovski e Kakà) e nel Mondiale per club (Yokohama 16 dicembre 2007, 4-2 agli argentini del Boca Juniors, Nesta, Kakà e doppietta del solito Inzaghi). Mario Sconcerti: «Non c’è mai stata una squadra così capace di continuare a vincere». [14] 29 ottobre 2007. Chiamato sul palco per la lectio inauguralis del XX master di Publitalia 80, si produce in una nuova gaffe: «Quando Veronica vide le foto che mi ritraevano in Sardegna con cinque ragazze, ma c’erano anche i loro fidanzati giuro..., si mise a preparare le valigie. ”Cosa fai, torni da tua madre?” le chiesi. Lei mi rispose che le valigie erano le mie. Io da grande comunicatore l’ho convinta e alla fine è rimasta. Ahimè!». [15] 18 novembre 2007. Forte del successo ottenuto con la raccolta di firme contro il governo Prodi che l’ha fatto riprendere dalla mancata spallata sulla finanziaria, in punta di piedi sul predellino dell’auto annuncia in piazza San Babila a Milano la nascita del Popolo delle Libertà (nome scelto da un successivo referendum tra i simpatizzanti, in un primo momento sembra sancire lo scioglimento di Forza Italia). [16] Fedele Confalonieri: «Mi ha fatto venire in mente Eltsin che parla ai moscoviti dalla torretta del carro armato, all’epoca del tentato golpe contro Gorbaciov...». [17] Fausto Bertinotti: «Stavo guardando la televisione con mia moglie e quando l’ho visto sulla macchina abbiamo detto: fantastico, mediaticamente non posso che togliermi il cappello». [18] E poi: « la mossa di un surfista che sta sull’onda e compie un’acrobazia. Nella crisi della politica, Berlusconi capisce che abbiamo alle spalle la pars destruens, che è iniziata proprio con lui, e che ora comincia la pars costruens nella quale si definiscono nuovi soggetti. Capisce e si allinea. Nello stesso tempo mantiene la sua cifra originale e la potenzia. Scioglie l’incertezza tra un solitario protagonismo, quello che durante la campagna elettorale gli ha consentito un’imprevedibile rimonta, e il vecchio impianto di alleanze. Ha scelto di fare il leader della gente. Ha scelto la via del populismo. Tutto è scavalcato in un rapporto assoluto tra il leader e il popolo, è l’unica alleanza riconosciuta». [19] 9 dicembre 2007. Il Cavaliere stupisce tutti con un repentino cambio di look, presentandosi a Napoli in t-shirt. Michela Tamburrino: «A tutta prima, qualcuno non ha creduto ai propri occhi. Silvio Berlusconi in maglietta e giacca come fosse Nembo Kid. Via la camicia candida e la cravatta di Marinella, via ogni condizionamento formale; il Cavaliere degli italiani è apparso con questo look sbarazzino in varie occasioni. La rivoluzione della T Shirt è molto più audace di quella della bandana, la rivoluzione della T Shirt sottintende l’abbraccio con la piazza, rivela intenti da descamisado, è in nuance con i gazebo e non stride con le manifestazioni anti-Finanziaria. E consente di sfatare la diceria che l’ex premier porti il fondotinta a bordo mento. Ora, con il collo in bellavista, l’uniformità del colore bronzeo cancella ogni dubbio sull’uso della lampada solare». Federica Fendi: «Basta con tutti questi politici incravattati e lontani dalla gente. Una maglietta sotto la giacca regala un’immagine più svelta. In fondo, anche il suo ruolo ora è meno formale». Lavinia Biagiotti: «Dietro ci vedo il consiglio delle figlie. Brave». [20] 12 dicembre 2007. Scoop di Repubblica: Silvio Berlusconi è indagato dalla procura di Napoli per la corruzione di Agostino Saccà, presidente di Rai-Fiction e – seconda ipotesi di reato – per istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo e di altri senatori della Repubblica, «in altri episodi non ancora identificati». [21] In parole povere, pur di far cadere Prodi il capo dell’opposizione avrebbe tentato di convincere qualche senatore del centrosinistra (a Palazzo Madama la maggioranza è risicatissima) piazzandone l’amichetta in una qualsiasi fiction Rai. Replica del Cavaliere: «Non sono uno che fa raccomandazioni. Di fronte ad alcune discriminazioni ho fatto delle segnalazioni. E credo che sia legittimo. Tanta gente mi ha detto: ”da quando ho votato Fi non ho più lavorato”. Saccà è mio amico da lunga data. Fra l’altro le persone segnalate, mi sembra, non hanno ottenuto alcun contratto». [22] Il 18 gennaio 2008 la Procura della Repubblica di Napoli ne chiederà il rinvio a giudizio. Berlusconi: «Siamo nella piena patologia, spero che si vada al voto e gli italiani ci diano una maggioranza sufficiente per potere fare una riforma in profondità della giustizia e della magistratura». [23] 30 gennaio 2008. Berlusconi viene prosciolto con una formula che solo per sfumature si distingue dall’assoluzione nell’ultimo filone della vicenda Sme, quello relativo al falso in bilancio della Fininvest nella seconda metà degli anni Ottanta. Oriana Liso: «Prosciolto in base al primo comma dell’articolo 129 del codice di procedura penale dai giudici della prima sezione penale di Milano perché ”il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Nel 2002 era stato proprio il governo Berlusconi a ”mitigare” drasticamente la punibilità del falso in bilancio, di fatto quasi depenalizzato. All’epoca si gridò alla ”legge ad personam”, tanto che la procura ricorse alla Corte di Giustizia Europea e alla Consulta, mentre il processo - era il 26 ottobre del 2002 - veniva sospeso». [24] 3 febbraio 2008. Muore l’amatissima mamma Rosa. Emilio Fede: «Aveva compiuto 97 anni il 25 gennaio. Da qualche giorno non si alzava più dal letto, ma era perfettamente cosciente, lucida. Le ho telefonato un’ora prima che Romano Prodi fosse sconfitto al Senato. Mi ha detto: ”Speriamo bene per il Paese. Se il mio Silvio vince potrà aiutare tutti”. Pioveva quando si è spenta, domenica 3 febbraio. Pioveva quando è stata trasferita alla cappella privata di Arcore. Un sole splendido, il giorno dopo, l’ha accompagnata nella sua ultima dimora, accanto al marito Luigi, il solo uomo che lei ha amato. Il suo Silvio nella cappella dove i familiari e i parenti hanno pregato l’ha ricordata con qualche episodio che ha strappato un sorriso. Un sorriso, anche se fra le lacrime». [25] Il Cavaliere: «Questa è la vita, ci ha detto, e io sono arrivata alla fine. Ho avuto una vita difficile, ma poi sono stata ampiamente ripagata». [26] 14 aprile 2008. Il neonato Pdl (composto da Forza Italia e An) alleato con Lega Nord e Movimento per l’Autonomia trionfa alle elezioni ottenendo un’ampia maggioranza sia alla Camera che al Senato. Massimo Franco: «Per Berlusconi si tratta di un successo doppio. Non si assiste soltanto al suo ritorno prevedibile a Palazzo Chigi. La novità è che la reinvestitura avviene dopo una campagna elettorale nella quale non ha promesso miracoli; né lasciato intravedere soluzioni indolori in economia. Seppure fra le solite battute e battutacce, si è presentato nella veste dell’imprenditore chiamato a fronteggiare un periodo di grave crisi. Il suo miracolo è stato quello di farsi accettare anche nella nuova veste di premier senza bacchetta magica; e di interpretare una voglia prepotente di sicurezza». [27] Massimo Giannini: «La Terza Repubblica nasce oggi com’era nata la Seconda, quattordici anni fa. Una vittoria netta e indiscutibile di Silvio Berlusconi. Uno spostamento massiccio e inequivocabile dei consensi verso destra. La storia politica della nazione si compie così, con un moto perfettamente circolare. L’eterna transizione italiana riparte dall’eterna rigenerazione berlusconiana». [28] 8 maggio 2008. Silvio Berlusconi giura per la quarta volta da presidente del Consiglio. Luca Ricolfi: «Gli storici di domani parleranno del periodo 1994-2013 come oggi noi parliamo del fascismo. In che senso? Non certo nel senso che l’Italia di oggi abbia tratti fascisti, ma nel senso che entrambi saranno visti come due periodi storici piuttosto lunghi, piuttosto omogenei, e dominati da una figura politica centrale, Mussolini nel ventennio fascista, Berlusconi in quello - appunto - berlusconiano. Lo storico di domani sarà meno accecato dall’amore e dall’odio di quanto lo siamo noi oggi, e quindi riuscirà a vedere le cose freddamente. Naturalmente ci saranno gli storici di sinistra, che giudicheranno negativamente ”il ventennio”, e ci saranno gli storici di destra, che lo giudicheranno positivamente. Ma quel che entrambi si chiederanno è: perché? Perché la sinistra è uscita sconfitta da Tangentopoli e dalla crisi della prima Repubblica (1994)? Perché è stata sconfitta di nuovo nel 2001 e nel 2008? Perché per vent’anni è stata succube, come ipnotizzata, dalla figura del Cavaliere?». [29]