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 2009  marzo 22 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Scriveva ieri Vittorio Feltri: «E’ arrivato il momento più temuto che atteso: l’ultimo congresso di Alleanza nazionale prima di chiudere bottega e di riaprire con la nuova insegna». Chiudere bottega vale a dire sciogliere Alleanza nazionale, il partito che un tempo si chiamava Movimento Sociale Italiano (Msi), gli eredi della Repubblica di Salò, gli epigoni del fascismo, anzi, nel loro caso, del Fascismo, con la «f» maiuscola. «Riaprire con la nuova insegna»: cioè fondersi con Forza Italia e dar vita al Popolo della Libertà, il nuovo partito della destra italiana con a capo Silvio Berlusconi...

Avevo capito che questo partito esisteva già.
Sì, come cartello elettorale. Ricorderà che il 18 novembre del 2007 Berlusconi annunciò in San Babila, parlando dal predellino di una Mercedes, la nascita di un nuovo partito il cui nome in quel momento venne annunciato come «Partito del Popolo Italiano» o forse «Partito del Popolo e della Libertà». In seguito, d’accordo col suo oppositore Veltroni, Berlusconi decise che non avrebbe fatto alleanza elettorale con nessuno, a parte la Lega, e che chi voleva stare con lui avrebbe dovuto confluire in una lista comune, detta Popolo della Libertà. Casini disse di no, Fini ( nella foto Ansa in alto con Alessandra Mussolini) – dopo aver strepitato parecchio (c’era Prodi, e Fini minacciò di votare a favore di una nuova legge televisiva...) – accettò. Già allora i due alleati stabilirono che dopo il voto si sarebbe proceduto a una fusione classica tra le due forze politiche. E cioè: An si sarebbe sciolta e sarebbe confluita nel Popolo della Libertà. Il congresso dello scioglimento è iniziato ieri e si conclude oggi.

Ma gli conviene? Non ci rimettono a sparire sotto Berlusconi?
Bella domanda. Alleanza nazionale ha ottenuto il maggior successo nel 1996: il 15,7% dei consensi, in elezioni, peraltro, in cui la coalizione di centrodestra fu sconfitta da Prodi. Poi ha sempre oscillato intorno al 12, una percentuale dalla quale si sarebbe difficilmente schiodata in futuro. Anche per la prevalenza impressionante sull’elettorato di destra di Berlusconi. Fondendosi con gli «azzurri», invece, la componente An mette una seria ipoteca sul dopo-Berlusconi. più strutturata sul territorio, ha alle spalle una lunga militanza di resistenza molto dura, quando i suoi uomini aderivano al Msi ed erano discriminati dalla famosa alleanza detta «arco costituzionale», cioè quella formata dai partiti antifascisti. Non so dire se sarà Fini il successore di Berlusconi, ma è sicuro che quando si tratterà di disputarsi l’eredità gli ex missini avranno più frecce al loro arco degli ex forzisti.

Non potrebbe capitare, al momento della fusione, che Fini si candidi contro Berlusconi per la guida del partito?
E’ escluso. Pensi che lo statuto del Popolo della Libertà non ha previsto una modalità di confronto tra il Cavaliere e un ipotetico avversario. Le due forze politiche hanno stabilito di spartirsi il potere 70 a 30, cioè An potrà contare su uno dei tre coordinatori del partito (sarà La Russa, che affiancherà Verdini e Sandro Bondi) e su 6 dei 20 coordinatori regionali, quelli di Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Puglia, Calabria, Sardegna. Ci sarà poi un problema di patrimonio da gestire, perché An porta due milioni di attivo, parecchi immobili e una testata giornalistica,
Il Secolo d’Italia. Forza Italia, da questo punto di vista, è in perdita: ha passività per una quarantina di milioni.

Che cosa ha detto ieri Fini?
Fini parla stamattina, a quanto si dice a braccio. Ieri il discorso importante è stato tenuto da La Russa, che, da quando Fini è presidente della Camera, ha fatto da reggente. Un discorso molto tranquillo. In pratica, ha detto: stiamo portando a conclusione un discorso cominciato già ai tempi di Almirante’ con la prima correzione della ragione sociale: non più solo Msi, ma Msi-Destra Nazionale – e proseguito da Fini con la creazione, sulle ceneri del Movimento sociale e di tutto l’armamentario post-fascista, di Alleanza Nazionale. Partito moderato, un pochino meno statalista, un pochino più liberista. Una forza che si preparava a entrare al governo, come poi avvenne, e che non poteva certo far sospettare manganelli sotto il doppiopetto.

Berlusconi?
Berlusconi non c’era. E non aveva bisogno di esserci, perché quelli di An, nella stragrande maggioranza, non ne mettono minimamente in discussione la leadership. Il Cavaliere ha fatto il piacere di lasciare la ribalta a Fini, che peraltro non s’è neanche seduto al tavolo della presidenza e ha preferito seguire i lavori dalla platea. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/3/2009]
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