Giuseppe Scaraffia, Il sole 24 ore 22/3/2009, 22 marzo 2009
ELEMENTARE, SIGNORA WATSON
Negli anni bui del Medioevo una palla di fuoco apparve a Ildegarda di Bingen e si rivolse a lei chiamandola: «Homo», uomo. Ildegarda non dubitò per un istante che la palla si stesse rivolgendo a qualcun altro. Vogliamo mettere con la brutta abitudine maschilista di rivolgersi alle donne chiamandole signora o signorina? La nuova legge europea che sopprime questi termini si ispira a precedenti – alla lettera – sacrosanti.
Lo diceva anche il Vangelo di Tommaso: «Che la donna diventi uomo, se vuole entrare nel regno dei cieli». Finalmente alle donne, assurte all’empireo del potere, verranno attribuiti epiteti sessualmente neutri. Là dove non fosse possibile, basterà sopprimerli e usare il solo cognome. Al bando anche tutti i sostantivi declinabili soltanto al maschile. A fregarsi le mani dalla contentezza sono non solo tutte le donne europee, ma anche, se non soprattutto, gli editori. Pochi sanno infatti che entro due mesi tutti i libri in circolazione saranno ritirati, pena pesanti ammende (per i contravventori, sicuramente maschi e maschilisti), e verranno sostituiti da versioni europoliticamente corrette. (Un’innovazione importante che cambierà anche il nostro antiquato modo di leggere). I più intelligenti tra i geni del passato ci avevano già pensato. Shakespeare ad esempio non aveva intitolato la sua tragedia «Lady Macbeth», ma semplicemente, secondo i corretti dettami dell’Ue, Macbeth. Mentre cosa dovevamo aspettarci da quel rozzo campagnolo di Gustave Flaubert, che non viveva nemmeno a Parigi, ma in un buco di provincia? Ma non è mai troppo tardi. Apriamo a caso la versione purgata del suo più celebre romanzo, che ora si intitola Bovary.Tutto fila liscio: «Spesso, quando Bovary era fuori, Bovary andava a prendere nell’armadio il portasigari di seta verde. Lo guardava, lo apriva, annusava perfino l’odore della fodera che sapeva di verbena e di tabacco. A chi apparteneva?». Certo, se arretriamo di qualche riga, la situazione si complica. Infatti Bovary ha appena raccolto il portasigari e ha detto: «Ci sono dentro due sigari. Andranno bene per questa sera dopo cena». Al che Bovary ha ribattuto: «Ma come, tu fumi?», facendosi rispondere, sempre da Bovary: «Qualche volta, quando capita l’occasione». Ma non lasciamoci prendere dallo sconforto, guardiamo le cose dal lato positivo: Bovary è un passo importante verso il monologo interiore, Svevo e Joyce per intenderci.
Passiamo ai Tre moschettieri di Alexandre Dumas, diventati ovviamente «Tre portamoschetto». D’Artagnan non incontra più la fatale Milady ma il neutro, ancorché biondo, Winter. D’altronde il primo a capirlo è stato La Fère (Athos): «Questa creatura non ha niente di una donna!». Se lo dice lui che l’ha sposata/o! Secondo alcuni studiosi, Conan Doyle è stato un silente pioniere della riforma Ue. Dietro al dottor Watson si nasconderebbe infatti la dottoressa Watson, un homo sapiens di media statura, di corporatura robusta, mascella quadrata e collo taurino. Ecco perché quel macho di Holmes continua a punzecchiarla: «Elementare, Watson!», proprio come il Dr. House punzecchia la Cuddy. In alcuni casi vengono addirittura sciolti degli enigmi. Restava incomprensibile perché Francesco (Petrarca) fosse stato rifiutato da Laura (al secolo Laure de Sade). Ma basta applicare la norma Ue per capire che de Sade poteva solo rifiutare sadicamente il dolciastro corteggiatore. Con Proust la normativa Ue arriva al virtuosismo. Tutti sanno che lo scrittore travestiva da donne i suoi amori maschili. Che sollievo, nella versione purgata della Recherche, dimenticare Charles e Odette e avere a che fare con Swann e Crécy! E poi finalmente capiremo perché Crécy fa tanto soffrire Swann andando a letto con (la) Verdurin. In altri casi la cautela esegetica si impone. Prendiamo le Relazioni pericolose di Laclos. Merteuil non ne vuole più sapere di Valmont. (Come direbbe il cantautore Povia, «Merteuil era gay ma non lo è più!»). Per distrarre Valmont impone all’ex-amante di conquistare due prede, Tourvel (baciapile) e Volanges (vergine). Con Tourvel alla fine si capisce che c’è un marito, ma con Volanges è più difficile. Certo, ha un fidanzato, ma l’adolescenza, si sa, è un’età incerta. Poi c’è la storia un po’ ambigua della lettera al fidanzato di Volanges che Valmont scrive appoggiandosi sulle terga nude di Volanges. Insomma, si resta sul filo del rasoio fino al momento in cui veniamo a sapere che Volanges – ma sarebbe più giusto chiamarlo Volage – è incinto.
In definitiva i romanzi ci guadagnano in suspense e tengono il lettore inchiodato fino all’ultimo o lo lasciano pieno di promettenti interrogativi. Pochi però sanno che si tratta solo di una fase preparatoria. Infatti il 17 settembre 2011, anniversario della morte di Bingen, l’Unione europea uscirà dal purgatorio linguistico per entrare in una nuova, definitiva, paradisiaca fase. Troppo facile limitarsi a cancellare il maschile. Ogni essere vivente verrà, da allora, denominato al femminile, affinché non debba diventare "homo" (od "omo") per entrare nel regno dei cieli. Ancor maggiori guadagni si prospettano per l’editoria in crisi. Infatti tutti i volumi appena ristampati verranno nuovamente ritirati dalla circolazione e sostituiti con una versione ulteriormente emendata. I fanatici vorranno ribattezzare Il rosso e il nero, il capolavoro di Stendhal, in «La rossa e la nera». Effettivamente, perché i colori dovrebbero essere maschili? Tornerà invece all’originario titolo femminile La certosa di Parma, trasformata dalla riforma precedente ne «Il certosino di Parma». Il Mostro di Firenze diventerà, più culturalmente, la Mostra di Firenze. Qualunque declinazione vorrà ipotizzarsi per i nomi Garibaldi e Cavour, le alunne nelle scuole non parleranno più di Risorgimento italiano, ma della Resurrezione d’Italia. Gli uffici studi dell’Ue avranno un solo problema: come regolarsi col mito Ue de «la ratta d’Europa»?