
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’Unione europea ci rimprovera aspramente per la storia delle mozzarelle di bufala inquinate dalla diossina, sostiene che non abbiamo fatto quanto ci aveva chiesto, e cioè: prendere dei provvedimenti per impedire alla mozzarella inquinata di entrare nel mercato della Ue; ritirare dal mercato tutti i prodotti per i quali esiste una potenziale contaminazione; inviare su tutta la faccenda informazioni complete a Bruxelles. La Ue aveva fissato una scadenza alle 18 di ieri. Superato il limite è partito il monito, molto severo, che segue il blocco delle importazioni da parte di Corea e Giappone.
• Gli italiani non rispondono niente?
L’ultima dichiarazione è del nostro ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro. Comincia con queste parole: «Non esiste un caso diossina in Campania».
• Come sarebbe?
De Castr «I casi sono pochi e sono già stati isolati: 83 allevamenti su 1900. La bolla mediatica che si è creata rischia di fare il paio con quella dell’influenza aviaria». Prima che lei mi faccia altre domande, è bene ricordare che la “bolla mediatica dell’influenza aviaria” venne creata dalla comunità scientifica, che allarmò il mondo – forse a ragione – sul pericolo di un contagio proveniente dagli uccelli dell’Estremo oriente. Nel solo bimestre gennaio-febbraio 2006 questo pericolo provocò il crollo del mercato del pollo, perdite di 5-600 milioni, cassa integrazione per 30 mila lavoratori su 180 mila. Adesso sta succedendo qualcosa di simile: le perdite negli ultimi due mesi ammontano a 30 milioni, il prezzo del latte di bufala è passato da un euro e 10 a 76 centesimi il litro. Si parla dell’eventualità che 186 mila bufale vengano abbattute. A parte tutto il resto, non riesco a immaginare la gestione di 186 mila carcasse. Il territorio interessato è infatti la Campania, dove non siamo usciti dall’emergenza rifiuti. Oltre al Basso Lazio e al Foggiano.
• E’ colpa dei rifiuti se le mozzarelle sono inquinate?
L’Unione europea teme di sì (bruciando i rifiuti si produce diossina, questa diossina è finita nei mangimi delle bestie e ha alterato le percentuali consentite di diossina), i nostri esperti dicono di no. I nostri esperti dicono che l’allarme è del tutto ingiustificato.
• Ma se hanno trovato la diossina.
Tenga presente che la diossina si misura in picogrammi, cioè in miliardesimi di milligrammo. Due picogrammi di diossina a chilo sono tollerati. Questo limite, negli stabilimenti incriminati, sarebbe stato superato di poco. Gli esperti interpellati dagli italiani dicono che per intossicarsi con quell’eccedenza bisognerebbe mangiare mozzarella di continuo e per molti anni.
• Quindi?
Quasi sicuramente l’inquinamento delle mozzarelle non dipende dai rifiuti, ma dalla nostra vita normale altamente inquinante anche per un eccesso di cementificazione. Là dove dovremmo coltivare o tenere zone a verde, abbiamo costruito, questo ha favorito un incremento della diossina nel ciclo, diossina che poi finisce nei mangimi, quindi nel latte, infine nella mozzarella. Anche se la verità è questa e anche se il livello di guardia è stato superato di un niente, dobbiamo ricordare però che il resto del mondo vede da due mesi lo stato in cui i campani e i loro amministratori hanno ridotto la Regione. Non è difficile immaginare che il mondo, di fronte a quelle immagini, pensi: e noi dovremmo comprare cibo da gente che lo produce in quelle condizioni? un pensiero semplice e terribile che noi stessi abbiamo contribuito a mettere in circolo e contro il quale è difficile gridare adesso. Non si tratta di bolla mediatica. Si tratta di insipienza, irresponsabilità, incapacità, imbecillità degli amministratori e dei loro amministrati. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/3/2008]
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