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 2008  dicembre 21 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Berlusconi ha tenuto la sua conferenza stampa di fine anno (Villa Madama in Roma, ieri alle 18), ha parlato tre ore e ha detto un mucchio di cose…

Procediamo con ordine? Abbiamo sempre il solito spazio…
Vuole presentare la riforma della giustizia penale al primo consiglio dei ministri del 2009. I punti chiave sono due: separazione totale del pubblico ministero, che cambierà nome e si chiamerà ”avvocato dell’accusa”, dal giudice che giudica. I due ordini, secondo Berlusconi, dovranno persino stare in palazzi diversi e praticamente non incontrarsi mai fino al momento dell’udienza. Secondo punto: l’indagine va sottratta al giudice e restituita a polizia e carabinieri, com’era fino al 1989. Nell’ambito di questa riforma si limiterà ulteriormente il potere dei pm di intercettare le telefonate dei privati cittadini. Al Cav non piace la legge sulle intercettazioni che sta in Parlamento adesso. La discussione sulla riforma della giustizia ha portato il discorso su Napoli: il premier non vuole commissariare né la città né la Regione perché non vuole ripiombare in Tangentopoli, ma si appella alle giunte locali perché si dimettano e rendano possibile un ritorno alle urne. Altro appello (implicito): a Villari perché lasci libera la poltrona di presidente della Commissione parlamentare di vigilanza e renda possibile la nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione Rai, azienda «che diffonde pessimismo e ansia» e di cui «mi lamento moltissimo per via dei talk show che trasmettono un’idea della politica dannosissima: se io ho il 72% di consensi e la classe politica in generale solo il 7% è perché io in televisione a quei talk show non ci vado».

Altre cose che vuol fare?
Sulla questione delle donne in pensione a 65 anni, vuole che questa sia una scelta facoltativa e comunque non ha intenzione di intervenire sul sistema pensionistico; la pubblica amministrazione va digitalizzata completamente e in modo che tutti abbiano la possibilità di farsi i documenti da sé e da casa; varare il premierato forte facendo eleggere il presidente dal popolo e dandogli molti più poteri di adesso (questo sarà all’ordine del giorno solo dal 2010); costruire centrali nucleari in Italia e all’estero e moltiplicare le fonti d’approvvigionamento energetico dando impulso soprattutto ai rigassificatori (uno è stato inaugurato l’altro giorno a Rovigo): Berlusconi dice che il recente accordo con Gheddafi, oltre a garantirci una maggiore collaborazione della Libia sulla pressione degli immigrati, ci metterà a disposizione maggiori quantità di petrolio e di gas. Il Cavaliere non vuol cambiare la legge elettorale per le politiche, ma sarebbe ancora disponibile a metter mano alla legge per le europee: soglia di sbarramento al 4-5%, niente preferenze in modo che si possa scegliere una rappresentanza italiana fatta di competenti, liste decise dai partiti anche per risparmiare soldi, dato che una campagna elettorale per Strasburgo costa almeno due milioni; recupero dell’evasione fiscale attraverso il federalismo; rilancio delle grandi opere, cioè recupero dei 125 miliardi di investimenti a cui il governo Prodi (trattato durante la conferenza stampa con molto rispetto) dovette rinunciare per il ricatto degli ambientalisti; politica economica di risparmi in modo da portare il debito sotto il 100 per cento del Pil; lavoro diplomatico (Berlusconi l’anno prossimo presiederà il G8) per mettere al tavolo Obama e Putin/Medvedev e fugare ogni ombra di guerra fredda.

E Veltroni?
Mai nominato. «Non sarebbe meglio se il Pd non fosse guidato da Veltroni?». «Non mi occupo di ciò che accade in casa d’altri». Non sarebbe ora di fare un passo verso il dialogo? «Non tocca a me. E comunque i gruppi parlamentari tra di loro possono dialogare benissimo». In pratica il Cavaliere pone due condizioni per parlare con l’opposizione: che la smettano di considerarlo un delinquente o un tiranno, e che si liberino del «giustizialista Di Pietro». Piuttosto il premier sembra avere un nuovo nemico.

Quale?
Gli statali. La pubblica amministrazione è stata definita «pletorica e inefficiente». Berlusconi ha detto di aver commissionato un’indagine per sapere se i 3.650.000 dipendenti della pubblica amministrazione, che sono certi del posto di lavoro e hanno avuto aumenti di stipendio superiori all’inflazione, abbiano almeno dato una mano al Paese spendendo i soldi che si ritrovano in tasca. «Niente, otto su dieci, dovendo cambiare la macchina, hanno rinunciato».

E come mai avrebbero rinunciato?
Per colpa della Rai e dei giornali che trasmettono sfiducia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/12/2008]



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