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 2008  dicembre 21 Domenica calendario

Berlusconi ha tenuto la sua conferenza stampa di fine anno (Villa Madama in Roma, ieri alle 18), ha parlato tre ore e ha detto un mucchio di cose…• Procediamo con ordine? Abbiamo sempre il solito spazio…Vuole presentare la riforma della giustizia penale al primo consiglio dei ministri del 2009

Berlusconi ha tenuto la sua conferenza stampa di fine anno (Villa Madama in Roma, ieri alle 18), ha parlato tre ore e ha detto un mucchio di cose…

Procediamo con ordine? Abbiamo sempre il solito spazio…
Vuole presentare la riforma della giustizia penale al primo consiglio dei ministri del 2009. I punti chiave sono due: separazione totale del pubblico ministero, che cambierà nome e si chiamerà ”avvocato dell’accusa”, dal giudice che giudica. I due ordini, secondo Berlusconi, dovranno persino stare in palazzi diversi e praticamente non incontrarsi mai fino al momento dell’udienza. Secondo punto: l’indagine va sottratta al giudice e restituita a polizia e carabinieri, com’era fino al 1989. Nell’ambito di questa riforma si limiterà ulteriormente il potere dei pm di intercettare le telefonate dei privati cittadini. Al Cav non piace la legge sulle intercettazioni che sta in Parlamento adesso. La discussione sulla riforma della giustizia ha portato il discorso su Napoli: il premier non vuole commissariare né la città né la Regione perché non vuole ripiombare in Tangentopoli, ma si appella alle giunte locali perché si dimettano e rendano possibile un ritorno alle urne. Altro appello (implicito): a Villari perché lasci libera la poltrona di presidente della Commissione parlamentare di vigilanza e renda possibile la nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione Rai, azienda «che diffonde pessimismo e ansia» e di cui «mi lamento moltissimo per via dei talk show che trasmettono un’idea della politica dannosissima: se io ho il 72% di consensi e la classe politica in generale solo il 7% è perché io in televisione a quei talk show non ci vado».

Altre cose che vuol fare?
Sulla questione delle donne in pensione a 65 anni, vuole che questa sia una scelta facoltativa e comunque non ha intenzione di intervenire sul sistema pensionistico; la pubblica amministrazione va digitalizzata completamente e in modo che tutti abbiano la possibilità di farsi i documenti da sé e da casa; varare il premierato forte facendo eleggere il presidente dal popolo e dandogli molti più poteri di adesso (questo sarà all’ordine del giorno solo dal 2010); costruire centrali nucleari in Italia e all’estero e moltiplicare le fonti d’approvvigionamento energetico dando impulso soprattutto ai rigassificatori (uno è stato inaugurato l’altro giorno a Rovigo): Berlusconi dice che il recente accordo con Gheddafi, oltre a garantirci una maggiore collaborazione della Libia sulla pressione degli immigrati, ci metterà a disposizione maggiori quantità di petrolio e di gas. Il Cavaliere non vuol cambiare la legge elettorale per le politiche, ma sarebbe ancora disponibile a metter mano alla legge per le europee: soglia di sbarramento al 4-5%, niente preferenze in modo che si possa scegliere una rappresentanza italiana fatta di competenti, liste decise dai partiti anche per risparmiare soldi, dato che una campagna elettorale per Strasburgo costa almeno due milioni; recupero dell’evasione fiscale attraverso il federalismo; rilancio delle grandi opere, cioè recupero dei 125 miliardi di investimenti a cui il governo Prodi (trattato durante la conferenza stampa con molto rispetto) dovette rinunciare per il ricatto degli ambientalisti; politica economica di risparmi in modo da portare il debito sotto il 100 per cento del Pil; lavoro diplomatico (Berlusconi l’anno prossimo presiederà il G8) per mettere al tavolo Obama e Putin/Medvedev e fugare ogni ombra di guerra fredda.

E Veltroni?
Mai nominato. «Non sarebbe meglio se il Pd non fosse guidato da Veltroni?». «Non mi occupo di ciò che accade in casa d’altri». Non sarebbe ora di fare un passo verso il dialogo? «Non tocca a me. E comunque i gruppi parlamentari tra di loro possono dialogare benissimo». In pratica il Cavaliere pone due condizioni per parlare con l’opposizione: che la smettano di considerarlo un delinquente o un tiranno, e che si liberino del «giustizialista Di Pietro». Piuttosto il premier sembra avere un nuovo nemico.

Quale?
Gli statali. La pubblica amministrazione è stata definita «pletorica e inefficiente». Berlusconi ha detto di aver commissionato un’indagine per sapere se i 3.650.000 dipendenti della pubblica amministrazione, che sono certi del posto di lavoro e hanno avuto aumenti di stipendio superiori all’inflazione, abbiano almeno dato una mano al Paese spendendo i soldi che si ritrovano in tasca. «Niente, otto su dieci, dovendo cambiare la macchina, hanno rinunciato».

E come mai avrebbero rinunciato?
Per colpa della Rai e dei giornali che trasmettono sfiducia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/12/2008]