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 2008  dicembre 21 Domenica calendario

Tempi duri per gli stiletti. Ormai decapitati dalle scarpe comode e coccolose che svettano in testa alla hit parade delle calzature più richieste, persino sotto l’albero di Natale

Tempi duri per gli stiletti. Ormai decapitati dalle scarpe comode e coccolose che svettano in testa alla hit parade delle calzature più richieste, persino sotto l’albero di Natale. E pace se abbassano la statura di chi è già piccola e magari pure grassottella, avvicinando paurosamente il sedere ai marciapiedi. Non c’è nulla da fare, la protesi del trampolo rantola, quelli che gli inglesi chiamano TTT («taxi to table», indicando gli esemplari alti e sexy che consentono al massimo di scendere dal taxi per raggiungere il tavolo del ristorante) sono in caduta libera. Puniti dalle vendite dei modelli comfort e no heels, confortevoli e senza tacco. Le femminili ballerine? Non c’entrano (magari...). A vincere sono le versioni molto meno aggraziate, possibilmente correttive e riposa piedi, fitte di dettagli ingegneristici che leniscono il mal di schiena, raddrizzano posture sbagliate e permettono di convivere allegramente anche con un esercito di calli. Si apre l’era della scarpa «cuccia», confortevole e confortante, ma trendy. Colpa, o merito, dei giovanissimi che l’hanno favorita da tempo a suon di scarpe da ginnastica che assomigliano a panini imbottiti, cancellando ogni altra soluzione vagamente bella e «dolorosa». E adesso anche i grandi copiano l’estetica dei teenager che ha trasformato la comodità in un dettaglio modaiolo. Dati alla mano. In soli due anni sono state vendute in 25 Paesi 2.000.000 di paia di MBT (con un incremento da noi del 100% in 12 mesi). Le sneaker con le suole a gondola nascono dalla convinzione - scientificamente provata - dell’ingegnere svizzero Karl Muller che il passo ideale dell’uomo deve avvenire su un terreno naturale, in grado di adattarsi alle impronte fisiologiche del piede. Da lì la suola «a gondola» multistrato che permette di camminare come sulla sabbia sull’esempio dei Masai, destabilizzando il corpo e costringendolo ad assumere la corretta posizione. Tra gli altri benefici decantati dalle MBT, Muller assicura che stimolano la muscolatura, tonificano il corpo, combattono la cellulite e aiutano a risolvere i problemi delle articolazioni. Morale: forti di una linea compatta e di un’estetica grintosa queste calzature radical chic, ribattezzate psycological footwear, annoverano una carrellata di vip fra i fan più convinti. Da Al Pacino a Bianca Jagger; da Glenn Close a Cherie Blair, allo sceicco Mohamed Bin Zayed al Narayan, fino a Sylvester Stallone, Heather Mills, Vanessa Incontrada, Raoul Bova, Kristian Ghedina, Francesco De Gregori... Nella pattuglia c’è anche Jovanotti, talmente entusiasta che si è fatto un autoritratto (qui accanto) con le MTB ai piedi. Non un caso isolato. Un’altra impennata l’hanno registrata le Birkenstock da turista tedesco, declinate in tantissime varianti - persino nella linea fashion disegnata da Heidy Klum - con 750 mila paia vendute solo in Italia l’anno scorso. Per non parlare delle Ruco Line, le sneaker da donna confortevoli, con platform dai 5 agli 8 centimetri che slancia la figura. Create nello storico modello 200 (un milione di paia vendute dal ’92 a oggi) dall’architetto perugino Daniela Penchini - titolare e designer del marchio - uniscono lo spirito sportivo al vezzo di materiali raffinati su una zeppa vulcanizzata, formula che attualmente si sviluppa su un’infinità di varianti sfiziose tondeggianti alla Betty Boop. Nella scia rientrano anche le Mephisto che sulla soletta zeppata Soft-air - morbida ed elastica per ridurre al minimo l’impatto dei colpi sul terreno, proteggendo le articolazioni e la spina dorsale - monta affusolate tomaie a mocassino di coccodrillo stampato, pubblicizzate a tappeto in questi giorni sulle riviste femminili. Il motivo di tanto successo? Secondo la storica del costume Anne Hollander: «Tutte queste scarpe esprimono al meglio il livello di altissima competitività che caratterizza l’attuale periodo storico», come dire che per pensare e per agire i piedi devono essere ben piantati per terra e consentire scatti agili, sconfessando la vecchia regola del «Chi bello vuol comparire un poco deve soffrire». Non si soffre e si è belli ugualmente, almeno secondo i dettami dell’estetica odierna. Non a caso sposata da un’infinità di marchi che da svariate stagioni basano la loro fama sul principio del comfort associato al design e alla precisione ingegneristica. Come Geox, P.Zero Pirelli, Hogan, Flexa by Rossetti, Car Shoe, Lofu, Sabelt e molti altri. Un concetto che a dire la verità aveva già anticipato nelle scarpe di cuoio Salvatore Ferragamo quando 50 anni fa cominciò a vendere i suoi modelli super eleganti - come le mitiche Vara con il fiocco di gros grain - con tre varianti di plantare: A, B e C, a seconda della conformazione del piede (magro, medio e cicciotto) . Sottolineando nella sua biografia («Il calzolaio dei Sogni», pubblicata da Sansoni nel ”71) «Non è sul disegno, sui modelli o sulla lavorazione, ma sulla comodità delle centinaia e migliaia di persone per cui ho fatto le scarpe che ho fondato la mia fortuna».