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 2017  novembre 03 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Paolo Gentiloni
Il Ministro dell’ Interno è Marco Minniti
Il Ministro degli Affari Esteri è Angelino Alfano
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Valeria Fedeli
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Anna Finocchiaro (senza portafoglio)
Il Ministro dello Sport è Luca Lotti (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno è Claudio De Vincenti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Donald Trump
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Emmanuel Macron
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Édouard Philippe
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Ram Nath Kovind
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Martedì prossimo confronto tv tra Renzi e Di Maio

Renzi e Di Maio si vedranno per un faccia a faccia in tv martedì prossimo.  

Su quale rete?
Non si sa ancora. Di Maio ha proposto La7, da Floris, «che è il programma televisivo più visto». Renzi ha controproposto la Rai, «che è di tutti e non di un privato». Si metteranno d’accordo. Credo che la parola Rai evochi Bruno Vespa.  

Di che mai parleranno? Non sarebbe stato meglio vedersi prima che la Sicilia andasse al voto?
Di Maio avrebbe preferito che il confronto avvenisse prima delle elezioni siciliane, che sono fissate per domenica prossima. Renzi ha fatto capire che dopo il voto in Sicilia sarebbe stato disponibile. Si sono messi d’accordo per il 7 novembre, su una rete da decidere.  

Perché mai non avrebbero potuto discutere prima delle elezioni siciliane?
Le elezioni siciliane sono per Renzi dinamite. I sondaggi lo dànno sicuro perdente dopo il centro-destra e il M5s, pressoché appaiati nei pronostici. Qualche profezia piazza il Pd addirittura al quarto posto dopo la lista di Fava. La sconfitta siciliana, se confermata dalle urne, potrebbe avere sugli assetti interni del Partito democratico effetti devastanti, al punto che il segretario cerca di accreditare l’idea che non vi siano nessi tra quel voto locale e lo stato dell’opinione pubblica nazionale. Questa idea è stata coltivata con una tale meticolosità che nei giorni in cui i big degli altri partiti sono andati in Sicilia a sostenere i loro candidati (del centrodestra si sono presentati a Catania tutti e tre nello stesso giorno, Berlusconi, Salvini e la Meloni, sia pure in posti diversi), Renzi ha preferito volare a Chicago e lasciare senza appoggio il candidato del centro sinistra, l’ingegner Fabrizio Micari, rettore dell’università di Palermo. Come dire: io e lui?, abbiamo poco a che vedere l’uno con l’altro. Si tratta tuttavia di tentativi destinati a fallire. Dopo la prevista sconfitta di domenica prossima, nel Pd dovrebbe esserci una specie di rivoluzione. Renzi ha rotto anche col suo fido Gentiloni, per via della questione Visco, Minniti ha di sicuro qualche idea in testa, Franceschini, Orlando, Emiliano sono pronti a cogliere la palla al balzo. Qualche avvisaglia s’è già avuta: Bassolino che non rinnova la tessera del partito, Pietro Grasso che tacitamente si propone nel ruolo di «uovo fresco» (l’espressione è di Bersani) ossia l’ingrediente che può riaggregare la sinistra, operazione non riuscita a Pisapia. Non è senza significato, dopo due anni sabbatici, neanche il ritorno alla politica di Nichi Vendola.  

Quindi il 7 novembre, cioè martedì prossimo, i due parleranno soprattutto di questo.
Sulla sconfitta siciliana Renzi si difenderà sostenendo la particolarità della regione e la discutibile gestione dell’ex governatore Crocetta. Potrebbe avere qualche problema anche Di Maio, però, se il voto siciliano non sarà così trionfante come da pronostici. Io ho la sensazione che i sondaggi sopravvalutino i cinque stelle e sottovalutino il centro-destra. Molta gente si vergogna di ammettere che voterà per Berlusconi o la Meloni o, al Sud, soprattutto Salvini.  

Come è nata quest’idea del confronto televisivo?
Di Maio,  aveva twittato: «Non è una fake news: @matteorenzi ha un accordo per spartirsi la Sicilia e l’Italia con Berlusconi. Voglio un confronto tv dopo il 5. Ci stai?». Renzi ha risposto: «Il candidato premier del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, mi ha sfidato con un tweet a un confronto pubblico televisivo dopo il 5 novembre. Gli ho risposto di sì, subito. Mi va bene martedì sera, il 7, la prima data utile». Poi: «Penso che sia giusto non sottrarsi e accettare la sfida. Del resto gli italiani dovranno scegliere a chi consegnare i prossimi cinque anni: dunque è giusto metterci la faccia e confrontarsi in modo civile. A martedì sera, amici. Avanti».  

È vero che Renzi e Berlusconi si preparano a spartirsi la Sicilia e l’Italia?
Ieri Berlusconi è andato da Costanzo e su Di Maio e i grillini ha detto questo: «Persone incapaci che non hanno né arte né parte, della loro incapacità è prova la gestione che fanno delle città dove sono all’amministrazione e soprattutto delle persone, l’86 per cento dei loro parlamentari non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi e quindi non hanno mai lavorato, non hanno mai saputo fare qualcosa di buono né per sé né per le loro famiglie, hanno un odio verso chi produce». Questa dichiarazione sembrerebbe dar ragione a Di Maio. E darebbero ragione a Di Maio anche i semplici calcoli: per mettere insieme una maggioranza, essendo per ora i cinque stelle indisponibili a qualunque alleanza, bisognerà creare qualcosa di simile a una Grande coalizione di tipo tedesco. Non così in Sicilia, però, dove il governatore eletto, grazie al suo listino personale, ha una maggioranza di seggi garantita. Ma forse sono tutte elucubrazioni senza fondamento: la data del 4 marzo 2018, su cui sembra orientato Mattarella, verrebbe scelta apposta per avere il tempo, nel caso, di votare di nuovo a giugno. (leggi)

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