Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 03 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LE ELEZIONI IN SICILIAREPUBBLICA.ITUn sostegno sì, ma quasi dimesso. Perché per il segretario nazionale del Pd «le elezioni di domenica in Sicilia sono importanti soprattutto per il futuro di questa meravigliosa e difficile isola

APPUNTI PER GAZZETTA - LE ELEZIONI IN SICILIA

REPUBBLICA.IT
Un sostegno sì, ma quasi dimesso. Perché per il segretario nazionale del Pd «le elezioni di domenica in Sicilia sono importanti soprattutto per il futuro di questa meravigliosa e difficile isola. Abbiamo investito molto in questa terra e chi governerà i prossimi cinque anni potrà gestirli al meglio».

Nella sua tradizionale e-news, la newsletter digitale del leader dem, Matteo Renzi si augura «che vinca il miglior candidato e la migliore squadra». Che per lui, certo, ha il nome di Fabrizio Micari, ma sul quale il segretario del partito-perno del centrosinistra non vuole mettere la faccia, specificando come il cavallo su cui puntare per il voto di domenica sia stato scelto da Leoluca Orlando: «Fossi siciliano – aggiunge Renzi – voterei quello che ritengo il miglior candidato, Fabrizio Micari, indicato al centrosinistra dal sindaco Orlando sulla base del ’modello Palermo’, un’alleanza che andasse oltre il Pd».

Poi Renzi passa in rassegna gli elementi che lo portano a scegliere Micari. «Rettore, grande esperienza amministrativa, primo impegno in politica, visione di una Sicilia internazionale. Micari – specifica il segretario del Partito democratico – ha fatto una scelta coraggiosa e ardita: in una campagna in cui gli altri si rinfacciano accuse di mafia, vogliono bruciare vivi (testuale) quelli che non la pensano come loro, fanno promesse roboanti senza coperture, Micari ha scelto un tono totalmente diverso».

Un tono che prevede «non risse, non polemiche, ma una campagna molto sobria, "una sfida gentile" come l’ha definita fin dai manifesti. Spero che questo tono e questo stile siano apprezzati dai suoi concittadini».

CENTRO-DESTRA
CATANIA - Finisce a notte fonda con una grande torta bianca panna e fragoline, sulla quale campeggiano i volti dei tre leader Berlusconi, Salvini e Meloni riprodotti in foto.

Oltre a quello del padrone di casa, il candidato governatore Nello Musumeci. Loro che lo mostrano ai fotografi prima di addentarla, dopo essersi appartati in veranda per parlare delle questioni più delicate, a cena terminata. Una cena assai allargata, con tanti dirigenti locali dei partiti. Troppi per farne il vertice del rilancio della coalizione.

La leader di Fdi lo battezza già "patto dell’arancino" in uno slancio di entusiasmo, per Berlusconi come al solito "è andata benissimo". Salvini è molto più cauto e rinvia i nodi a dopo le elezioni. Regionali Sicilia, Berlusconi, Salvini e Meloni a cena: "Il patto dell’arancino" Condividi   Sta di fatto che una cena alla fine, in qualche modo, va in porto, terminata all’1.15, dopo due ore a tavola e una serie di rinvii. Iniziata con un abbraccio un po’ forzato tra Berlusconi e Salvini, rivisti un anno dopo. E proseguita col menù a base di pesce, il Cavaliere seduto accanto a Giorgia, lei con Vittorio Sgarbi a sinistra (assessore in pectore ai beni culturali), Salvini di fronte, di fianco a Musumeci e col centrista Lorenzo Cesa - col quale nemmeno parla - poco più in là.

Gianfranco Micciché che in un’intervista in questi giorni aveva definito "Matteo meno simpatico di Bossi" invitandolo a tagliarsi la barba, presente anche lui, dal leghista non viene salutato nemmeno.

A un certo punto della sera sembra che la cena sia destinata a saltare. I tre che giocano a nascondino. Salvini che se la prende comoda, dà forfait all’appuntamento delle 21, rinvia. L’anziano leader forzista che si indispettisce per "questi giochini", resta in albergo a rivedersi in tv da Costanzo. Finché prima Meloni, poi Berlusconi, infine lo stesso leghista si materializzano dopo le 23 alla Trattoria del Cavaliere, quartiere Belillo, centro storico di Catania. Condividi   Il tutto, al termine di una giornata convulsa fatta di tre distinti comizi in sostegno di Musumeci, su palchi rigorosamente separati. Berlusconi per evitare altri equivoci pretende che almeno a notte fonda escano tutti insieme, dopo aver mangiato cernie all’acqua pazza, arancini, bevuto bianco. All’uscita una sfilza di selfie. Berlusconi si piazza in mezzo a camerieri e cuochi, "ora fate così: alzate tutti le braccia".

Come è andata? "Benissimo, molto bene. Come sempre quando ci incontriamo" risponde ai giornalisti l’ex premier lasciando il locale al fianco di Meloni. "È vero o no, Giorgia?" "Andiamo d’accordo...", dice lei. E lui riprende: "Ma tra noi non c’è mai stato niente, sono stati i giornali a inventare lontananze che non ci sono mai state. Ci sentiamo per telefono, ci incontriamo e quando ci incontriamo stiamo molto bene insieme". Il patto? "Era già siglato, abbiamo gettato le basi del percorso per vincere le elezioni", sono le ultime parole di Berluscponi prima di risalire in auto all’1.30.

Salvini evita toni trionfalistici, rinvia le partite delicate alle prossime settimane. "Non abbiamo mai parlato di ministri, viceministri, Consiglio dei ministri: è l’ultima cosa che mi interessa. Io ero qui per Musumeci, che sarà il prossimo governatore della Sicilia - spiega l’eurodeputato milanese quando lascia la trattoria sotto una luna piena -. Con Silvio? Non ci vedevamo da un anno. Per gli accordi ci sarà tempo, torneremo a vederci dopo le regionali siciliane".

Le ultime ore della campagna siciliana le trascorre nell’isola, passando da Augusta prima di rientrare a Roma e spostarsi a Ostia per chiudere anche lì la campagna ma per le comunali.

La fondatrice di Fratelli d’Italia, venuta con Ignazio La Russa, si mostrerà la più entusiasta al termine. "È ancora presto per dire che abbiamo chiuso l’accordo sul programma di governo. Quello che vogliamo costruire è un programma serio e concreto che non si esaurisce in una cena alle 11 di sera. Credo che la volontà di dare all’Italia un governo di patrioti sia comune - spiega Giorgia Meloni -. Non abbiamo di parlato premiership, di nomi, ma di obiettivi da darci".

E il patto dell’arancino? "È un’idea mia. Gli arancini ce li siamo anche mangiati quindi assolutamente patto dell’arancino".

Spenti i riflettori sui big, adesso la partita si gioca tutta in Sicilia, in quello che appare - ultimi sondaggi alla mano - sempre più come un braccio di ferro tra grillini e un centrodestra che tenta il colpaccio per risalire la china e tornare al governo. A Palermo come a Roma.

MOVIMENTO 5 STELLE
Davide Casaleggio arriva a Palermo per lanciare la volata ai 5 stelle. Il figlio del fondatore del Movimento girerà la città in bici e stasera sarà sul palco a piazza Verdi insieme a Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Giancarlo Cancelleri. Partenza da Palazzo dei Normanni, con Casaleggio che si lascia andare a poche battute: “Ho trovato una Sicilia festosa - dice Casaleggio- sono fiducioso ma anche scaramantico e non dico altro . Questa è una bella giornata per la Sicilia”. Accanto a lui il vicepresidente della Camera: “ Il centrodestra ha svuotato le carceri per fare le liste , speriamo di liberare la Sicilia”. Cancelleri rincara la dose : “I cittadini possono riprendersi la Sicilia, noi i condannati li mettiamo alla porta anche per piccoli reati. Grande occasione per questa terra. Lo spoglio dieci ore dopo? Abbiamo grande fiducia nelle forze dell’ordine. Non ho presentato tutti gli assessori perché non voglio farli diventare bersaglio della politica e di certa stampa. La prima cosa che farò ? Abolizione dei vitalizi , taglio stipendi d’oro ed eliminazione auto blu”.

Poi in bici iniziano il tour nel centro e in via Maqueda incrociano Pierluigi Bersani che andava verso Piazza Bologni per il comizio conclusivo a sostegno di Claudio Fava. Bersani stringe la mano a Di Maio e Di Battista scherzando urla: "Dai che anche voi votate noi qui in Sicilia".  Il giro in bici ha come tappa finale piazza Verdi dove alle 21 è in programma l’evento conclusivo della campagna elettorale dei 5 stelle con Casaleggio, Grillo e Cancelleri sul pal