
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il governo ha varato la legge di Bilancio per il 2017, un testo che muove, tra entrate e uscite, 26 miliardi e mezzo, un paio di miliardi in più di quelli che erano stati preventivati alla vigilia. La novità più clamorosa è il taglio del canone televisivo da 100 a 90 euro, da riscuotere sempre col medesimo sistema delle bollette della luce. I maliziosi diranno che è un’idea tirata fuori per aiutare l’elettorato più anziano, quello che sta più tempo davanti alla televisione, a cui Renzi è diventato particolarmente sensibile da quando s’è scoperto che i vecchi vanno a votare, mentre i giovani no. Sia come sia, il consiglio dei ministri di ieri, piuttosto veloce (appena un’ora), ha confermato sostanzialmente quanto avevamo anticipato anche noi sull’andata in pensione anticipata, altro provvedimento utile a ingraziarsi gli anziani in vista del referendum, ma non privo di un suo senso sociale. Se si deve giudicare dall’insieme, bisogna dire che non s’è fatto troppo populismo, alla fine.
• Che cos’è esattamente la legge di Bilancio?
O legge di stabilità o, ancora prima, Finanziaria. È la legge con cui si stabilisce come spendere, quanto spendere, quanti debiti fare, dove prendere i soldi che servono. Il Parlamento deve approvare tutto, quindi quello che raccontiamo oggi è suscettibile di modifiche anche profonde e persino di cancellazioni. Prima che lei mi chieda dei pensionati e della famosa Ape, voglio dirle che sono particolarmente impressionato dai provvedimenti presi a favore delle imprese.
• Di che si tratta?
Intanto, è stata abbassata l’Ires, la tassa sul reddito delle società, che corrisponde, per le persone fisiche come me e lei, all’Irpef. Le imprese pagavano sui loro utili una tassa del 27,5%, già piuttosto ragionevole, Renzi l’ha abbassata ancora al 24%. I contribuenti come i piccoli negozianti o gli artigiani potranno accedere a una tassazione particolare, detta Iri, che sostituirà con un’aliquota del 24% la tradizionale Irpef che poteva arrivare anche al 43%. Poi c’è il capitolo macchinari e tecnologia. Quando un’azienda acquista una macchina, può ammortizzarla in un certo numero di anni... È chiaro il significato del verbo «ammortizzare»?
• Veramente...
Qualunque cosa si compri, col tempo si deteriora. Il fisco permette di scalare dai guadagni questa perdita di valore mediante un processo che si chiama «ammortamento». Ho comprato qualcosa che vale 100 euro, e l’anno prossimo potrò far scendere il valore (mettiamo) a 90 euro, l’anno dopo ancora a 80 euro, e così via. Sono tutti soldi che scalo dalle tasse. Adesso è stato introdotto il superammortamento: se ho comprato macchinari e beni strumentali per 100, potrò ammortizzarli come se li avessi comprati a 140, cioè ogni anno, se l’ammortamento è decennale, invece di scalare 10 euro, ne potrò scalare 14. Se poi l’impresa investe in tecnologia, è ammesso l’iperammortamento del 200%. Renzi: «Noi vi diamo gli incentivi, ora tocca a voi mettere i soldi nel Paese». Il premier spera soprattutto che, avanzandogli più soldi, gli imprenditori assumano.
• Com’è stata sistemata la faccenda delle pensioni?
Con i criteri che già si sapevano, ma con qualche dettaglio - non da poco - cambiato all’ultimo. Il governo mette sul tavolo per l’operazione anticipo del pensionamento e quattordicesima sette miliardi di euro da spendere in tre anni (1,9 miliardi nel 2017). Come ricorderà, il sistema ammette che tu, se hai compiuto 63 anni, possa andare in pensione prima, facendoti prestare i soldi dall’Inps che poi restituirai in vent’anni quando andrai in pensione veramente. Ieri Renzi ha detto che il costo di questo prestito (tra tassi d’interesse e assicurazione contro la premorienza) sarà del 4,5-5% per ogni anno di anticipo dell’uscita da lavoro. Esiste anche l’Ape agevolata per chi fa lavori usuranti (tra questi c’è anche l’insegnamento ai bambini dell’asilo), alla quale si potrà accedere senza costi se si sono versati almeno 35 anni di contributi oppure 30 se si è disoccupati. I sindacati sostengono che è meno di quanto s’era concordato nei tavoli delle scorse settimane, ma insomma: è una trattativa ancora aperta.
• Che altro?
È importante la chiusura di Equitalia, varata con un decreto legge, e quindi con valore immediato. Renzi ha detto che Equitalia «era arrivata ad essere vessatoria per i cittadini». Il Fisco procederà all’incasso delle tasse con sistemi nuovi. Adesso la manovra aspetta il via libera da Bruxelles. Renzi spera gli sia concessa qualche frazione di decimale nel rapporto deficit/Pil, in modo da poter spendere un po’ di più. Potrebbe anche andargli bene.
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