Enrico Maria Albamonte, l’Espresso 16/10/2016, 16 ottobre 2016
BENTORNATA CRAVATTA
Il fashion guru Glenn O’Brien, nel suo libro-bussola sullo stile maschile "Essere uomo", scrive : «L’unica funzione della cravatta è esprimere bellezza, una qualità in ribasso in quest’epoca ignorante. La cravatta sta al guardaroba come l’anima sta al corpo. E nel caso della cravatta lunga è una freccia che punta dritta alla nostra virilità». C’è voglia di cravatte nell’aria. E se negli anni Novanta Gianni Versace le abolì, dichiarando che non esprimevano rispettabilità dato che la portano anche i mafiosi, e la sorella Donatella oggi sembra allinearsi mandando in passerella completi sexy sul petto nudo, la cravatta sta tornando in voga in certi ambienti più o meno ufficiali. Senza quel crisma di formalità di cui era l’emblema. Ma all’insegna della ricerca e dell’innovazione: di tessuti e di fantasie.
«Ci sono mondi professionali nei quali è richiesto l’uso della cravatta, anche per i più giovani. È pensando a uomini attenti all’estetica degli abiti e degli accessori, e che apprezzano il fatto di trovare nei nostri disegni un minimalismo innovativo e originale, che è nato Loïc et Gil», spiega Paolo Luban, che ha fondato un’azienda dove passione e ricerca hanno base a Ginevra (www.loicetgil.com), ma il cuore artigianale proviene dall’area del lago di Como: «Cravatte nei codici classici e con la qualità migliore dei tessuti, in una doppia misura (150 o 160 centimetri) per adattarsi meglio a ogni uomo. E con un gusto contemporaneo, vicino all’arte astratta. La scommessa è riportare la cravatta al suo valore simbolico ed emozionale. Come accadde negli anni Ottanta, quando si impose come accessorio fondamentale». Del resto, la cravatta ha sempre attraversato la storia, il costume e l’arte. Già nell’Ottocento era oggetto di una vera e propria scienza, tanto che si codificavano nei libri i nodi della cravatta. Perfino Lord Brummell, principe dei dandy, passava ore allo specchio per il nodo migliore: che doveva sembrare, però, creato di fretta. E oggi? «La cravatta è un comodo cappio che l’individuo accetta di indossare, un’esplicita sottomissione alle regole della cortesia e dell’eleganza», scandisce Giuseppe Scaraffia, autore del saggio "Gli ultimi dandies" . Mentre Umberto Angeloni, presidente dell’azienda Caruso e autore di "Seducing the senses: Spa visions of a Bon vivant", nota che «se il nodo è molto importante è sinonimo di prestanza fisica maschile, specialmente negli Stati Uniti».