
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’incubo è naturalmente questo: che durante il G8 in programma a partire da mercoledì 8 luglio, arrivi un’altra scossa di terremoto, che la caserma di Coppito – sede del vertice - venga giù e che si debbano ripescare Obama, la Merkel, Sarkozy, Berlusconi e gli altri potenti della Terra dalle macerie…
• Potrebbe accadere?
Ieri mattina ci sono state tre scosse, di magnitudo 2,9, epicentro Pizzoli-Barete-Scoppito- L’Aquila. Venerdì, all’ora di pranzo, ce n’è stata una di magnitudo 4,1 con epicentro dalle parti di Rieti. Berlusconi era riunito con i suoi e tutti hanno sentito benissimo la terra che si muoveva. Mentre i ministri lo fissavano spaventati, il premier ha parlato al telefono con Bertolaso e quando ha messo giù ha tranquillizzato tutti: «Bertolaso mi assicura che la caserma di Coppito è solidissima ». Non ci sono dunque variazioni di programma, i grandi si riuniranno a Coppito dove è stato fatto un gran lavoro di riadattamento e sistemazione degli spazi, tutti quelli che vengono interrogati dai giornalisti rispondono col sorriso sulle labbra che non c’è e non ci sarà nessun problema e anche i portavoce dei governi stranieri esprimono fiducia nella capacità della nostra Protezione civile di affrontare qualunque emergenza. Si sa comunque che esiste un piano B, da far scattare nel caso l’attività sismica avesse un’impennata.
• Si potrebbe verificare?
E’ una probabilità bassa, ma non si può escludere. Gli esperti spiegano che un terremoto forte è seguito invariabilmente da un periodo di scosse – dette d’assestamento – piuttosto lungo. In Irpinia, dopo il terremoto del 1980, gli assestamenti continuarono per un anno e mezzo. Enzo Boschi, il capo dei nostri sismologi, ha fatto notare che l’energia liberata giovedì dal terremoto di forza 4,1 è mille volte inferiore a quella che in aprile ha fatto venir giù tutto. Ha aggiunto: «In Abruzzo non c’è più tutto questo pericolo. Quello che doveva crollare è crollato. Quello che è rimasto in piedi rimarrà in piedi». Piuttosto pare che l’epicentro si stia lentamente spostando: non più nella provincia dell’Aquila, ma al confine tra Abruzzo e Lazio, dalle parti di Rieti. Boschi ricorda a tutti noi che l’Italia è un paese a rischio sismico molto forte. Altri terremoti arriveranno. Bisogna prepararsi, perché a uccidere non sono le scosse ma le case mal costruite.
• Com’è fatta questa caserma di Coppito?
Sono 50 mila metri quadrati di cemento armato che sorgono all’interno di un comprensorio di 50 ettari. Tutto antisismico a regola d’arte e infatti ad aprile non s’è mosso niente. I collegamenti tra i vari edifici saranno assicurati da 10 minibus, 4 bus elettrici e 33 auto elettriche (Berlusconi s’è fatto fotografare mentre ne prova una). In occasione del vertice sono state costruite 2036 camere nuove. Bisogna considerare infatti che ogni Grande della Terra si muove con un seguito molto numeroso. Il solo Obama gira con almeno 800 persone che lo proteggono o sono al suo servizio. Il territorio sarà difeso da 16 mila uomini armati. La preoccupazione più forte non riguarda il terremoto, ma le contestazioni.
• Che cosa si prevede?
Berlusconi ha un po’ spiazzato antiglobalisti e black bloc, che s’erano tutti preparati per far qualcosa alla Maddalena (ed era già un’impresa). Ieri c’è stato un assaggio di quello che potrebbe succedere: diecimila in corteo a Vicenza contro l’ampliamento della base americana. Ci sono stati tafferugli, lanci di sassi e lacrimogeni, manganellate da parte dei carabinieri. Alla manifestazione ha partecipato una delegazione dell’Aquila e i vicentini restituiranno oggi il favore andando a partecipare alle dimostrazioni del capoluogo abruzzese. A certi tizi di Padova in viaggio verso Vicenza sono stati sequestrati bulloni e biglie di ferro. L’ambasciata Usa ha diramato, a beneficio dei suoi concittadini, la lista dei posti da evitare nei prossimi giorni: L’Aquila oggi e domani («anche se si tratta di eventi prevedibilmente pacifici»), il 7-89 Roma, il 10 L’Aquila.
• Ma alla fine questi potenti della Terra di che cosa devono discutere?
Di tante cose: il clima, i poveri, la crisi. Ne daremo via via conto nel corso dei lavori. Ieri il Papa ha scritto una lettera a Berlusconi, una lunga missiva che Benedetto XVI ha qualificato come «agenda della speranza »: che si creino posti di lavoro, che si rimettano i debiti ai Paesi poveri, che si pensi al miliardo di affamati, che si ricordi l’impegno assunto dall’Onu di eliminare la povertà estrema entro il 2015, che si dia a tutti i bambini del mondo un’educazione di base. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/7/2009]
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