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 2009  luglio 05 Domenica calendario

DITE LA VOSTRA SU CHI SPECULA IN BORSA

Scade il prossimo 15 luglio il termine per l’invio – da parte di risparmiatori od operatori – di osservazioni sul documento di consultazione ( position paper ) della Consob sulle vendite allo scoperto ( short selling ). Il
paper è disponibile sulla home page
del sito Internet della Commissione (www.consob.it), e dalla prima pagina è possibile accedere al Sipe, il "Sistema integrato per l’esterno" dedicato all’interazione dell’authority con i cittadini e gli addetti ai lavori, per scrivere la propria opinione.
Visto l’argomento e tenuto conto dell’interesse medio per la finanza in questo Paese, non c’è da prevedere un’ondata di messaggi stile dibattito sul Grande Fratello o su Noemi. Negli Stati Uniti l’analoga pubblica consultazione avviata dalla Sec (Securities and Exchange Commission) e chiusasi il 19 giugno ha raccolto migliaia di pareri di risparmiatori, che sono visibili sul sito Internet della commissione presieduta da Mary L. Schapiro.
A leggere quegli interventi, si percepisce come la grande crisi abbia acceso gli animi di investitori e lavoratori, che hanno subìto notevoli svalutazioni dei loro risparmi. Va ricordato che le vendite allo scoperto sono quelle operate da chi vuole guadagnare al ribasso, cedendo i titoli sul mercato senza possederli, nell’attesa di poterli comprare a prezzi più bassi.
I venditori allo scoperto non sono molto amati, ma il loro ruolo è importante perché danno liquidità al mercato. Per ogni posizione corta ce n’è una lunga, di un investitore che possiede i titoli e li presta – tramite il suo intermediario – al ribassista. Pensate che esistono fin dagli albori delle Borse. Si narra che la pratica fu inventata dall’olandese Isaac Le Maire, azionista della Vereenigde Oostindische Compagnie (Voc), la famosa Compagnia olandese delle Indie orientali. Nel 1602 egli investì 82mila fiorini nella Voc. Nel 1609 la Voc non pagava ancora dividendi, e Le Maire decise di vendere le azioni, ma in misura maggiore di quante ne possedesse.
L’operazione fu considerata oltraggiosa dai notabili dell’epoca, che introdussero la prima regola della storia delle Borse: il divieto di vendite allo scoperto.
Dopo quattro secoli, il problema è ancora quello: occorre limitare o addirittura proibire le vendite allo scoperto? E quali sarebbero le conseguenze per l’efficienza del mercato? Se avete delle risposte a questi dubbi secolari, mandatele alla Consob.